Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 19 novembre 2003

La
prima pagina dell’organo dei Radical In, cioè la Repubblica
(Rep.), di ieri 18 novembre, si apriva con "Il grande abbraccio
dell’Italia". L’editoriale, troppo lungo, è di Mario
Pirani: "Il ritorno della Patria". La cronaca della
veglia al Vittoriano è affidata a due grandi firme, Giuseppe
D’Avanzo (Davanpour) e Concita De Gregorio (Conc.), ma non insieme.
Bella l’intervista di Giovanni Pons a Rupert Murdoch, ottimo
il corsivo di Sebastiano Messina sul programma di Sabina Guzzanti.
Non era affatto scontato che il critico televisivo di Rep. stroncasse
il cosiddetto programma satirico di Raitre. Anzi, viste le due
pagine di lunedì sulla censura che non c’è stata,
i lettori si sarebbero aspettati altro. Invece Messina, pur riconoscendo
alcune perle della trasmissione, scrive che si tratta di "un
brutto programma", dove "la satira si ritira, indossando
l’armatura del samurai per convertire l’ironia in comizio".
Bravo Messina, e chissà che cosa ne pensa uno degli autori
del programma, il collega di Messina, giornalista dormiente di
Rep. e samurai comiziante, Marcolino Travaglio.
Interessante l’indagine della società italiana di pediatria
su cosa i giovani vogliono fare da grandi. Il titolo di Rep.
non è uno scoop: "Ricchi e famosi: i sogni dei ragazzi".
Ma la ricerca dimostra quanto Rep. sia distante dal paese reale:
i ragazzi non vogliono fare uno dei mestieri preferiti dai republicones:
"No a casalinghe e magistrati".
Incomprensibile l’Amaca di Michele Serra, l’umoralista di Rep.
Se la prende con Bush perché ha detto che "la libertà
è stata data a tutti i popoli della Terra dall’Onnipotente".
Il suo commento è: "Se Dio esistesse folgorerebbe
per primi quelli che lo invocano invano". Eppure, alla fine,
anche l’umoralista invoca Dio: "Non ha divisioni, ma un
fulmine, da qualche parte, dovrà pure essergli rimasto".
Non lo fa apposta, Serra è davvero convinto che se Bush
invoca Dio non può che essere invano ma se lo invoca Rep.
trattasi di invocazione democratica e antifascista. A proposito
di Serra. Domenica ha scritto un commento sociologico-psicanalitico
sull’Isola dei Famosi. I reality show sarebbero una "mossa
insieme geniale e cinica (perché poi, si sa, l’incoronazione
della gente ha un indotto miliardario, e ci campano sopra in
parecchi), mossa comunque rivoluzionaria perché libera
la coscienza di massa da molte vecchie incombenze, quella borghese
dello stile, per esempio, o quella cattolica del valore intrinseco
di ciò che si offre agli altri, o dagli altri si preleva.
O quella marxista (davvero l’ultima eresia borghese) che prevedeva,
per liberarsi, di emendarsi prima della falsa coscienza".
Santi numi, tutto questo per una trasmissione televisiva? (continua)

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