Camillo di Christian RoccaArchivio blog – Febbraio 2004

Raccolta mensile del blog


Documento interessante

L’American conservative è il giornale delle destra estrema d’America, diretto dall’iper conservatore (e antisemita, aggiungo io) Pat Buchanan, uno che non trova spazio neanche nell’ampia coalizione della destra bushiana. Buchanan ha scritto un lungo e durissimo articolo contro i neocon, con gli stessi identici argomenti che usano i detrattori di sinistra, ma non è questo quello che voglio segnalare. Voglio segnalare questi due passaggi:
“But the problem for neocons is not that so many are Jewish, but that so few are conservative. Lawrence Kaplan, a Perle colleague who co-authored a book with William Kristol, after reading An End to Evil, declared: “This is not conservatism. It is liberalism, with very sharp teeth” “.
“In temperament, too, neoconservatives have revealed themselves as the antithesis of conservative“.

29 febbraio


Gossip di quarta categoria

Taki sostiene che la moglie del direttore del New York Times prima di conoscerlo sia stata l’amante di John Kerry. Ed è per questo, scrive Taki, che il New York Times sostiene Kerry. Fregnacce, ovviamente.

29 febbraio


Drudge Report

Primo articolo per Vanity Fair (mio non di Drudge Report). E’ uscito la settimana scorsa.

Vanity Fair, febbraio


Ecco i soldi che si fregava Saddam, affamando il suo popolo

E tutte le violazioni delle sanzioni Onu.

29 febbraio


Bush non arretra, Kerry non arretrerebbe

Parla Richard Perle.

Il Foglio, 28 febbraio


Passion sadomaso

Ancora reazioni al film, da un convegno newyorchese, da Hitchens, Sullivan e New Republic

Il Foglio, 28 febbraio


L’appassionato Socci

Una risposta breve, e con le sue stesse parole, al suo articolo di ieri.

28 febbraio


Capezzone goes to Washington

Nella tana del lupo, all’American Enterprise.

28 febbraio


Diecimilaseicentosessantasette bambini, quattromilatrecentonovantadue preti

I vescovi americani pubblicano un rapporto sul numero degli abusi sessuali negli ultimi 52 anni.

28 febbraio


Mel Gibson porta i calzini bianchi corti

da Jay Leno ieri sera. Deve di Monica Bellucci ha detto: “Nel film ha una sola battuta, per il resto basta guardarla”.

27 febbraio


La controstoria sul caso Harold Bloom e Naomi Wolf

Naomi Wolf ha raccontato sul New York Magazine di una proposta erotica di Harold Bloom. Il New York Observer, con Rachel Donadio, aveva anticipato la notizia e ora spiega che si tratta di Much ado about nuzziglin (Molto rumore per una strofinatina)

27 febbraio


Il rapporto sui diritti umani del 2003

Del Dipartimento di Sato americano. Qui la scheda sull’Italia.

27 febbraio


TiVo per le radio

7 febbraio


Rosie O’Donnell si è sposata

A San Francisco. Con una donna.

27 febbraio


Le reazioni a The Passion

Una donna, in Kansas, è morta di crepacuore

Il Foglio, 26 febbraio


E ti pareva

Il New York Times appogga Kerry e non Edwards

26 febbraio


Una barriera che ha un senso (A fence that makes sense)

I lettori del Foglio sanno già tutto, grazie a Emanuele Ottolenghi, ma ora che Foreign Affair pubblica questo saggio (qui in versione ridotta per il Los Angeles Times) magari se ne accorgeranno anche i fighetti d’Italy.

26 febbraio



Kill Jesus, il film di Mel Taliban Gibson sembra una Passione Pulp di Quentin Tarantino

Ho visto in anteprima il film The Passion of the Christ.
Ecco il racconto, i passaggi a rischio antisemitismo ci sono.
Qui un’intervista con monsignor Lorenzo Albacete.

