Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 21 novembre 2003

La
prima pagina dell’organo dei Radical In, cioè la Repubblica
(Rep.), di ieri 20 novembre, si apriva con "Bush attacca
Onu e Vecchia Europa". Titolo, invero, forzato, e fortunatamente
moderato dal puntuale articolo di cronaca scritto da Alberto
Flores D’Arcais nelle pagine interne. I lettori di Rep. così
non hanno avuto notizia della teoria dei tre pilastri enunciata
da Bush a Londra (per conoscerla c’è da leggere il Corriere
della Sera). Due gli editoriali su questi temi. Uno, molto bello,
di Timothy Garton Ash. Un altro, molto lungo, di Susan Sontag.
Il titolo principale del giornale di ieri però è
sul Sismi che "avvisò: Nassiriya rischia". Il
commento è di Eugenio Scalfari: "L’Italia in guerra
senza saperlo". Certo chi legge soltanto Rep. è possibile
che non se ne sia accorto. I punti centrali del suo ragionamento
sono: il cardinal Camillo Ruini, per quanto intelligente e lucido,
non conta niente e qualora contasse, pappero-pappero, c’è
il Papa che la pensa come Io (Io, ovviamente, è Scalfari).
Seguono estratti: "Il presidente della Conferenza episcopale
italiana, pur essendo un dignitario di buon peso della gerarchia,
non sarebbe in grado di far invertire la rotta ad un organismo
delle dimensioni e della complessità della Chiesa";
"Ruini in realtà, più che come vescovo-pastore,
ha parlato come cappellano d’Italia". Scalfari è
tornato poi sulla sua tesi, probabilmente fondata sulla lettura
del suo giornale, per cui ai terroristi e ai fascisti di Saddam
"mossi da loro specifici interessi", (domenica Scalfari
ha definito "accettabili" alcune motivazioni di parte
del terrorismo), a questi criminali, dicevamo, "si sono
aggiunti e via via continuano ad aggiungersi settori della popolazione
che si sentono angariati, perseguitati, spesso colpiti e perfino
uccisi dalle erronee brutalità delle truppe angloamericane,
tutto ciò sta generando un sentimento ‘d’insorgenza’ (come
l’ha definito lo stesso Colin Powell) motivato anche da una fierezza
nazionalistica che si fa molto male a sottovalutare".
Rileggiamo: "Gli angariati e i perseguitati, spesso colpiti
e perfino uccisi dalle erronee brutalità delle truppe
angloamericane". Questo scrive oggi il dignitario di buon
peso della gerarchia republicones, per commentare gli attentati
di Nassiriyah commessi da arabi non iracheni contro italiani
e iracheni. E’ come se ai tempi di Salò, Scalfari avesse
scritto che oltre ai fascisti in Italia c’erano anche cittadini
"angariati e perseguitati e perfino uccisi dalle erronee
brutalità delle truppe angloamericane". Un altro
punto dell’omelia del cappellano di Rep. è contro "i
terzisti", che lui individua o in Paolo Mieli o in Ernesto
Galli della Loggia a seconda dei giorni e, ovviamente, senza
mai nominarli. Ma questo ormai è lo stile dei dignitari
di buon peso facenti funzioni di cappellani. Ieri Scalfari bacchettava,
pare, Paolo Mieli perché avrebbe "ammesso che tutte"
le sue "previsioni", sue di Mieli, "erano sbagliate".
Ammesso che sia vero, Scalfari imputa ai "terzisti nostrani"
l’idea che "non c’era altro da fare": "Come si
vede è un modo di ragionare che non sai se definire sciocco
o impudente. Altro da fare c’era eccome e fu più e più
volte suggerito". Eccome se fu suggerito. "L’altro
da fare" suggerito più volte, in realtà, era
il non fare: coinvolgere le Nazioni Unite, peraltro ampiamente
e per sette mesi coinvolte, che però non volevano essere
coinvolte. L’Onu, intanto, per non sapere né leggere né
scrivere, si legge a pagina 21 di Rep., "chiude l’ufficio
di Roma".
Non si sa se ridere o piangere per la copertura di Rep. sulle
questioni europee. Mentre i giornali continentali, compresi quelli
italiani, raccontano di critiche durissime dell’Europarlamento
a Prodi per la sua politica, per la sua incapacità, per
i mancati controlli, per gli scandali e per il suo essere un
presidente di serie B (L’Economist) i due bibò di Rep,
Marco Marozzi e Andrea Bonanni, non solo non ne fanno cenno ma
scrivono che in Europa si parla soltanto di "censure"
a Berlusconi. (continua)