La
prima pagina del quotidiano di Largo Fochetti, cioè La
Repubblica (Rep.), ieri 9 gennaio si apriva con "Parmalat,
scontro Pera-Fazio". L’editoriale è dell’addetto
alle questioni delicate, Massimo Giannini, secondo il quale siamo
di fronte a un "imbarbarimento istituzionale che, propiziato
dal ministro del Tesoro, rischia di espandersi come una metastasi
nel corpo vivo del sistema repubblicano". Non solo: "L’intervista
di Marcello Pera al Sole 24 Ore è inaccettabile per la
seconda carica dello Stato". In realtà è inaccettabile
per Giannini. Su Parmalat, infatti, Rep. difende il governatore
di Bankitalia, abbraccia il banchiere Cesare Geronzi e scagiona
i controllori al fine di far credere ai propri lettori che la
sparizione di migliaia di miliardi di lire sia "dovuta più
al comportamento fraudolento dei singoli che non alle colpe di
un intero sistema". Insomma, secondo Giannini, Calisto Tanzi
è un mariuolo.
I titolisti hanno tradito il bravo Alberto Flores D’Arcais. Il
suo articolo comincia così: "Le armi in mano a Saddam
erano in tempi lunghi una minaccia per la stabilità della
regione e per la sicurezza globale ma non rappresentavano un
immediato pericolo per gli Stati Uniti". Scrive anche che
pur non essendo state trovate armi, in Iraq la ricerca "aveva
portato solo alla scoperta di documenti che rivelavano l’esistenza
di decine di programmi di sviluppo e i tentativi di nasconderli
all’Onu". I documenti, continua il giornalista, "fanno
pensare che il regime di Saddam intendesse sviluppare armi di
sterminio". Sapete come hanno sintetizzato i valorosi uomini
del desk? "Usa, rapporto contro Bush: ‘Un bluff le armi
di Saddam’" (peraltro la frase è falsa, nel dossier
non c’è).
"Il caso", scrive Rep. a pagina 26. E qual è
questo caso? L’associazione padronale, Libertà & Giustizia,
ha registrato "un fortissimo consenso" per la lista
unitaria. Urca.
L’ex Mandrake Sergio Cofferati è confinato a pagina 17,
in attesa che le sue foto sulla Piazza Rossa vengano cancellate.
(continua)
10 Gennaio 2004