Il Foglio, 25 febbraio


Bush avrebbe fatto meglio a stare fermo

25 febbraio


Ledeen sull’Iran

25 febbraio


Bush preferisce Kerry a Edwards

Il Foglio, 24 febbraio


La Cia ricevette il nome e il telefono di uno dei dirottattori dell’11 settembre due anni e mezzo prima dell’attacco

Questo vuol dire che la junta Clinton-Gore sapeva dell’11 settembre e non ha fatto niente per poter invadere liberamente i pozzi petroliferi iracheni? No, ovviamente.
Vuol dire che la Cia fa acqua da tutte le parti (specie da quando è stata ridimensionata perché non serviva più, almeno così dicevano quelli che ora sostengono che il terrorismo si combatte con l’intelligence) e che tutte le teorie sui complotti neocon e della Halliburton sono spazzatura per idioti.

24 febbraio


Pannella & the City

Ieri Marco Pannella è sbarcato a New York

24 febbraio


Intervista a Ideazione

Di qualche giorno fa, tema: politica americana

24 febbraio


Vergogna

L’ultima puntata di Sex & the City è stata penosa. Gli autori sembra che si siano vergognati di quello che hanno fatto finora. Piangono tutti, sono tutti buoni, Miranda lava la schiena alla suocera, non c’è sex e neanche city (è quasi tutta girata a Parigi). Vergogna.
(Mr. Big si chiama John).
Hanno ragione a Slate.

23 febbraio


Shame on me

Ieri sera al cinema di Union Square, proiezione di Starsky & Hutch (capolavoro, nel finale compaiono anche i due originali S&H). Ma la notizia è questa: seduto di fianco a Rocca & Soncini c’erano Michael Moore & regolare cappello da baseball.
(Nota: ecco perché gli americani sono più simpatici, anche quelli insopportabili come Moore. Ve lo immaginate un equivalente italiano di Moore che va a vedersi Starsky & Hutch?).

22 febbraio


No war for marsh (palude)

Quei cattivoni degli americani ora salvano anche i marsh arabs, gli arabi della palude, sterminati da Saddam.

22 febbraio


Liberals must realize that some things are correct and legitimate even if George Bush believes them

Il New York Times recensisce i libri che sostengono che con il Patriot Act (votato da Kerry, Edwards, Gephardt e Lieberman) la libertà sia in pericolo, e scrive che “Of course, one legitimate complaint that Ashcroft and many others could lodge against nearly all these books is that they fail to spend any time on the threat to liberty not from Ashcroft but from Al Qaeda.

22 febbraio


Una delle frasi più idiote mai scritte

Sul primo editoriale del NYT di ieri: “In recent years, contests for the House of Representatives and state legislatures have looked more and more like the Iraqi election in 2002, when Saddam Hussein claimed 100 percent of the vote for his re-election”.

22 febbraio


Nader, non farlo

Quattro giorni dopo Il Foglio, il New York Times fa un articolo sulla sinistra che prega Nader di non candidarsi. Decide oggi in diretta tv a Meet the Press a Meet the Press.
Aggiornamento:
Nader l’ha fatto. Si candida da indipendente.

22 febbraio


Se non ci fosse bisognerebbe inventarla

21 febbraio


Due Americhe davvero americane

Si vedono in campagna elettorale, si odiano ma l’una si regge sull’altra
(Con battuta iniziale rubata a Luca Sofri e battuta finale dedicata a Luca Sofri)

21 febbraio


“I saw about a dozens prisoners eating apples at picnic tables”. Il New Yorker a Guantanamo ha visto cose che voi umani…

Ancora Guantanamo, ancora conferme che non c’è tortura dal New Yorker del 9 febbraio 2004, articolo di Jeffrey Toobin, molto critico sulla situazione giuridica, ma solo su quella (come Camillo cerca di spiegare da semestri).
Per chi dice che non c’è accesso al campo:
“About two hundreds journalists, delegations from fifty governments, and many American elected officials have toured the base in the past eighteen months”

