Camillo di Christian RoccaCome votano i foglianti

Hanno risposto in 67. Forza Italia 18 voti (26,8 per cento); Lista Bonino 15 voti (22,3%); Dicono-Bonino-ma-votano-FI 2 (2,9%); Ulivo 6 voti (8,9%); Indecisi 6 (8,9%); Non votano 6 (8,9%); Blair 4 (5,9%); Nido-delle-Aquile 4 (5,9%); An 2 (2,9%); Comunisti Unitari 1 (1,5%); La Malfa 1 (1,5%); Udc 1 (1,5%); Tory 1 (1.5%).

Il giorno delle elezioni i grandi giornali anglosassoni spiegano ai lettori le proprie scelte elettorali. Il New York Times, per esempio, rende note le preferenze del comitato editoriale non solo sul presidente degli Stati Uniti, ma anche sui senatori e sui deputati federali, sui rappresentanti locali, comunali e così via. Il Foglio si prende molto meno sul serio e non ha una linea ufficiale, piuttosto una variopinta e scombinata serie di indicazioni che qui di seguito riportiamo. Il cronista parlamentare Stefano Di Michele vota Ulivo perché "a) sono, sempre e per sempre di sinistra; b) fa incazzare il Cav., che frequenta troppo Bush e troppo poco il più rassicurante Mike Bongiorno". Le sue preferenze vanno a Lilli Gruber, Nicola Zingaretti e Pasqualina Napoletano. Alle Amministrative, invece, "Voto Ds, il mio partito". Vota Lilli anche Guia Soncini: "Vorrà pur dire qualcosa, che l’unica cosa che troviate da rimproverarle sia la pashmina". Pure Siegmund Ginzberg voterà "Uniti nell’Ulivo, Ds, Lilli Gruber", anche se gli "spiace che si perda così una brava giornalista televisiva".
La direzione è compatta, con qualche dubbio solo nella persona del condirettore Sottile. Giuliano Ferrara: "Voto Silvio Berlusconi". Il vicedirettore Ubaldo Casotto: "Io voto Silvio Berlusconi". Il direttore generale Michele Buracchio: "Berlusconi, perché non mi piacciono quelli che verrebbero dopo". Il condirettore Peppino Sottile: "Sono deluso dal governo, ma non vedo altra scelta che votare Berlusconi. A sinistra c’è molta confusione mentale e politica". La caporedattrice Marianna Rizzini è problematica: "Sono diessina, non correntonista. Non potendo votare i miei preferiti, Sergio Chiamparino e Massimo D’Alema, darò la preferenza a Zingaretti e Napoletano, chiudendo un occhio sulle sue simpatie correntoniste". Carlo Rossella vota Berlusconi e Gawronski, del quale si raccomanda di scrivere correttamente il cognome: "G come Gruber, A come Amendola, W come Winston Churchill, R come Rivoluzione, O come Ollio, N come Neocon, S come Stanlio, K come Kommunism, I come Forza Italia". Oscar Giannino è antistatalista e un deciso liberista, specie in materia fiscale, ma è indeciso sul voto: "Avendo votato Melandri alle politiche, puntando a una sinistra di governo nel frattempo inabissatasi nell’antiamericanismo e dietro Bertinotti, di votare sinistra non se ne parla. Berlusconi abbatta le imposte come da promessa e ne riparleremo. Restare a casa, la tentazione. Ma mi farò tentare sino all’ultimo tra il voto alla Bonino che però è stata divorata da Pannella, e quello a La Malfa che tifa Usa ed è pur sempre la casa in cui sono cresciuto".
Daniele Bellasio, capo della redazione esteri, apre la lunga lista di foglianti radicaleggianti: "Voto Bonino per liberare l’Europa, la scienza e un po’ anche me stesso". Preferenze: Marco Pannella, Emma Bonino e Benedetto Della Vedova. Alle provinciali voterà la lista di soli medici Insieme per Milano "perché candida anche il mio grande papà". Anche Rolla Scolari vota Bonino, così come Vittorio Pezzuto, l’occindentalista Marina Terragni (che darà la preferenza a una donna) e il fogliante-frociante Daniele Scalise. La Bonino va forte tra i collaboratori del servizio esteri: Tatiana Botourline, Mauro Suttora, Paola Peduzzi, Yasha Reibman ed Elisabetta Carli. Andrea Affaticati, che scrive di Germania, vota per la prima volta i radicali perché pensa che "per l’Europa la Bonino sia la persona più qualificata. Christian Rocca, "come sempre", vota per i radicali: "Non potendo scegliere Daniele Capezzone, voterò Pannella, Bonino, Della Vedova". Alla Provincia Ombretta Colli perché "spero che venga eletto al Consiglio il mio amico, nonché fogliante, Max Bruschi". Anche Luca Sofri vota Bonino: "Io vorrei dire che voto solo per i parenti e gli amici fidati: quindi per Sergio D’Elia. E che mi dispiace, non abitando a Roma, di non poter votare per Olivier Dupuis". Il visionario Vincino spera che la lista Bonino possa raddoppiare l’8 per cento della volta scorsa: "Certo, questa enorme sovraesposizione televisiva ci ha un po’ nuociuto". Nicoletta Tiliacos voterà Bonino, "ma la voto veramente, perché so di almeno tre persone che dicono pubblicamente di votarla ma che in realtà sceglieranno Silvio Berlusconi". Una potrebbe essere Annalena Benini: "Voto Cav., sempre Cav., ma mi vergogno, quindi in giro dico che voto Emma Bonino". Un altro è Lanfranco Pace, il quale dice che non vota dal 1976, ma che se dovesse votare darebbe la sua preferenza a Bonino "perché mi vergognerei di dire che voto Forza Italia". Anche Giampiero Mughini non vota: "Ho fatto interamente mia la battuta di mio fratello Lanfranco, professore universitario a Catania, secondo cui non vale la pena neppure consumare la suola delle scarpe". Non vota neanche il fogliante cognato Filippo Facci: "Dopo la morte di Craxi mi sono ripromesso di non votare più nessuno per almeno cinque anni, ma se votassi, probabilmente, voterei i radicali o i socialisti di De Michelis".

