La
prima pagina dell’organo dei Radical In, cioè la Repubblica
(Rep.) di ieri, 10 novembre, si apriva con "Ecco il dossier
delle Br che preparò il delitto Biagi". Il titolo,
per quanto involuto, sintetizza il racconto delle 17 pagine di
piano militare dei brigatisti. L’articolo è di Claudia
Fusani. L’attacco è pretenzioso: "La sua bicicletta,
dove veniva parcheggiata, a che ora, con quanti lucchetti. Gli
itinerari lungo le strade di Bologna, gli orari delle lezioni,
il calendario degli esami, degli appuntamenti e dei treni Eurostar
con cui ogni settimana andava a Modena e a Roma per il gruppo
di lavoro al ministero del Lavoro". Avesse cominciato con
le righe immediatamente successive, "sono gli ultimi due
mesi di vita di Marco Biagi: pedinato fin dentro le aule dell’università
di Modena, nell’istituto Dickinson, nei parcheggi intorno alla
stazione di Bologna, nei vicoli del centro storico, sotto casa,
in via Valdonica dove le Brigate rosse lo uccidono alle 20.06
della sera del 19 marzo 2002", sarebbe stato un articolo
perfetto. Il commento di Giuseppe D’Avanzo si sovrappone al racconto
di Fusani.
Ieri, per la prima volta, si sono sovrapposti anche Magdi Allam
sul Corriere e il suo sostituto, Khaled Fouad Allam, su Rep.
L’argomento comune è la strage in Arabia Saudita. L’analisi
è completamente diversa. Secondo l’Allam titolare, l’attentato
di Al Qaida a Riad è "un fratricidio nel nome di
Allah", una "guerra civile" di "islamici
contro musulmani". Secondo la riserva republicones, intanto
"non si ha ancora la certezza" che la firma dell’attentato
sia di Al Qaida, poi "negli attentati si può leggere
una contestazione della presenza americana in Arabia Saudita".
Teorie opposte, ma va detto che Allam-la riserva esplicita un
concetto mai apparso sulle pagine di Rep. Vale la pena riportarlo:
"Ciò che sta nascendo all’interno del mondo islamico
è una forma inedita di ideologia totalitaria, che utilizza
tutti i canoni della mistica mortuaria propria del fascismo e
del nazismo". Finalmente. Gli islamisti del terrore sono
fascisti e nazisti. Bravo Khaled Fouad Allam, il quale però
esagera e spiega la differenza dottrinaria tra "jihad"
e "ijtihad". Red. Corr. non è riuscito a capire
niente.
A pagina 20, c’è il solito comunicato aziendale di Libertà
e Giustizia, l’associazione politica del patron di Rep., cioè
di Carlo De Benedetti, che ha lanciato un "sondaggio sul
corteo unitario antiterrorismo". Bene. Che cosa dice il
sondaggio di Libertà e Giustizia sul corteo antiterrorismo,
per quanto più che una notizia sembri una pubblicità
occulta? Può essere interessante capire cosa ne pensino
i membri dell’associazione Liberté, Egalité, Jet
privé. Ma in nessuna delle 48 righe del colonnino di Rep.
c’è la risposta. Il sondaggio non c’è. E’ solo
un annuncio di sondaggio. Non è mai successo nella storia
del giornalismo, né della pubblicità, che si dia
notizia non dei risultati di un sondaggio ma semplicemente del
fatto che qualcuno ne stia facendo uno.
Sul Venerdì, il settimanale allegato a Rep., c’era uno
strepitoso botta e risposta nella rubrica delle lettere di Natalia
Aspesi, spesso ingiustamente trascurata dal recensore di Rep.
Una donna "quarantaduenne", di "bella famiglia,
bel lavoro, bella casa, solare, volitiva, passionale, di sinistra"
ha incontrato un lui, con il quale si è accoppiata, sia
pure una volta sola. L’amante è "intelligente ma
cinico" ma soprattutto "colto ma di destra". Quelle
horreur. Che fare, dunque? Lady Asp! si tura il naso e risponde:
"La voglia d’amore è una forza meravigliosa che ci
costringe ad innamorarci anche di una persona che dalla sua descrizione
appare ben poco attraente". Di destra = poco attraente.
Comunque, scrive Lady Asp!, la fedifraga "si ritenga anche
fortunata": bene che il lui di destra se ne sia andato,
"si immagina come sarebbe diventato ridicolo ai suoi occhi
se prima o poi avesse detto qualche scemenza, o falsità,
politica?". (continua)
11 Novembre 2003