Sulle condizioni di vita:
“They get fat very quickly – he said (parla un responsabile del campo). Two other big complaints are constipation and sport injuries, sprained ankles and toes”.
A causa di torture? (domanda retorica di Camillo)
No
, “from volleyball and soccer”.
Il New Yorker non legge i giornali e i blog italiani:
“Criticism of the American operation at Guantanamo has focussed less on the conditions of incarceration than on its indefinte length”.
Il giornalista spiega che le condizioni-base prevedono la restrizione in cella per quasi tutta la giornata, ma dice e non dice (come aveva scritto esplicitamente il New York Times Magazine) che sono solo i pochissimi (“15-20%”) che non collaborano, cioè che si rifiutano di rispondere alle domande. In quel caso restano in una cella singola che secondo uno dei generali è grande quanto una cella per due in America, secondo il giornalista è più piccola del 45% (ma sempre rispetto alla doppia).
Per gli altri detenuti le condizioni sono migliori:
“The hundred and sixty prisoners at Camp Five sleep in dormitory-style bunks rather in cells, and are free to circulare within the camp for the most of the day”.
Scrive il giornalista del New Yorker, pericoloso giornale reazionario e notoriamente vicino al Pentagono:”When I walked trough Camp Four, I saw about a dozens prisoners eating apples at picnic tables. Several prisoners have learned english, and they chatted easily with the M.P.’s”.
A Guantanamo c’è solo gente della guerra afghana, la controprova che gli americani non sono cattivi, ma tengono lì solo i prigionieri terroristi non appartenenti a un esercito regolare, ai quali secondo loro si può non applicare la convenzione di ginevra.
“There are no prisoners from Iraq in Guantanamo. The Iraqis are being treated as prisoner of war and for the most part are still being held in Iraq”.

21 febbraio


Le illusioni iraniane

Amir Taheri le svela. Michael Ledeen ci mette il carico.

21 febbraio


L’ultima tentazione di Gibson

E le vergogne del padre.

Il Foglio, 20 febbraio


Una delle rubriche più belle dei giornali americani

La scrive Jerry Capeci, esce sul Sun, si chiama Gang Land, ed è una specie di recensione settimanale della mafia italo americana di New York. Altro che The Sopranos.

20 febbraio


Una grande idea per il riformista

20 febbraio


I liberal antifascisti

Altro articolo che non leggerete mai sui giornali italiani

20 febbraio


Per avere un’idea degli “intellettuali di New York” che poi diedero vita al movimento neocon e per chiudere, una volta per tutte, le stupidaggini sul loro “fascismo”

Pagine speciali in occasione di un film prodotto dalla Pbs. Qui la genealogia (c’è anche Nicola Chiaromonte). Qui la loro storia.

(grazie a Cleto).

20 febbraio


Fuori Dean, dentro Edwards

Il Foglio, 19 febbraio


Bassista in capo

Sarà, forse, un grande presidente, ma quando suonava il basso con gli Electras era davvero terribile. Ho sentito in tv un brano che comincia con un pauroso riff di basso di John Kerry. (sarà per questo che quasi tutti gli altri membri della band non lo voteranno?).
Vi prego, trovate l’Mp3.

19 febbraio


Che noia Baghdad, non ci sono più nemmeno le esecuzioni pubbliche

La vita quotidiana raccontata da Ali, dentista blogger (in italiano). Meglio di mille chiacchiere.

Il Foglio,19 febbraio


Haiti e la lezione per Baghdad

Max Boot spiega (in italiano) il caso Haiti e cosa potrebbe succedere a Baghdad.

19 febbraio


Che politica estera farà il presidente Kerry

Boh. I consigli del Washington Post, di Thomas Friedman, di Fareed Zakaria e di David Brooks.

Il Foglio, 18 febbraio


Comincia bene

Se non ho capito male, la Lista Prodi (Ds, Margherita e Sdi) ha deciso di non assumere nessuna posizione su un affaruccio da niente, cioè sul poco importante argomento della ricostruzione dell’Iraq.

