La
prima pagina del quotidiano di Largo Fochetti, cioè La
Repubblica (Rep.), ieri 13 gennaio si apriva con "Bus selvaggio,
Milano nel caos". L’editoriale è di Giorgio Bocca,
secondo il quale la colpa del caos è di Reagan e della
signora Thatcher. L’analisi continua così: "Si ripetono
in condizioni mutate, meno traumatiche, le contraddizioni che
segnarono gli anni Venti". Fate attenzione: secondo Bocca
"si ripetono in condizioni mutate, meno traumatiche, le
contraddizioni che segnarono gli anni Venti". Sta parlando
del fascismo, argomento che peraltro conosce alla perfezione?
Sì, sta parlando del fascismo: "Quel sindacato nazionale
che aveva perso il controllo delle masse operaie" e
tenetevi forte "quella reazione fascista che giocava
sui disordini per imporre il suo ordine". La colpa, ci siamo
arrivati, è del Cav. E’ lui che, dalla Sardegna, novello
Duce, incita al disordine per "imporre il suo ordine".
Ma non è finita. Secondo l’editorialista, "quella
reazione fascista che giocava sui disordini per imporre il suo
ordine" si nota non soltanto sulla questione sociale, ma
anche, "oggi", sugli "eventi internazionali".
Eccolo: anche Bush è fascista, anche lui c’entra con lo
sciopero dei tranvieri. Bocca sposa anche la tesi tremontiana
sull’euro. La colpa del disagio sociale non è soltanto
di Reagan, della Thatcher, del Cav. e di Bush, una responsabilità
ce l’ha anche Romano Prodi: "Un cambio della moneta che,
casuale o premeditato, ha decurtato il potere di acquisto dei
ceti popolari". Dare la colpa a un nemico esterno che non
c’entra niente, è una costante della retorica bocchiana.
Nel 1942, infatti, sulla Provincia Grande, organo dei fasci combattenti,
Bocca scrisse (lo ha ricordato Mirko Tremaglia in un articolo
mai smentito su Panorama) queste parole: "Questo odio degli
ebrei contro il fascismo è la causa prima della guerra
attuale. La vittoria degli avversari solo in apparenza, infatti,
sarebbe una vittoria degli anglosassoni e della Russia; in realtà
sarebbe una vittoria degli ebrei. A quale ariano, fascista o
non fascista, può sorridere l’idea di dovere, in un tempo
non lontano, essere schiavo degli ebrei?". Nelle ultime
due righe dell’articolo: "Sarà chiara a tutti, anche
se ormai i non convinti sono pochi, la necessità ineluttabile
di questa guerra, intesa come una ribellione dell’Europa ariana
al tentativo ebraico di porla in stato di schiavitù".
Per il resto c’è da segnalare un bell’articolo di Adriano
Sofri su Norberto Bobbio e la prima, da mesi, opinione controcorrente
di Michele Serra. L’umoralista scrive che dare del "buffone"
al Cav. è "una maniera molto poco gentile e intelligente
di esprimere le propri opinioni". (continua)
14 Gennaio 2004