La
prima pagina del quotidiano di Largo Fochetti, cioè La
Repubblica (Rep.), ieri 5 gennaio 2004 si apriva con "Bin
Laden: l’Iraq alle armi, Saddam traditore". Non solo il
titolo d’apertura, ma anche due pagine interne. Solo un articoletto,
invece, sulla nuova Costituzione afghana che "dovrebbe traghettare
il paese verso la democrazia" (ma il Corriere ha fatto peggio:
prima ha scritto che l’accordo era saltato, poi ha dato la notizia
con una breve).
"Tutti a tavola, l’avanzo è servito" si legge
a pagina 28. "Dai cappelletti al panettone non si butta
nulla: basta saper riciclare". Pagina e titolo di "servizio",
come si dice. Ma anche, anzi: soprattutto, una stilettata perfida
di Ezio Mauro a Eugenio Scalfari, che domenica aveva scritto
un editoriale, che il direttore gli ha tagliato nella sua ridondante
parte finale. Scalfari si deve essere incavolato e l’avanzo,
visto che non si butta niente, è stato pubblicato sul
numero di ieri: basta saper riciclare, no?
L’articolo di Scalfari diceva che il bilancio della guerra al
terrore è in pesante passivo. "I fatti sono fatti",
ha scritto Scalfari. Il quale, tra i fatti, s’è però
dimenticato che sono state cancellate due dittature, liberati
due popoli e avviato il processo costituzionale e democratico
per 50 milioni di persone. I fatti, in effetti, sono fatti anche
se Rep. non li racconta. Sempre domenica c’era una paginata di
Attilio Bolzoni a Nassiriyah sulla "missione del tenente
Giovanni, specialista in relazioni tribali". Rep. non scrive
che il tenente Giovanni, (di cognome fa Parigi), ha tenuto un
diario sul Foglio con le stesse identiche cose, notizie, aneddoti
e battute apparentemente svelate ieri da Bolzoni.
La sonda Usa su Marte è commentata da Zuccopycat, il quale
solo qualche settimana fa aveva però preso in giro le
mire spaziali di Bush e decretato finita la Nasa. Federico Rampini
(Ramp!) commenta double-face il disastro aereo in Egitto. Nella
prima parte la tragedia "è figlia della liberalizzazione
mondiale", nella seconda chiede di non trasformare la critica
alla deregulation "in un alibi per quegli avversari della
concorrenza che vi si sono sempre opposti". Ottimo il racconto,
domenica, di Sandro Viola sul primo viaggio di Paolo VI in Terra
Santa, così come la rievocazione di Salman Rushdie (sabato)
sulla condanna a morte comminata da Khomeini. In tre pagine,
però, Rep. si è dimenticata di scrivere che la
condanna a morte è ancora esecutiva. (continua)
6 Gennaio 2004