18 febbraio


La moglie di Daniel Pearl contro il Wall Street Journal

18 febbraio


Sindrome Ferilli made in Usa: Nader, please, non candidarti

17 febbraio


David Bowie contro Luca Sofri

Il mio peggior vizio è la qualità della musica che facevo negli anni Ottanta, dice. Bowie definisce quel suo orribile periodo, “la mia era Phil Collins”.(nuovo link corretto)

17 febbraio


In Iraq si vota già

E la gente (comprese le donne) non vota per gli ayatollah ma per i professionisti e i borghesi.

17 febbraio


Finalmente una critica dura ma intelligente e seria alla politica estera dei neocon (e dei Democratici)

George Packer, uno che sa che la battaglia è per la democrazia, sul New Yorker

17 febbraio


A Grasso è piaciuto Terra

16 febbraio


Drudge ha toppato

Ora dice che la ragazza del “sexgate 2” era fidanzata non con Kerry ma con il manager finanziario del senatore Democratico. E chi se ne frega.

16 febbraio


Il Washington sul vizietto di Kerry, che non è quello delle stagiste, ma quello di prendere 3 posizioni su ogni questione

Insomma, il WaPo come Camillo, solo qualche giorno dopo: 13 febbraio, 7 febbraio, 3 febbraio.

16 febbraio


Vergogna

Sex & the city a Parigi.
Le tre ragazze hanno sostituito Carrie con… mr. Big. Il quale ha detto che “I do love her”.
“Go and get back our girl”.
Succederà domenica prossima, con ultima e doppia puntata.

15 febbraio


Kerry, meet the press e di’ la cosa giusta

Thomas Friedman scrive la risposta rassicurante che John Kerry dovrebbe dare sull’Iraq.
Magari.
Invece, al dibattito di ieri ha detto il contrario.

15 febbraio


Su Esportare l’America

Zigurrat

15 febbraio


Per lo storico Gaddis, Bush ha una grande strategia come solo Adams e Roosevelt hanno avuto

Il Foglio, 14 febbraio


Il realismo democratico di Charles Krauthammer

Articolo imperdibile.

Il Foglio, 14 febbraio


“Me go to Guantanamo, speak english now”

Ennesima conferma, sulla prima pagina del Washington Post, che a Guantanamo non c’è affatto tortura. Il ragazzo afghano rilasciato, scrive il Washington Post, “described his experience as closer to a tropical boarding school than a prison“.
(dedicato ai tanti che fanno gli spiritosi a vanvera sui blog e continuano a farlo anche dopo questa ennesima figuraccia)

“Transplanted to a modern U.S. military base half a world away, the shy village youth said he saw the ocean for the first time, played soccer, slept in an air-conditioned room and showered twice a day after growing up in a village without plumbing or electricity“. Era più dura, ovviamente, nella base vicino a Kabul, ma “once in Guantanamo he was astonished by the change“. C’erano minacce, torture? No “only school and exercise and Muslim prayers and dorm life with two other young Afghans”; “The boys lived in a house with several rooms: a shared sleeping room and an adjoining room for eating and studying”. “Each day, Ismail said, they were taught English, Pashto and basic math by Afghan American teachers. They were also given copies of the Koran”.
Quando è finita la detenzione, che tra l’altro gli dissero che sarebbe avvenuta presto, “they gave me a party and said I could have anything I wanted to eat, so I asked for Pepsi and chicken kebob“.

Era ovviamente corretto il titolo del Daily Telegraph: “I had a great time in Guantanamo“. Speriamo che abbiano un great time anche i parlatori a vanvera. Ma dubito.

13 febbraio


Kerry sexed up

Scoop di Drudge, ma nessun giornale e nessuna tv ne parla. Forse tutto lunedì su Time. Speriamo che non sia vero, sennò avrei trovato finalmente una cosa di Kerry che mi piace.
PSFoto che circola 
(dovere di cronaca)
PS 2
Questa è vera
PS 3
Anche questa: “WOMEN INTERN ARE OUR FUTURE”

13 febbraio


Le tre (diverse) posizioni di Kerry sul matrimonio gay (e sul Vietnam, sull’Iraq, sull’internazionalismo eccetera)

Quando prese in giro gli italiani.

