Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 4 novembre 2003

La
prima pagina dell’organo dei Radical In, cioè la Repubblica
(Rep.) di ieri, 3 novembre, si apriva con "Iraq, strage
di soldati Usa". L’editoriale è di Vittorio Gatto-Copione
Zucconi (Zuccopycat). Il titolo è "Quei fantasmi
che turbano Bush". Non pare un titolo nuovissimo. Ecco gli
ultimi editoriali di Zuccopycat con titolo simile: "L’America
nella trappola"; "La paura americana"; "Il
fantasma del padre"; "Il calvario americano";
"Il fantasma 11 settembre; "Il fantasma di Arafat";
"Un incubo per l’America"; "Per l’America incubo
finito"; "I fantasmi dell’America"; "La doppia
paura dell’America". Totale fantasmi: 5. Totale paure: 2
(di cui una doppia). Totale incubi: 2 (di cui uno finito). Trappole
e calvari: 1. Anche il contenuto, ovvio, è simile. Ieri
Zuccopycat era lirico quanto basta, specie quando ha descritto
la genesi del nome dell’elicottero Usa abbattuto dai repubblichini
di Saddam: "Un nome indiano, quello di un misterioso vento
caldo che soffiava negli inverni gelidi delle praterie del nord".
Bellissimo. A un certo punto Zuccopycat scrive che la "Rand
Corporation" ha "calcolato che il numero dei soldati
americani uccisi per rappresaglia in Europa e in Giappone dopo
la liberazione fu zero. Neppure uno". In attesa che Zuccopycat
si legga il libro di Giampaolo Pansa o un qualsiasi sussidiario
per contare il numero di civili ammazzati dopo la liberazione
dell’Europa, o solo dell’Italia, va notato come il rapporto della
Rand, per la precisione a pagina 153, parli di Germania e non
di "Europa" e nella sua interezza spieghi come esportare
la democrazia e costruire un paese democratico sia possibile.
Peraltro la Rand sostiene, dati alla mano, che più è
alto il numero delle truppe americane, minore è il numero
dei morti. Quindi, a voler citare correttamente il rapporto,
Bush dovrebbe inviare più truppe "laggiù in
Mesopotamia". Cosa che Bush non vuole fare, anche perché
troverebbe Zuccopycat pronto a raccontarci di pericolosi "fantasmi"
e di indicibili "paure". Eppure Zuccopycat gli contesta
anche l’opposto, cioè il voler al più presto addestrare
un esercito e una polizia irachena per andarsene, "l’insistenza
all’irachizzazione della guerra". Ieri c’era anche un articolo
di Miriam Mafai che, denunciando l’antisemitismo come "male
oscuro dell’Europa", scrive che "la guerra in Iraq
si rivela, ad ogni giorno che passa, un tragico errore".
Tragico errore. Dunque sarebbe stato felicemente corretto mantenere
in piedi quello che sabato la stessa Rep. ha documentato (molto
meglio dei giornali concorrenti): "Ecco le torture di Saddam.
Video-choc trovato dai marines", a firma del neo(republi)con
Daniele Mastrogiacomo: "Si vedono giovani seduti su una
sedia a cui vengono amputate le dita della mano con delle cesoie,
tagliata la lingua, segate mani e braccia fino al lancio nel
vuoto dal tetto di un palazzo". Diciamo che, anche alla
luce di queste rivelazioni di Rep., scrivere che "la guerra
in Iraq si rivela, ad ogni giorno che passa, un tragico errore"
supera qualsiasi gaffe sul confino fascista brindata una sera
d’estate con i cari amici dello Spectator.
Ultima cosa sull’Iraq. In un grafico sui "numeri del dopoguerra"
si dice che dalla caduta di Saddam sono stati aperti "10
nuovi giornali". Non è vero. Sono tra i 170 e i 190.

Altre cose. Michele Serra si è scoperto improvvisamente
antistatalista, ed è una notizia in sé. Il groupie
Marco Travaglio intervista uno dei suoi idoli: il procuratore
Guido Lo Forte. La prima domanda è già travagliesca
o tabucchesca: un po’ vera, un po’ falsa: "Andreotti sostiene
che tutto è nato dall’Antimafia di Violante e da quell’anonimo.
E’ vero?". No, che non è vero, spiega Lo Forte, il
quale però parla dell’inchiesta sull’omicidio Lima, mentre
l’anonimo cui faceva riferimento Andreotti era sull’omicidio
Pecorelli. Rep. ci casca e titola: "L’indagine partì
senza l’anonimo". Eppure i vertici republicones dovrebbero
sapere che per Travaglio se un imputato viene assolto trattasi
di "momento tragico". (continua)

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