Roma. I neocon erranti questa mattina si ritrovano a Lucca, Italy, per partecipare al convegno "L’Italia e gli Stati Uniti, partner nelle relazioni transatlantiche" organizzato dal presidente del Senato, Marcello Pera. Neocon e relazioni transatlantiche sono le tre parole più diffuse e i tre danni collaterali (meno gravi) provocati dall’attacco all’America dell’11 settembre. Non c’è articolo, analisi né, appunto, convegno che non si occupi e non presenti un neoconservatore come trofeo da mostrare al pubblico e i rapporti Europa-Usa come canovaccio per moderare una tavola rotonda istituzionale.
Loro, Richard Perle, il sottosegretario John Bolton, Michael Ledeen, Robert Kagan, Michael Barone, William Kristol e pochi altri, assurti improvvisamente a protagonisti della politica americana e per questo rispettati da questa parte dell’Atlantico come se fossero i veri capi dell’Amministrazione Bush, girano come trottole per ogni convegno italiano. Oggi a Lucca, qualche settimana fa a Venezia, prima ancora a Messina, a Roma e a Cernobbio. Parlano di democrazia, di regimi del terrore, di stati canaglia, di battaglie da combattere e vincere, scioccano e scuotono il pubblico europeo con la loro franchezza e risolutezza.
Il più assiduo è Richard Perle, detto anche il principe delle tenebre e descritto come il capo della Spectre per la sua fitta rete di relazioni industriali e politiche che vanno da Washington a Londra fino a Gerusalemme. Kristol, che è direttore del Weekly Standard, è il meno globetrotter tra i neocon, cionondimeno ha detto al Foglio di voler organizzare con il Project for a New American Century un mega raduno, "magari a Parigi", di tutti i neocon europei, sempre che riesca a trovarli.
Nell’Europa dei convegni transatlantici, i neocon erranti sono costretti a mescolarsi con analisti e politici liberal e con i cugini realisti che a Washington non si sognano di frequentare. Più il programma dell’incontro è denso di contenuti, e quello di Lucca è tra questi, più c’è la possibilità di ascoltare battute e sfottò degli uni contro gli altri. A Lucca, per esempio, c’è Strobe Talbott, oggi presidente della Brookings Institution ed ex vice di Madeleine Albright al Dipartimento di Stato durante le Amministrazioni Clinton. I neocon, tra una tartina e l’altra, lo evitano come se fosse un pericoloso bolscevico, mentre John Hulsman, brillante analista della Heritage Foundation, il centro studi della destra realista americana, quasi non riesce a credere che intorno a lui ci siano così tanti fanatici della democrazia e ai neoconservative non risparmia, off the record, simpatiche battutacce, sotto lo sguardo attento di Marta Dassù, direttrice di Aspenia, e prima neoliberal italiana.
Non c’è solo il gioco mondano
Eppure, al di là del gioco e dell’aspetto mondano, questi convegni sono importanti perché consentono di intrecciare relazioni e ribaltano alcuni luoghi comuni. Hulsman, per esempio, dice al Foglio che se è vero che "la scommessa idealista dei neocon è un azzardo", è altrettanto vero che dopo l’undici settembre "mantenere lo status quo è ancora più pericoloso". I realisti, in buona sostanza, sono dei neocon light, una versione più leggera dei rivoluzionari, temono gli avventurismi e cercano una via intermedia e più cauta per affrontare e sconfiggere il terrorismo internazionale. Hulsman, che per la Heritage Foundation si occupa di affari europei, non si è sbilanciato sulle prossime mosse dell’Amministrazione Bush in politica estera, ma crede che dopo le elezioni che Bush "vincerà di sicuro" (potrebbe essere sconfitto soltanto da Berlusconi che è ancora più filoamericano di lui) ci sarà un cambiamento al Dipartimento di Stato. In prima fila per sostituire Colin Powell ci sono Condoleezza Rice e Paul Wolfowitz, "l’uomo dell’Iraq", un neocon di razza che secondo il realista Hulsman sarebbe un’ottima scelta perché "è un uomo che pensa e che fa", anche se a quel punto i neoconservatori controllerebbero il Consiglio di sicurezza nazionale, il potente ufficio del vicepresidente, il Pentagono e il Dipartimento di Stato. Troppo. Senza dimenticare che Powell è molto utile a Bush, qualora le cose andassero male.
Giuliano Amato, Massimo Teodori, Giorgio La Malfa e Lucio Caracciolo sono gli ospiti italiani del convegno di Lucca, cui Pera ha chiesto di non fare finta che siamo tutti amici e che la pensiamo allo stesso modo, perché così non è.
"Siate franchi, non abbiate remore nel sottolineare le profonde differenze sui modi di affrontare la lotta al terrorismo", auspica il presidente del Senato. I neocon erranti non se lo fanno ripetere due volte.