Il Foglio, 13 febbraio


Fuori pure dalla coppetta (con più grinta)

13 febbraio


Lord Hutton ha probabilmente reso un servizio di enorme importanza per la storia del giornalismo

Gerard Baker, editorialista del Financial Times, ha scritto per il Weekly Standard e il Foglio il pezzo definitivo sul caso Bbc.

12 febbraio


Fatti il tuo complotto

12 febbraio


Kerry straripa

Ma perché Edwards e Dean stanno ancora in gara?

Il Foglio, 12 febbraio


Trippi interessi

Il girotondo made in Usa non si fa mancare un piccolo conflitto d’interessi

Il Foglio, 12 febbraio


E’ arancione, non ha il cannocchiale ma un binocolo (in fondo), parla inglese, è di destra

12 febbraio


Bush Country

Lo stupido uomo bianco che fa diventare scemi i liberal che vivono nel paese delle meraviglie

Il Foglio, 11 febbraio


Charlotte, party & the City

(Non ditelo alla Soncini)
Camillo: “Hi”
Charlotte: “Hoooowww aaaare yoou?”.
(Kristin è davvero Charlotte, non la interpreta).
Il fidanzato di Samantha faceva il filo alle modelle. Harvey Weinstein parlava di business. I francesi di Louis Vuitton se la tiravano. Banderas e Griffith ci hanno fregato il taxi; Kirsten Dunst sembrava una bimba impacciata.

11 febbraio


La dottrina Bush continua

Il Foglio, 10 febbraio


Forti novità editoriali

Renosubject, dal mese prossimo, più bello, più ricco, più colorato, lo troverete su GQ.
La popolare rubrica di musica, fin qui uscita su Capital, è stata invece fatta fuori. In attesa di trovare una nuova collocazione, sto già prenotando l’Auditorium per le manifestazioni di protesta.

10 febbraio


“I had a good time at Guantanamo”

“They gave me a good time in Cuba. They were very nice to me, giving me English lessons.”
“At first I was unhappy . . . For two or three days [after I arrived in Cuba] I was confused but later the Americans were so nice to me. They gave me good food with fruit and water for ablutions and prayer”
He said that the American soldiers taught him and his fellow child captives – aged 15 and 13 – to write and speak a little English. They supplied them with books in their native Pashto language. When the three boys left last week for Afghanistan, the soldiers looking after them gave them a send-off dinner and urged them to continue their studies.
“They even took photographs of us all together before we left,” he said. Mohammed, however, said he would have to disappoint his captors by not returning to his studies. “I am too poor for that. I will have to look for work,” he said.
Daily Telegraph

9 febbraio


Hitchens come Camillo

I’m a single-issue person at present, and the single issue in case you are wondering is the tenacious and unapologetic defense of civilized societies against the intensifying menace of clerical barbarism. If in the smallest doubt about this, I would suggest a vote for the re-election of George Bush, precisely because he himself isn’t prey to any doubt on the point.

9 febbraio


La fine dei Coldplay, detti anche i piscialetto

Vincono un Grammy e lo dedicano a Johnny Cash e John Kerry. Insomma, prima o poi, verranno sostituiti da Barbara Palombelli.
Bello, invece, ascoltare i Foo Fighters con Chick Corea.

9 febbraio


Reunion

Clinton, Gorbaciov e Sofia Loren, insieme, hanno vinto un grammy award per il miglior album with spoken word. In tour ci sarà anche Diaco.

9 febbraio


Clark is simply too crazy to be president of the U.S.

Andrew Sullivan

9 febbraio


Sex & the city

Puntata drammatica ieri sera. Carrie vuole trasferirsi a Parigi. Miranda, incavolata nera, usa una famosa battuta di Camillo: a far che, a mangiare croissant?
Ma non succederà.

