Caro Christian, ma tu te ne intendi di macchine? Cioè, devo comprare una macchina, che la mia ha fatto 220 mila chilometri: nel frattempo alle automobili sono successe un sacco di cose, e io me le sono perse. Per esempio, le monovolume: tu hai capito il senso? Io ho capito che si sta più alti, e per noi non altissimi è una certa soddisfazione, una specie di rivincita su un decennale complesso di inferiorità. Ma non è che si capotta? La fanno tutti la prova dell’alce? E poi, ne ho provata una: per poco non stendo una signora sulle strisce che mi era rimasta impallata dal montante a sinistra del parabrezza. Poi è pieno di optionals costosissimi, che dopo un’ora ti sembrano indispensabili: ho guidato una macchina giapponese che aveva una telecamera sul paraurti posteriore e in uno schermo sul lunotto vedevi quello contro cui saresti andato a sbattere in retromarcia. Dici che torna buono?
Caro Luca, macchina giapponese? Ricordati che la proprietà di Max ha un qualche legame con la Fiat, nelle Americhe meglio conosciuta come Fix It, Again, Tony. Datti alle italiane e del problema investi (in senso metaforico) il direttore di codesto mensile, magari riesce a farti ottenere uno sconto per la Nuova Ypsilon (chiedi se lo fa a me). Io ho altro cui pensare. Siamo alla fine dell’anno e non ho ancora fatto nessuna classifica. Ci provo ora: migliore trasmissione televisiva dell’anno: l’Isola dei famosi; migliore Magnum serie i 7 vizi capitali: lussuria; migliore disco rock: Greendale di Neil Young; migliore spettacolo comico: quando l’Inter ha battuto 3 a 0 l’Arsenal; migliore film: non me ne viene in mente nessuno; migliori libri: American Ground di William Langewiesche e In un milione di piccoli pezzi di James Frey; miglior disco jazz: Changing Places di Tord Gustavsen; migliore sindaco di Roma: Walter Veltroni; migliore nome da mettere a un figlio: Pavel; miglior disco italiano: quello di Elisa; migliore trasmissione radiofonica dopo la rassegna stampa di radio radicale: ogni maledetta domenica su radiodue; migliore saggio di lucida e approfondita analisi di politica internazionale e non solo: Esportare l’America scritto da me di persona personalmente; migliore conduttore che ha appeso le scarpe al chiodo dell’anno: Luca Sofri. Credi che per la pubblicità subliminale contenuta nelle ultime tre categorie, il direttore di Max ci farà pagare molto?
Caro Christian, te la sei cavata nel finale, che a leggere del Magnum ti stavo per togliere il saluto. Quella è gente che manda a remengo tutte le cose care e importanti della nostra storia e delle nostre tradzioni, altro che il crocifisso a scuola: quelli hanno eliminato la Bomboniera! E l’hanno rimpiazzata con una robetta… bleah, non so nemmeno come descriverla. Io adesso vado al cinema, e devo stare digiuno tutto il tempo (il popcorn non mi piace, mbè?), per colpa dei loro magnumini (hanno un gelato che si chiama Magnum, e lo fanno piccolo: è come fare una station wagon coupé). Comunque, di Neil Young non c’era bisogno, dammi retta: se proprio vuoi un bravo Neil Young dei tempi nostri, segnati Damien Rice. Ha la stessa storia di David Gray, fece il botto in Irlanda e nessuno si era accorto di lui: ora lo stanno ristampando in tutto il mondo. Fossi te direi: miglior disco dell’anno (la differenza è che tu l’hai già detto di quattordici dischi, e manca ancora un mese).
Caro Luca, il migliore Rice dell’anno è Condoleezza. E’ stupenda Condy e pare suoni il pianoforte in modo strepitoso, specie mentre i marines liberano popoli mediorientali. Nel 2008, se non dovesse vincere Diaco, sarebbe fantastico assistere a una sfida tra lei e Hillary. Che ne dici? Noi di sinistra stiamo con il black power. E voi? In attesa che tu riesca ad elaborare una posizione terzista, ti consiglio di provare i migliori cornetti farciti alla crema dell’anno, li trovi alla pasticceria Sissy di Milano, in Piazza Risorgimento. Ti confermo, come ogni anno, che il miglior gelato nocciola di tutti i tempi lo trovi al Bar 900 di Alcamo e per la miglior-qualsiasi-cosa al cioccolato devi andare da Enrst Knamm sempre a Milano, zona Cinque Giornate.
Caro Christian, ma che è? Il mese della marchetta? Posso anch’io elencare il nome del mio ortolano e del concessionario dove vorrei comprare la macchina? Mi rifiuto, io sono uno integro, se voglio che mi mandino l’ultimo Asterix telefono in Mondadori, ma non sto mica qui a dire che sono la casa editrice migliore del mondo: si sa, che la migliore del mondo è la Rizzoli.
Caro Luca, la migliore casa editrice del mondo è Random House che pare abbia dato a un giornalista italiano, Andrea di Robilant, più di un miliarduzzo come anticipo per scrivere la storia di due suoi avi veneziani. Il libro ora è uscito anche in Italia, per Mondadori. Quando telefoni chiedine due copie.