Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 6 novembre 2003

La
prima pagina dell’organo dei Radical In, cioè la Repubblica
(Rep.) di ieri, 5 novembre, si apriva con "L’incubo dei
pacchi-bomba". Il direttore Ezio Mauro e il regista Paolo
Virzì sono intervenuti su un tema di scottante attualità:
"La lunga marcia della destra italiana". Per comodità
dei lettori, Red. Corr. riporta soltanto Virzì: la destra
di Fini "ci garba più dei tanti lacché aziendali
che sono intorno al premier. Nella destra c’è questa parte
che soffre perché tra l’incudine di un premier che li
ha cooptati nella difesa dei propri interessi e il martello di
un elettorato autenticamente fascista". Ieri era il giorno
delle coppie, dopo Mauro-Virzì anche D’Alema-Nanni Moretti.
L’ex leader della sinistra sostiene che il risultato del sondaggio
europeo su Israele sia da addebitarsi a "quella concezione
degli stati canaglia che è all’origine del manicheismo
neoconservatore americano". Bravo. Fin qui, in effetti,
nessuno aveva mai accusato i neocon di antisionismo. La linea
girotondista di Nanni Moretti è stata sposata in pieno
dalle pagine di cronaca di Rep: "Addio zig zag al supermercato:
la spesa si farà girando in tondo". Invero, questo
articolo di Simona Poli, è da ritagliare e conservare.
Seguono estratti: "Il tentativo è quello di ‘liberare
il cliente’ dalle invisibili catene che lo tengono avvinghiato
per i piedi al tracciato obbligatorio che nel supermercato, corridoio
dopo corridoio, porta dall’ingresso fino alla cassa". Una
"rivoluzione tra gli scaffali" avverte Rep. E cosa
prevedono questi nuovi trotzkisti? Intanto non pensate che la
nuova Coop sia "l’ennesimo tempio innalzato al culto del
consumo totalizzante". Per il resto ci pensa il solito formidabile
grafico di Rep. a darci conto delle novità: nel nuovo
supermarket non totalizzante ci saranno "casse doppie"
e, addirittura, un "ingresso" fino alla rivoluzionaria
vendita di "prodotti freschi (verdure ecc.)" e "pietanze
surgelate".
Enzo Siciliano nelle pagine di Roma. In un articolo di sole 2.500
battute, oltre ad Alberto Moravia, cita Dacia Maraini, Carmen
Llera, Calvino, Cassola, Parise, Bassani, Volponi, Sciascia e
Pasolini, Robert Lowell, Jean Genet, Mary MacCarthy, Enzensberger,
Peter Schneider, Elsa Morante, Busiri Vici, Pediconi, Aymonino,
Schifano, Tornabuoni, Guttuso (compresa la sorella Adriana),
Sebastian Schadhauser.
Paolo Garimberti (non citato) interviene su Putin e denuncia
che "il controllo della politica per vie giudiziarie"
è preoccupante "per la democrazia russa". Su
quella italiana, Garimba ci sta ancora riflettendo. All’umoralista
Michele Serra le nuove Brigate Rosse ricordano "certi gruppetti
religiosi". Che non si dica che sono comunisti, ché
il comunismo è un’invenzione di Sandro Bondi per impedire
a chi villeggia a Capalbio di educare gli incolti.
(continua)

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