La
prima pagina del quotidiano di origine indipendente ma ora in
corso di trasferimento in Largo Fochetti, quartiere della Garbatella,
cioè Repubblica (Rep.), l’unico giornale del mondo occidentale
che si premura di definire "di origine ebraica" l’autore
di un articolo comparso sulle sue pagine il 21 novembre, ieri
8 dicembre si apriva con "Russia al voto, stravince il partito
di Putin". Pagine routinarie quelle sulle elezioni russe
e sulla ricaduta politica della manifestazione sindacale di sabato.
Interessante, invece, la notizia scovata sul Daily Telegraph
da Enrico Franceschini (da qualche settimana davvero in forma):
"Svelata la fonte del dossier che causò lo scontro
Bbc-governo". Il giornale inglese ha intervistato il generale
iracheno che spiegò ai servizi segreti britannici come
Saddam avrebbe potuto attaccare l’Occidente in 45 minuti. Dunque
non era un’invenzione di Blair, quell’accusa. Franceschini è
costretto ad ammettere che "in apparenza le sue rivelazioni
costituiscono un punto a favore di Blair (e Bush)". In apparenza,
però. E, infatti, Franceschini ritorna col suo adagio
sulla fine imminente di Blair: "A Londra si rafforza l’opinione
che, se a una condanna di Blair sul caso Kelly si aggiungesse
una sconfitta in Parlamento della legge per aumentare le tasse
universitarie, il primo ministro potrebbe essere costretto a
dimettersi". A Roma, invece, si rafforza l’opinione che
se la condanna sul caso Kelly arrivasse per la Bbc, cioè
per chi ha esagerato le accuse contro Blair, Franceschini purtroppo
resterebbe saldo al suo posto. A proposito di previsioni, domenica
Renato Caprile ne ha avanzata una: "Ecco Al Tai, l’ex gerarca
che piace a Bush. Guiderà il nuovo Iraq". Sembra
altamente improbabile, ma se così sarà qualcuno
dovrà premiare Caprile.
Sempre domenica c’era un bellissimo articolo di Adriano Sofri
sulla morte del boia di Khomeini. Il ritratto di quest’uomo "ripugnante"
è delizioso, nonostante Sofri scriva di non aver trovato
"una riga su questo decesso nei giornali italiani".
E’ probabile che i republicones abbiano tenuto nel cassetto l’articolo
di Sofri per qualche giorno, non tenendo così conto che,
sabato, su un piccolo giornale d’opinione proprio accanto alla
rubrica di Sofri c’era un articoletto sul boia di Khomeini. Così
come, domenica, la visita di Rumsfeld a Baghdad non poteva essere
"a sorpresa" come ha titolato Rep, perché il
giorno prima era stata annunciata sul medesimo piccolo giornale.
Bella, invece, l’intervista di Vanna Vannuccini al premio Nobel
iraniano Shirin Ebadi, così come il racconto di Don Delillo
sulla Dolce Vita e l’inchiesta di Jenner Meletti su un treno
di "pendolari ribelli".
Sul caso Geronzi, Rep. si è schierata col padrone di Capitalia.
Massimo Giannini accusa il centrodestra, ma Red. Corr. gli ribalta
la frase e scrive che Giannini "fa questo strano uso alternativo
della giustizia: i pm che a Milano processano il grande Imprenditore
d’Italia sono civil servant irreprensibili, mentre i pm che a
Roma indagano su un grande banchiere sono eversori irresponsabili".
Mario Pirani si è scandalizzato per le parole del Cav.
al New York Times, "le più gravi e serie affermazioni
che Berlusconi abbia mai pronunciato nella veste di presidente
del Consiglio". Mizzica. E che ha detto il Cav? "La
comunità delle democrazie occidentali deve esser pronta
a intervenire come esportatrice di democrazia e libertà
nel mondo intero". Grave?! E se avesse detto che "la
comunità delle democrazie deve esser pronta a intervenire
come esportatrice di dittatura e tirannia" come avrebbe
commentato Pirani, autore di origine Eni? (continua)
9 Dicembre 2003