Camillo di Christian RoccaGLI SFIDANTI DI BUSH SONO DUE, DOTTOR KERRY E MISTER KERRY

New York. I candidati anti Bush sono due, uno si chiama John Kerry, l’altro si chiama John Kerry. Uno è liberal, l’altro è un Bush light, una copia del presidente, come dice Howard Dean. Il New York Times non ci crede, è convinto che di John Kerry ce ne sia soltanto uno: "Quello che i suoi critici vedono come incapacità di prendere posizioni forti e chiare a noi sembra una valutazione che la vita non è così semplice. Kerry capisce le sfumature e le scale di grigio". Sembra vero il contrario, mister Kerry prende sempre posizioni forti e chiare, solo che poi arriva un dottor Kerry che prende posizioni altrettanto forti e altrettanto chiare, ma opposte alle precedenti. "Flip flop", dicono in America.

Quando il National Journal ha stilato la classifica del senatore più liberal, basandosi sui voti espressi in aula, Kerry I è risultato il numero 1. Ma Kerry II, in tv, ha negato.
Kerry I è il classico cattolico liberal d’origine irlandese del Massachusetts. La sua carriera è nata nella stagione del Vietnam, dove ha combattuto con onore, per diventare infine uno dei più efficaci portavoce dei "Veterani contro la guerra". Nel 1971 Kerry I era in testa alla marcia pacifista di Washington, nella quale si tolse pubblicamente le decorazioni dalla divisa. In una famosa audizione al Senato denunciò le torture, gli stupri e le nefandezze dei soldati americani sulla popolazione vietnamita. Nel ’92 quando Bill Clinton fu criticato per non aver combattuto in Vietnam, da buon liberal disse che non c’era "alcun bisogno di dividere l’America tra chi ha fatto il militare e chi no". Kerry I è un grande esperto di politica estera, e come tale non avrebbe commesso gli errori dell’unilateralista Bush. Il senatore del Massachusetts ha votato contro la prima guerra del Golfo e ai critici che gli rimproverano di aver votato a favore della seconda, quella attuale, risponde che ha soltanto autorizzato il presidente a utilizzare l’opzione militare come estrema risorsa. Il 3 dicembre, al Council on Foreign Relations, Kerry I ha detto che "abbiamo un presidente che ha sviluppato ed esaltato una strategia di guerra unilaterale, preventiva e profondamente minacciosa per il ruolo dell’America nel mondo e per la sicurezza e il progresso della nostra società. Per dirla chiaramente, l’Amministrazione Bush ha perseguito la più arrogante, inetta, sconsiderata e ideologica politica estera della storia moderna". Kerry I, infatti, ha votato contro gli 87 miliardi di dollari per l’occupazione e la ricostruzione dell’Iraq.

Molto cattolico, ma un po’ anche ebreo
Queste non sono sfumature, il liberal Kerry I vede il mondo in bianco se Bush vede nero. In Michigan, nell’ottobre scorso, davanti a una platea di americani di origine araba, Kerry I ha criticato la politica di Ariel Sharon e ha detto, riferendosi alla barriera difensiva, che "non abbiamo bisogno di un altro ostacolo alla pace. Misure provocatorie e controproducenti non fanno altro che danneggiare Israele, aumentare le difficoltà del popolo palestinese e rendere più difficili i negoziati per un accordo". Se Kerry I fosse il presidente manderebbe come inviati in Medio Oriente, James Baker e Jimmy Carter, e poco importa se i filoisraeliani non li considerano grandi amici. Sulle nozze gay, Kerry I ha un record da liberal puro: nel ’96 fu uno dei soli 14 senatori che si oppose alla legge in difesa del matrimonio, proprio perché escludeva le coppie omosessuali. Oggi è contrario all’emendamento costituzionale chiesto da Bush. Kerry I è un feroce oppositore del taglio delle tasse di Bush, "un regalo ai privilegiati e agli interessi speciali", una misura che, tra l’altro, taglia la doppia tassazione sui dividendi delle grandi società.
Kerry II è un altro candidato, una specie di clone di George W. Bush, "un repubblicano", ha detto lungo tutta la campagna elettorale Dean. Intanto non è il classico cattolico liberal di origini irlandesi del Massachusetts, lo è soltanto da parte di madre. L’anno scorso, infatti, il Boston Globe ha scoperto che è anche un po’ ebreo. Suo nonno si chiamava Fritz Kohn ed è nato nella Repubblica ceca. Il senatore, che non ha mai perso la prima fila nelle processioni di San Patrizio a Boston, ora ha saputo che un paio di suoi lontani parenti sono morti nell’Olocausto: "Sono davvero commosso nell’apprendere questa cosa", ha detto Kerry II. Domenica, a un incontro con la comunità ebraica di New York, ha detto che se fosse eletto sarebbe il primo presidente con un retaggio ebraico, e ha spiegato quanto sia sostenitore di Israele. E il muro ostacolo per la pace di Kerry I? Per Kerry II "è un legittimo atto di autodifesa". Di più, Kerry II nominerebbe Sandy Berger e Dennis Ross, due filoisraeliani, come inviati speciali nella regione. Kerry II, che le medaglie al valore conquistate in Vietnam le ha ben conservate, sarebbe un presidente forte e senza tentennamenti sul fronte della sicurezza e della difesa nazionale. Il suo eroico servizio militare in Vietnam lo dimostra e, da candidato, Kerry II fa sempre notare come Bush quella guerra non l’abbia combattuta. La guerra al terrore, Kerry II la combatterebbe, eccome: "Non critico Bush per aver fatto troppo, lo critico perché ha fatto troppo poco". In California, l’altro giorno, ha detto: "Non aspetterò la luce verde dall’estero se c’è in gioco la nostra sicurezza" e "non esiterò a ordinare azioni militari dirette". Anche unilaterali? Certo che sì. Kerry II su Haiti, l’altro ieri, ha detto che avrebbe mandato truppe "anche senza l’appoggio internazionale", "lo farei unilateralmente", perché la cosa più importante è difendere la democrazia. Kerry II ha votato il Patriot Act e la guerra in Iraq, paese dal quale ovviamente non si ritirerà. Kerry II ha anche votato per il programma bushiano sul recupero scolastico dei bambini, criticando il presidente per non averlo finanziato a sufficienza e per aver fatto impazzire il bilancio federale. Kerry II è contrarissimo al matrimonio gay e sull’emendamento costituzionale ha "la stessa posizione di Dick Cheney". Kerry II è il senatore che in questi anni ha ricevuto più finanziamenti da lobby e interessi speciali, modificherà i tagli fiscali di Bush, ma è convinto che sia necessario eliminare la doppia tassazione sui dividendi delle grandi corporation. Kerry II crede "in Dio" e crede "nel potere della redenzione".