9 febbraio


The best way

The best way to secure America for the long term is to promote freedom and a free society and to encourage democracy. And we are doing so in a part of the world where people say it can’t happen, but the long term vision and the long term hope is — and I believe it’s going to happen — is that a free Iraq will help change the Middle East. You may have heard me say we have a forward strategy of freedom in the Middle East. It’s because I believe so strongly that freedom is etched in everybody’s heart I believe that and I believe this country must continue to lead. (…)
I’ve got a foreign policy that is one that believes America has a responsibility in this world to lead, a responsibility to lead in the war against terror, a responsibility to speak clearly about the threats that we all face, a responsibility to promote freedom, to free people from the clutches of barbaric people such as Saddam Hussein who tortured, mutilated there were mass graves that we have found a responsibility to fight AIDS, the pandemic of AIDS, and to feed the hungry. We have a responsibility. To me that is history’s call to America. I accept the call and will continue to lead in that direction
George W. Bush a Meet the Press

8 febbraio


Albert Camus, il neocon della sinistra francese

8 febbraio


Bella stroncatura della politica neocon scritta dal “realista” e “antidemocratico” Fareed Zakaria

Finalmente una critica sensata, ragionata e non isterica della politica estera post 11 settembre che piace ai neoconservatori. Zakaria recensisce per il New York Times il libro di Perle-Frum con asprezza, ma ne riconosce i meriti. E, soprattutto, spiega fin dall’inizio che i neocon non esistono come entità (sionista?) e che tra di loro la pensano in modo diverso (su quasi tutto). Il Foglio parlò qui del libro An End to Evil.

8 febbraio


Il precedente di Passion di Mel Gibson

Anno 1979, si intitolava Jesus.

8 febbraio


Mi hanno chiesto di scrivere il necrologio di Courtney Love

Recensione del nuovo disco di CL scritta da Neil Strauss sul New York Times

8 febbraio


I democratici del Michigan alle primarie possono votare on line

In Italia lo fanno già, al solito, i radicali.

8 febbraio


Non devi vincere la guerra, devi far vincere Gore. Clamoroso scoop del Washington Post

Svelate le carte di Wesley Clark dei tempi del Kosovo. Un funzionario della Casa Bianca di Clinton gli disse: “Hey, look, you gotta finish the bombing before the Fourth of July weekend. That’s the start of the next presidential campaign season, so stop it. It doesn’t matter what you do, just turn it off. You don’t have to win this thing, let it lie”.

7 febbraio


Kerry non prende mai una posizione. Ne prende tre

Il Foglio, 7 febbraio


In questi tre siti vogliono male, davvero male, a Kerry

Veterani contro Kerry  
Anybody  But Kerry, sinistra contro 
Kerry
Blog deaniano anti Kerry

7 febbraio


Clinton, tre mesi dopo la caduta di Saddam

When I left office, there was a substantial amount of biological and chemical material unaccounted for. That is, at the end of the first Gulf War, we knew what he had. We knew what was destroyed in all the inspection processes and that was a lot. And then we bombed with the British for four days in 1998. We might have gotten it all; we might have gotten half of it; we might have gotten none of it. But we didn’t know. So I thought it was prudent for the president to go to the U.N. and for the U.N. to say you got to let these inspectors in, and this time if you don’t cooperate the penalty could be regime change, not just continued sanctions“.
–Bill Clinton, July 22, 2003

Gipper 93
Spiega la battaglia contro il comunismo all’Europa (8 giugno 1982)
Spiega l’America agli studenti cinesi (30 aprile 1984)

7 febbraio


Meet the Prez

Bush domenica va a Meet the Press. I presidenti, di solito, non ci vanno. ecco chi, prima di Bush, ha affrontato il salotto televisivo che ha 57 anni di vita.
HISTORY OF PRESIDENTIAL APPEARANCES ON “MEET THE PRESS”

Presidents who appeared on “Meet the Press” as SITTING Presidents:
President Gerald Ford (11/9/75)
President Jimmy Carter (1/20/80)
President Bill Clinton (11/7/93 and 11/9/97)
Presidents who appeared on “Meet the Press” POST-PRESIDENCY:

Former President Gerald Ford (11/2/80)
Former President Jimmy Carter (3/29/87, 7/21/96 and 4/27/97)

