Camillo di Christian RoccaAllah superstar

Autore: Y. B., che sta per Yassir Benmiloud, romanziere, 36 anni, francese di origini algerine. Titolo: Allah Superstar. Sotto titolo: "Se vuoi parcheggiare un Boeing a Manhattan, è difficile evitare le Torri Gemelle". Risate. Casa editrice: Einaudi. Ecco. Nell’era del politicamente corretto, nell’epoca in cui non si può dire né negro né nero a una persona "di colore", in cui è vietato dire pane al pane, frocio al frocio, cieco al cieco e nano al nano, nel mondo in cui finanche la guerra si cura di non fare troppo male al nemico tagliatore di teste, ché c’è da riscaldare prima i cuori e poi le menti; nei giorni, a proposito di teste, in cui guai a pubblicare le foto di Nick Berg, insomma in questa meravigliosa società occidentale e multiculturale in cui stancamente vegetiamo succede che è vietato quasi tutto cioè che è urticante, fuorché prendere per i fondelli i tremila morti di Manhattan e far diventare simpatici i volenterosi sgozzatori di Allah.
Y.B. scrive che "Zacarias Moussaoiu, poveretto, è l’unico pirata dell’11 settembre che ha perso l’aereo… E per una volta che un marocchino tenta la strada del terrorismo internazionale invece di quella del negozietto di alimentari, io gli dico bravo". Certo, si tratta di un romanzo. Certo, l’autore è un dissacratore. Certo, scrive bene. Certo, sfotticchia anche la cialtroneria degli imam e la coscienza falsa dei fondamentalisti. Però.
Il libro racconta la storia di un giovane comico franco-algerino che vuole diventare famoso e sa che "per gli arabi è più facile entrare in Al Qaida che alla televisione", motivo per cui spera di ottenere una bella fatwa islamica come quella che ha fatto la fortuna, così scrive Y.B., di Salman Rushdie. La notorietà da fatwa gli consentirà di viaggiare e incontare Bono, prendere un tè col Papa, fumarsi un sigaro con Clinton e farsi "una grossa striscia con Bush junior". Solo a quel punto il suo spettacolo satirico sarà davvero "esplosivo" e diventerà un "comico kamikaze". Questa la trama. La critica ne è entusiasta, c’è chi dice che Y.B. sia il nuovo Woody Allen, chi il nuovo Lenny Bruce. Esempi: "Da qui a dire che l’11 settembre è stata una bella cosa, no. Intanto era filmato malissimo, poi magari sono stati gli ebrei, e alla fine io sono contro la politica". E’ per frasi come questa che, cita Einaudi nella seconda pagina di copertina, "Les Inrockuptibles" giudica Y.B. come "il miglior romanziere francese di questa stagione". Ancora: "Quando bin Laden ha tirato giù le torri gemelle mio padre ha detto, me lo ricordo benissimo, testuali parole: – Non so chi è il figlio di puttana che ha fatto questo ma io invito lui a mangiare il cuscus a casa mia quando vuole!". Scrive Paris Match, sempre sulla seconda di copertina del libro: "Un romanzo pieno di trovate, di personaggi eccentrici, di scene comiche". Eccone una: "Io non ho la barba e se devo fare la parte del terrorista allora mi devo mettere una barba finta metaforica così i giornalisti alla moda penseranno che l’islam è la religione dell’umorismo e della pace e dato che i giornalisti alla moda sono per la maggior parte ebrei, all’improvviso hanno ancora più paura e quindi ridono ancora di più e scrivono delle cose carine su di te per farti diventare loro amico". Commenta Einaudi, sulla quarta di copertina: "E’ una sorta di Céline musulmano". Forse, andrebbe aggiunto, più il Céline delle "Bagattelle per un massacro" che quello del "Viaggio al termine della notte".
Il caustico e iconoclasta romanziere continua così: "Detto tra noi, di terroristi non ne ho mai visti molti a Evry invece li ho visti in televisione su Tf1, ma devono essere dei precari della jihad perché quelli col contratto a tempo indeterminato i giornalisti li sgozzano, come in Algeria, il mio bel paese". Scrive, sempre sulla quarta di copertina, il Nouvel Observateur: "Un magnifico e divertentissimo one-man show". Eccone la prova: "Su Arté c’era un documentario sui campi di concentramento, allora mio padre ha detto che le camere a gas non sono mai esistite ma lo Sceicco ha ribattuto immediatamente che ‘era tutti fumino e niente rabbino’ ".
Y.B. sfotte Oriana Fallaci e Michel Houellebecq e ha una vera fissazione su Rushdie, Albert Camus e il ministro Nicolas Sarkozy, noto per il suo pugno di ferro contro gli islamisti. La più bella battuta del libro, Y.B. la attribuisce ad Alain Finkielkraut: "All’improvviso ho potuto conoscere Finkielkraut, il filosofo antifascista, che ha blaterato che io ero ‘l’anello mancante tra la giudeofobia, la francofobia e l’islamofobia’ ".

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