La
prima pagina del quotidiano di Largo Fochetti, cioè La
Repubblica (Rep.), ieri 2 gennaio 2004 si apriva con "In
Europa è mancata l’Italia". Si tratta di un’intervista
a Romano Prodi di Andrea Bonanni, l’unico cronista europeo cui
è consentito salire sulla macchina del presidente Ue.
La frase del titolo è di Prodi medesimo, ed è riferita
alle mancanze del governo del Cav., ma se qualche giornale inglese,
dal Times di Londra al Financial Times all’Economist, volesse
ripubblicarla potrebbe mantenere il titolo originale senza dover
spiegare che si tratta di una polemica interna italiana. Anche
per loro, infatti, "in Europa è mancata l’Italia",
anzi più che l’Italia è mancato proprio il presidente
della Commissione designato dall’Italia, il quale per gli inglesi
è stato il peggior presidente di sempre, ha brillato per
la sua assenza e quando è stato presente, secondo l’Economist,
gli è capitato spesso di appisolarsi durante le riunioni.
Ma queste sono opinioni e pettegolezzi di pur autorevoli giornali
anglosassoni. L’intervista elettorale comincia con la rivendicazione
prodiana di aver avviato la mediazione "che ha consentito
di arrivare all’accordo sulla distruzione delle armi libiche".
Gheddafi ha telefonato a Prodi per ringraziarlo, ma Rep. non
scrive che Bush invece s’è complimentato col Cav. perché
sarebbe stata un’azione dei servizi italiani ad aver convinto
Gheddafi a cedere. Se Bush ha telefonato al Cav. e il dittatore
libico ha ringraziato Prodi, vorrà dire qualcosa?
In realtà a pagina 5 la notizia della telefonata Bush-Cav.
c’è, ma è offerta ai lettori come se fosse l’ennesima
gaffe berlusconiana. La pagina è sul messaggio televisivo
di Ciampi. Il titolo dell’articolo dice: "Berlusconi non
chiama il presidente". Di fianco c’è un box, "La
curiosità", dal titolo: "Ma il premier parla
con Bush". Villano.
Riepilogo: il dittatore messo alle strette dal mondo occidentale
ringrazia Prodi della mediazione, e si merita le prime righe
dell’articolo principale sulla prima pagina di Rep. Il presidente
americano si congratula con il Cav. per aver contribuito a far
cedere il dittatore di cui sopra, e prova l’ennesima gaffe del
Cav. che, secondo i republicones, avrebbe fatto bene a sbattere
il telefono in faccia a George per congratularsi di prima mattina
con Ciampi e magari assistere insieme "al miracolo quotidiano
del risveglio della natura".
Strepitosa la pagina 12. Rep. ha uno scoop clamoroso sull’Iraq:
"Allarme chimico per i carabinieri". A Nassiriyah i
nostri militari hanno passato un Capodanno "con le maschere
antigas per una minaccia di attentato". Si tratta, addirittura,
della "seconda allerta dopo una soffiata che parlava di
lanciagranate caricati con polvere bianca". In Iraq, svela
dunque Rep, ci sarebbero armi chimiche, armi di distruzione di
massa. Rep. testimonia che se ne parla, che arrivano rapporti
concordanti sia dai servizi segreti internazionali sia da fonti
irachene. Ma invece che puntare su questo straordinario scoop
mondiale con cui avrebbe stracciato la concorrenza globale (se
solo fosse vero), Rep. ha presentato il tutto come se fosse l’ennesima
attestazione dell’irresponsabilità di un governo che pur
di continuare a ricevere le telefonate di Bush fa rischiare la
vita a tremila poveri e ignari ragazzi italiani. Infine Michele
Serra, umoralista anche i primi dell’anno: "Mi chiedo se
la sinistra saprà cogliere al balzo la palla del sociale".
Perché mai una palla sola? Le colga entrambe, quelle duepalle
del sociale, no? (continua)
3 Gennaio 2004