Former President Herbert Hoover (12/11/55 and 8/9/59)
Former President Richard Nixon (4/10/88)
Presidents who appeared on “Meet the Press” PRE-PRESIDENCY:

John F. Kennedy (8 times)
Lyndon Johnson (2 times)
Richard Nixon (7 times)
Gerald Ford (7 times)
Jimmy Carter (4 times)
Ronald Reagan (7 times)
George H.W. Bush (10 times)
Bill Clinton (5 times)
George W. Bush (2 times)

7 febbraio


Auguri a Mattia

7 febbraio


Kerry, chiamatelo Diaco

Nel 1991, nel giro di pochi giorni, il senatore John Kerry inviò alla stessa persona due lettere con due posizioni diverse sullo stesso argomento: la guerra a Saddam
“Thank you for contacting me to express your opposition to the early use of military force by the US against Iraq. I share your concerns. On January 11, I voted in favor of a resolution that would have insisted that economic sanctions be given more time to work and against a resolution giving the president the immediate authority to go to war”.
Lettera del senatoreJohn Kerry a Wallace Carter del Newton Centre, Massachusetts, 22 Gennaio 1991

“Thank you very much for contacting me to express your support for the actions of President Bush in response to the Iraqi invasion of Kuwait. From the outset of the invasion, I have strongly and unequivocally supported President Bush’s response to the crisis and the policy goals he has established with our military deployment in the Persian Gulf.”
Lettera del senatore John Kerry a Wallace Carter del Newton Centre, Massachusetts, 31 Gennaio 1991

6 febbraio


Christopher Hitchens, giornalista radical

Domanda: “9/11 comes, and you switched on me. What happened? Now you’re on–now can I call you–do I call you a neo-conservative? What happened here, Christopher?
Hitchens: Well, um…actually I had been in alliance with some of the people who are now called the neo-conservatives, people like Paul Wolfowitz, who I rather admire”.

6 febbraio


Tenet: “Nessuno degli analisti ha mai detto che c’era una minaccia imminente”;

“Non siamo in nessun modo vicini all’85 per cento del nostro lavoro”

Il Foglio, 6 febbraio


Blog iraniani

http://www.activistchat.com
http://www.freerepublic.com/~doctorzin/

6 febbraio


L’Onu non è riuscita a trovare la principale arma di distruzione di massa. Eppure era ben visibile. Con gli ispettori in campo si faceva la barba tutte le mattine.

Risposte (a modo mio, certo, mica a modo suo) a Luca Sofri su “A che punto siamo”. (Qui l’articolo a modo suo, non mio, suo, suo di Luca)

5 febbraio


Tutti giù per terra/2

Il Foglio, 5 febbraio


Al Sharpton è un agente repubblicano

La sua campagna è in mano a un covert operative di Bush. Scoop del Village Voice, molto alla Village Voice

5 febbraio


La dottrina Lewis

Grande articolo di apertura della prima pagina del Wall Street Journal Usa. Bernard Lewis, professore emerito a Princeton, è ritratto in quanto architetto della dottrina: esportare la democrazia in Medio Oriente: “Chiamatela dottrina Lewis. Nonostante non sia mai stata discussa in Congresso né santificata da un decreto presidenziale, la diagnosi di Lewis sulla malattia del mondo islamico, e la sua tesi per un’invasione militare degli Stati Uniti per seminare la democrazia in Medio Oriente, ha aiutato a definire il più coraggioso cambiamento della politica estera americana degli ultimi 50 anni”. Non male questo scambio di battute con Kissinger a un party newyorchese:
Kissinger: “Dovremmo negoziare con gli ayatollah iraniani?”
Lewis: “Certo che no”.
Finale dell’articolo: “Molti esperti mediorientali al Dipartimento di Stato e altrove dicono che gli arabi non sono pronti per la demcorazia e che un tiranno amichevole con gli Usa sarebbe stata la speranza migliore per l’Iraq. Questa politica è chiamata pro araba”. La politica di chi crede che gli iracheni siano eredi di grandi civiltà, e che siano assolutamente capaci, con qualche aiuto, di vivere in uno stato di diritto, “viene chiamata imperialismo”.

