Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 31 dicembre 2003

La
prima pagina del quotidiano di Largo Fochetti, cioè La
Repubblica (Rep.), ieri 30 dicembre si apriva con "Pacco
bomba a Trichet spedito da Bologna". L’editoriale di Andrea
Bonanni comincia così: "Perché Prodi? Perché
Trichet?". Già perché? Bonanni spiega che
"l’Europa, nei suoi simboli federali, diventa un bersaglio
non solo delle sparate di Bossi, delle imboscate politiche di
Tremonti, delle doppiezze di Silvio Berlusconi, degli anatemi
dell’amministrazione Bush e dei consiglieri neoconservatori della
Casa Bianca: tutti attori di una legittima battaglia politica.
Con un salto di qualità sconcertante, l’Unione diventa
persino il pretesto di una violenza che si autodefinisce libertaria
e rivoluzionaria".
L’altro titolo è "La confessione di Tanzi",
che smentisce l’editoriale del giorno prima di Giuseppe Turani,
il quale aveva predetto che "un memoriale onesto, sincero
e completo non ci sarà perché non potrebbe essere
che un atto di accusa di Tanzi contro Tanzi". E invece pare
che ci sia stato.
In prima pagina c’è anche Guido Rampoldi sulla Serbia,
paese che conosce così bene da aver scoperto lo scandalo
Telekom, salvo poi aver partecipato all’insabbiamento.
Red. Corr. è l’unico essere vivente, insieme con il titolista
di corvée, ad aver letto per intero le due pagine del
poco chiarissimo prof. Franco Cordero. E’ impossibile recensirle,
anche perché non si capisce di che parli (il povero titolista
ci ha provato: "Gli atti apparentemente gratuiti hanno una
logica sommersa e anche il clima può pesare sulla storia,
come documentano le antiche catastrofi e come prova la lunga
stagione secca che ci sta alle spalle"). L’unica cosa chiara
è che ci sono un paio di cose contro Berlusconi, definito
felicemente "l’affarista stregone", e contro un "Frate
nero" che potrebbe essere chiunque. L’articolo è
suddiviso in capitoletti, come se fosse un diario. Basti la nota
del 3 dicembre: "L’orribile bel tempo non dà tregua,
‘ce désordre affreux’ (Racine, Phèdre, nel ‘Récit
de Théramène’, sul quale rileggo Leo Spitzer):
‘flamme noire’, ‘funestes bienfaits’ e simili oxymora; ieri erano
percettibili 27°. L’Avvento porta cose nuove al teatro meteoro-politico-religioso.
Frate Nero somministra al pubblico 11 versetti del nono capitolo,
dove al suono della quinta tromba cade una stella dal cielo e
il sole affoga nel fumo del pozzo, mentre cavallette-scorpioni
rombanti, con i capelli lunghi, corazze, denti da leone, tormentano
chiunque non abbia sulla fronte il ‘signum Dei’: dura cinque
mesi il tormento; li comanda l’angelo dell’abisso, Abaddon, alias
Apollyon ovvero Exterminans".
(continua)

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