Enrico Cisnetto si astiene. Il fogliorosista Giorgio Dell’Arti, deluso dal governo, è tentato dal non andare a votare, facilitato dal fatto che queste sono elezioni europee e non politiche.
I foglianti che voteranno Forza Italia sono molti e autorevoli. Il voto di Carlo Panella andrà a Silvio Berlusconi: "Per la politica estera, solo per la politica estera. L’immissione di una Weltanschauung da puffi nel filone marxista-leninista e la strategia mutuata dalla coppia Tafazzi-Zapatero rendono il centrosinistra pericoloso per l’Italia e per l’Europa". Andrea Marcenaro aggiunge: "Ho imparato da Carlo Panella: voto come mangio, quindi Berlusconi".
Maurizio Crippa vota Ombretta Colli "soprattutto per la pettinatura". Coerente con il criterio, alle europee è ancora "indeciso tra Bersani e Jas Gawronski". Il professor Francesco Forte: "Voto Forza Italia. Mi ci ritrovo perfettamente, avendo in gran parte costruito il programma economico che si cerca faticosamente di far digerire agli altri". Marco Ferrante si astiene: "I partiti che si riconoscono nei due poli non mi fanno battere il cuore, d’altra parte non vorrei ancora esprimere un voto dall’inevitabile sapore nostalgico per uno dei tanti simboli laici in lizza". Il colonnista ruffiano, Antonello Capurso: "Sono terzista, decido all’ultimo secondo sulla base dell’ultima dichiarazione sbagliata". Non va a votare il russologo Mauro Martini. E’ indeciso don Antonio Orighi.
Votano Forza Italia il costituzionalista Stefano Mannoni e lo "scenarista" Carlo Pelanda. Il Gran Pignolo Mauro Della Porta Raffo vota Forza Italia "perché Jas Gawronski è di Forza Italia". Luigi Amicone dice che voterà per Mario Mauro, Berlusconi e Colli". Stesso voto per l’africanista Rodolfo Casadei: "Voterò Forza Italia soprattutto per premiare la politica estera". Il redattore Lele Boffi darebbe la preferenza a Mauro e Berlusconi. Anche i due collaboratori culturali Massimiliano Lenzi e Giulio Meotti votano Berlusconi. "Per la sua politica estera al fianco dei due bastioni dell’occidente, Stati Uniti e Israele", motiva Meotti.
Aldo Piccato, al contrario, dice che avrebbe votato per Berlusconi "se non fosse per la politica estera". In effetti sarà stanco di tradurre centinaia di saggi neocon per il Foglio. Stefano Palumbo, royal watcher, vota Forza Italia, ma precisa che in cuor suo griderà: "Viva il Re!". Pigi Colognesi, esperto di ortodossia, e Roberto Persico, che recensisce libri, votano Mauro di Forza Italia.
Gino Nebiolo dice: "Io non c’entro, però mi piace Follini e lo voto". Ci sono anche due voti per Alleanza nazionale, quello del mafiologo Riccardo Arena e quello del giornalista al fronte Fausto Biloslavo, che dice: "Voterò centrodestra turandomi il naso, per Sergio Dressi, unico candidato triestino nelle liste di An". Il tuttologo Maurizio Stefanini, da "liberale storico", prova a votare La Malfa e Sgarbi: "Che Bellezza!". Criptico l’americanista Stefano Pistolini: "Non ho ancora deciso, ma se voto voto tra le stelle, l’uomo delle stelle", formula che potrebbe nascondere o un voto per l’astronauta Comunista italiano Umberto Guidoni oppure per Berlusconi, come da film-metafora di Tornatore. Cristina Giudici voterebbe Bonino se i radicali non fossero così vicini ai neocon, per cui sceglierà nel fronte ex, post, neocomunista: Pierluigi Bersani. Anche il critico musicale Franco Fayenz vota Ds.
I foglianti all’estero scelgono Tony Blair. Il professor Emanuele Ottolenghi vive a Oxford e vota Blair, ma Conservatore alle amministrative. Blair anche per Erica Scroppo e Richard Newbury da Cambridge. Guglielo Verdirame, da Londra, vota Ken Livingstone sindaco e Blair alle europee. Willy Ward ha scelto i conservatori alle europee, i laburisti al Comune e uno strano indiano cristiano-sikh per Londra.
Camillo Langone non vota, "sono un antidemocratico, io". Alessandro Giuli, fogliante al Palazzo, sottoscrive, con il "poetastro" Sergio C. Perroni e il collaboratore bolognese Alessandro Ortenzi, una dichiarazione di voto elaborata da P. Butt: "Attendonsi disposizioni dal Nido delle Aquile e/o dal Bunker o da Predappio". Rass. Digos.

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