5 febbraio


Ieri ultima scena di Sex and City

SJP in lacrime. Io ho visto live, di notte, sulla W 4th, una delle ultimissime, Carrie si portava a casa Big. Rass. Sonc.

5 febbraio


Correction

Ieri avevo segnalato che nel 1971 un mito di Luca Sofri aveva criticato un altro mito di Luca Sofri. Luca lo sapeva già. Lo aveva scritto in (precursore) ritratto di John Kerry di due anni fa. Io non me ne ero accorto. Era troppo noioso (Kerry, non il ritratto)

5 febbraio


Blog sciasciano su Esportare l’America

5 febbraio


John Beautiful Edwards

Il Foglio, 4 febbraio


Il mio candidato Joe

Lieberman si ritira con un ottimo discorso che sembrava scritto da Wolfowitz.

4 febbraio


Ecco perché Dean è convinto di vincere

Grazie a paferrobyday

4 febbraio


Bertolucci, “an aging ringmaster playing at pornography”,

“They’re all just kids, and, after a while, one begins to think sourly of Bertolucci as an aging ringmaster playing at pornography with actors barely out of their teens. They aren’t making revolution in this hothouse, they’re making a listless blue movie. There are long scenes that go nowhere: when the three take a bath together, I found myself turning away from the pretty bodies into aroused contemplation of my watch. This kind of shapelessness isn’t directing, it’s diddling-Bertolucci trying to be languorously experimental and hoping for scandal. Michael Pitt, however, manages to survive the director’s irresolution”.
David Demby sul New Yorker

4 febbraio


Ieri in South Carolina

Ho incontrato un candidato alle primarie. Mi ha anche regalato una maglietta

4 febbraio


La Commissione sexed up

Il Foglio, 3 febbraio


Ecco perché Dean è convinto di vincere

Lo sapevate che l’ex governatore, al momento, è in testa?

Il Foglio, 3 febbraio


Bugiardo o liberatore, la sinistra americana s’arrovella su Bush

3 febbraio


Che a Radio radicale fossero dei geni si sapeva

Ora, in modo straordinario, Adriano Angelini e Federico Punzi hanno messo insieme due speciali completissimi di articoli, documenti e materiale audio, uno su George Soros, e un altro sui neocon.

3 febbraio


Durban, e che sia una Durban buona

3 febbraio


Suuuperbooowl

2 febbraio


Logica stringente

Un giudice assolve con formula pienissima un tizio dalle accuse che gli aveva rivolto un altro tizio. Non solo: “condanna” addirittura l’accusatore, il quale è costretto a scusarsi e a dimettersi. E con lui si scusano, cosa peraltro già fatta prima della sentenza, e poi si dimettono anche i suoi sponsor. Secondo alcuni editorialisti l’assoluzione, proprio perché piena, prova inoppugnabilmente la colpevolezza del tizio. Formidabili.

2 febbraio


Test (serio) per conoscere il candidato ideale alla Casa Bianca

Risultato di Camillo:
1) Lieberman
2) Kerry
3) Clark
4) Edwards
5) Dean
6) Bush
7) Sharpton
8) Kucinich
Test a parte e visto che Paul Wolfowitz non si candida, i miei candidati sono: Lieberman, Bush, Edwards, Kerry.

2 febbraio


Volete scrivere sul New York Times?

Le istruzioni per inviare un commento alla pagina delle opinioni del giornale newyorchese. In redazione lo leggono, entro due settimane rispondono (ma solo se la risposta è positiva), infine pagano: 450 dollari.

2 febbraio


Perché non abbiamo capito

Analisi equilibrata e onesta sulla questione delle armi di Saddam. Sulla Washington Post.
Sul New York Times, a confronto – un anno dopo – quello che Powell aveva detto all’Onu e che cosa si è rivelato vero, quasi vero e falso.

2 febbraio


E di Lupis, per dire?

Unico commento all’incredibile articolo in difesa della corporazione scritto oggi da Bonini e D’Avanzo su Rep.

1 febbraio


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