Camillo di Christian RoccaRE: NO SUBJECT di Christian Rocca & Luca Sofri

Caro Christian, avevo fatto un bel proposito per l’anno nuovo, ma ho avuto una delusione. Ho scoperto, per via di Schwarzenegger, che non posso fare il presidente degli Stati Uniti (neanche tu, avvisato). Non che non mi trovi bene, qui con te, per carità. Ma avevo un progetto di interior design che mi è caro e che mi dà da pensare da molto. E cioè: perché tengono la scrivania rivolta verso il muro? Nell’Ufficio Ovale, dico. C’è questa bellissima stanza illuminata da tre porte finestre che affacciano sul giardino della Casa Bianca, nientemeno. E l’uomo più potente del mondo che fa? Sta girato dall’altra parte. Mai che a uno sia venuto in mente di arrivare lì, bello insediato, e girare quella dannata scrivania. Lo so cosa stai per dire: che quella è gente che ha da lavorare seriamente, non come me che stenderei le gambe sopra la scrivania e passerei il tempo a guardare gli scoiattoli. O la neve che cade. Ma sospetto che a una buona politica presidenziale un bel panoramino potrebbe solo giovare. Guarda me: sto scrivendo con un bel tramonto milanese davanti agli occhi, e non ho ancora bombardato nessuno.

Caro Luca, gran bella battuta. Sembri quella figlia di un senatore di Forza Italia che dice di fare satira e poi dà di ciccione a Giuliano Ferrara. Mettete insieme le vostre “qualità autorali” – sì, ha detto “autorali” la figlia del senatore di Forza Italia – sono certo che riuscirete a escogitare uno sketch originale, una cosa mai vista, tipo tirare una torta in faccia. Ci fareste morire dalle risate. Comunque, detto questo, è da scemi censurare sia la satira sia qualsiasi altra cosa. Peggio della censura ci sono soltanto le lagne dei censurati. Senti, mi è venuta un’idea: perché non facciamo di questa nostra corrispondenza “autorale” un bel libro? Una bella raccolta di tutti i nostri re: no subject. Non sarebbe meraviglioso? Sono certo che non ce lo pubblicherebbe nessuno. Censura, censura.

Caro Christian, non so se i lettori italiani siano pronti per un’opera di tale portata, che farebbe senz’altro discutere. Meglio aspettare. È anche una questione di umiltà e modestia, qualità per cui noi andiamo famosi e di cui si potrebbe dubitare qualora accettassimo un grosso anticipo. Molto grosso, poi, sarebbe imbarazzante. Chissà quanti soldi hanno dato allo scrittore di culto David Foster Wallace, perché scrivesse finalmente un buon libro né troppo lungo e né troppo corto, e lui gli ha consegnato un trattato di storia della matematica pieno di radici quadrate e derivate seconde. Quanto allo sketch di tirarti una torta in faccia, non lo dare per perso. Guardati attorno.

Caro Luca, è molto più bello il libro che ha scritto un giornalista del Tg5, si chiama Gaetano Savatteri, lui è quello che fa i servizi di cronaca con la erre moscia. In realtà sono due i giornalisti del Tg5 che arrotano le r e scrivono romanzi, l’altro è Marco Ferrante, ed è anche lui un mio caro amico. Eppure, pensa, nessuno dei due mi ha ancora presentato Annalisa Spiezie. Comunque, ti dicevo, Savatteri ha scritto “La ferita di Vishinskij”, una storia intricatissima ambientata a Palermo tra l’Ottocento e oggi. Te la consiglio, anche perché Vishinskij era il pubblico accusatore dei processi staliniani e anche il nomignolo che Cossiga diede a Luciano Violante. Anche Violante ha scritto un libro, Un mondo asimettrico, che probabilmente è il migliore tra tutti quelli antiamericani usciti di questi tempi. Ma, invece, prendi il libro di Martin Amis sui crimini di Stalin e il fighettismo di sinistra. Si intitola Koba il terribile, Koba è il nomignolo di Stalin, ma non credo che Cossiga c’entri.

Caro Christian, quello che mi piace di te è la visione spassionata e distaccata sulla politica. Ogni tanto dovresti scrivere qualcosa contro qualcuno di sinistra, secondo me. Il libro di Amis è brutto e stupidino: arriva sempre qualcuno alla fine della fiera che pretende di aver capito tutto. In questo capisco che tu ti senta vicino ad Amis. Cose più efficaci e ragionevoli sul comunismo le aveva scritte Arthur Koestler diversi decenni prima. Per distrarti, ti consiglierei una bellissima ricostruzione della storia del Bounty, appena uscita in America. Si fa del revisionismo sulla figura del cattivissimo capitano Bligh, contro cui si ribellarono gli ammutinati, che poi non era così cattivo: questo dovrebbe piacerti. Legge e ordine, augh.

Caro Luca, Buio a mezzogiorno, è uno dei caposaldi del pensiero occidentale insieme con Mezzogiorno di fuoco, Nicole Kidman e i punti fragola dell’Esselunga ma, pensa, fu stroncato dai lucasofri del tempo. Comunque, ti sorprenderò. Ti elogio il libro di un filosofo francese, Bernard Henry Levy, che nonostante somigli a Daniel Auteuil, quello che nei film francesi bacia sempre Emanuelle Beart, ha scritto una bellissima inchiesta sull’assassinio del giornalista Daniel Pearl. E poi: hai mai sentito il disco “Gramsci Bar”? E’ fantastico. E’ una raccolta di canzoni storiche della sinistra, l’Internazionale, Fischia il vento eccetera, riarrangiate in modo lounge e fighetto. Tipo Budda Bar. Giro-girotondo-quanto-è-bello-il-mondo, però non c’è.

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