Camillo di Christian RoccaW Dio, abbasso Chirac, sì a Rumesfeld, via Arafat. E' Bush? No è Kerry

New York. "Sono un credente e un cattolico praticante, sposato con un’altra credente e praticante cattolica. Essere un cattolico americano in questo particolare momento della storia ha tre particolari implicazioni. Le prime due conseguono direttamente da due dei Comandamenti fissati nelle Scritture: il nostro obbligo di amare Dio con tutto il nostro cuore, la nostra anima, il nostro spirito e di amare il nostro prossimo come noi stessi. Il primo comandamento significa che dobbiamo credere che ci siano livelli assoluti di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Potrebbero non essere sempre chiari, ma esistono. Ed è nostro dovere onorarli nel modo migliore possibile. Il secondo comandamento vuol dire che il nostro impegno per l’uguaglianza dei diritti e per la giustizia sociale, qui e nel mondo, non è semplicemente una questione politica o economica o di teoria sociale, ma è un ordine diretto che proviene da Dio".
Non pensate subito a George Bush né a un qualsiasi fondamentalista religioso, queste parole sono di John Kerry, il senatore liberal del Massachusetts che al momento è il più probabile candidato democratico per la Casa Bianca. Le ha scritte di suo pugno nell’autobiografia appena uscita, "A call to service: my vision for a better America". Kerry ovviamente non mischia politica e religione, cosa che indirettamente imputa a Bush, ma resta il fatto che l’autodescrizione, non solo sui temi religiosi, rischia di far venire un coccolone a chi in Europa pensa che Bush sia un alieno.
Il senatore è un convinto internazionalista ma, scrive a pagina 41, "non possiamo lasciare che la nostra sicurezza nazionale venga decisa da quelli che, pensando al Vietnam, si oppongono automaticamente a qualsiasi intervento americano nel mondo, né la nostra agenda può essere definita da chi vede il potere americano come la principale forza del male nel mondo". Secondo Kerry, "il minimo che dovremmo chiedere al prossimo candidato democratico alla presidenza" è di criticare Bush ma anche, allo stesso modo, "l’ostruzionismo francese e russo durante il dibattito sull’Iraq alle Nazioni Unite". A pagina 50: "Francia, Germania e Russia non hanno mai sostenuto né offerto una credibile politica per verificare che le risoluzioni delle Nazioni Unite sull’Iraq fossero davvero adempiute. Ed è chiaro come la Francia stia flirtando con la rinascita della fantasia di Charles de Gaulle di fare dell’Europa un contrappeso indipendente al potere americano, ovviamente guidato da Parigi. Così per quello che riguarda la Germania, il neopacifismo che sta dietro la sua obiezione alla guerra contro Saddam rischia di far diventare la Nato uno strumento senza mordente, irrilevante per la sicurezza collettiva dell’Alleanza atlantica". Su questo punto, contro il volere dei generali, Kerry rivoluzionerebbe tecnologicamente l’apparato militare americano, "Rumsfeld non c’è riuscito, ma aveva ragione a sfidare la loro resistenza al cambiamento" (pag. 63).
"Spero che nel momento in cui leggerete questo libro l’Onu sarà stato utilmente impiegato come partner nella ricostruzione dell’Iraq e che Jacques Chirac avrà finito di ribellarsi stupidamente contro l’idea stessa di Alleanza atlantica". Su Israele non ha tentennamenti ("non è solo l’unica democrazia ma anche il baluardo della sicurezza americana nella regione"). Arafat e la sua organizzazione, invece, sono "coinvolti in atti terroristici, compresi gli attacchi suicidi", per cui "è un partner di pace impossibile per Israele". Di più: "Gli Stati che sponsorizzano il terrorismo contro Israele semplicemente devono finirla, così come deve terminare la politica di quegli Stati arabi che pubblicamente sostengono la guerra al terrorismo e privatamente finanziano il radicalismo islamico anti occidentale". Insomma sembra Bush. Ma è a pagina 55 che si capisce tutto di Kerry e di quella sinistra che si crede antropologicamente superiore agli avversari: "Abbiamo bisogno di un presidente che non faccia la cosa giusta per le ragioni sbagliate".

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