New York. Questo documento è clamoroso e non è stato ancora pubblicato da nessun giornale americano. E’ la trascrizione numero 97111200V20 di un dibattito andato in onda sulla Cnn il 12 novembre del 1997. In studio c’era il senatore del Massachusetts, John Kerry, e si discuteva di Iraq. Lo sfidante di Bush era andato in televisione per spiegare gli imbrogli di Saddam, i giochetti francesi e russi, i dubbi delle Nazioni Unite e la pericolosità delle armi di distruzione irachene. Di fronte alle ambiguità di Saddam, secondo Kerry la soluzione era quella di intervenire, anche militarmente, anche senza l’appoggio degli alleati, anche in modo unilaterale. Il motivo è semplice, il multilateralismo è importante, fondamentale, ma quando c’è un problema di sicurezza, i presidenti americani hanno il dovere di difendere il proprio paese, anche se gli alleati storici si mettono di traverso. Kerry in un certo senso ha anticipato i temi che cinque o sei anni dopo sarebbero stati bollati come frutto dell’ideologia filo-sionista di una cabala di ebrei guerrafondai e parafascisti che si fanno chiamare neoconservatori. Lo sfidante di Bush, infatti, non si è limitato a spiegare con la questione delle armi la ragione del confronto duro con Saddam, ma ha specificato che "non è uno scontro minore, è una questione davvero importante che riguarda il bilanciamento dei poteri e la futura stabilità del Medio Oriente".
Era il giorno in cui l’Onu votò all’unanimità l’ennesima risoluzione contro le violazioni di Saddam sul suo arsenale. Kerry era contento, ma a metà: "Questa risoluzione è meno forte di quanto volessimo. Avremmo voluto una risoluzione che minacciava l’uso della forza e ci sarebbe piaciuto che contenesse l’espressione: serie conseguenze". Frase che evidentemente Kerry giudicava come la chiave per l’uso legittimo della forza, frase che oplà è contenuta nella risoluzione 1441 usata da Bush per l’intervento in Iraq.
Il senatore Kerry era certo della presenza in Iraq delle armi di distruzione di massa, ovviamente nessuno lo ha contestato. Kerry ha spiegato come non ci fosse bisogno del lasciapassare dell’Onu per agire: "L’Amministrazione (Clinton, ndr) sta rendendo chiaro che non crede di avere bisogno della controfirma del Consiglio di sicurezza sulle violazioni concrete (di Saddam, ndr), perché chi ha trovato le violazioni concrete è stato Richard Butler", che era il capo degli ispettori Onu, il predecessore di Hans Blix.
Kerry è stato durissimo con francesi e russi, molto più di quanto qualche anno dopo sarebbero stati Bush e Rumsfeld: "La realtà è che c’è un’unanime dichiarazione del Consiglio di sicurezza e dell’Onu che sostiene che ci debba essere un immediato accesso ai siti, senza restrizioni e senza condizioni. E’ un linguaggio molto duro. E fa anche riferimento alla risoluzione precedente, quella che autorizza l’uso della forza. Agli alleati può non piacere e credo che sia motivo di grande preoccupazione per noi, ma mi chiedo dove sia la fermezza della Russia, dove sia la fermezza della Francia, dove stiano quando c’è da esprimere la condanna di una così chiara attività illegale?". Kerry, per intenderci, ha usato la parola "backbone", che vuol dire fermezza ma anche spina dorsale. E’ stato ancora più duro, ha accusato francesi e russi di essere "peace for oil", di aiutare il dittatore per i loro interessi petroliferi: "Hanno detto loro stessi di avere il desiderio di fare affari. E’ questo il motivo della loro posizione. Come ha detto l’altro giorno Thomas Friedman in un ottimo articolo, la Francia Spa vuole fare affari con il petrolio". Kerry ha aggiunto che "non è la prima volta che la Francia ci crea problemi. Credo che molti di noi siano davvero delusi che i francesi non ci abbiano raggiunto in molti altri tentativi comuni sulla Cina, su altre questioni in Asia, in Europa e nel resto del mondo. E’ davvero una delusione, ma la realtà è questa".
Kerry ha parlato esplicitamente di guerra: "Il presidente Clinton ha messo l’opzione militare sul tavolo. Il segretario alla Difesa Cohen ha cancellato un viaggio che aveva programmato, la stessa cosa ha fatto il capo di stato maggiore, le truppe sono schierate, le portaerei sono state brandite. Non ci sono equivoci sul fatto che gli Stati Uniti siano pronti". Questo, ovviamente, prima dell’11 settembre. Non ci sono equivoci: John Kerry non è Zapatero.
5 Marzo 2004