La prossima vittoria, postuma, di Ronald Reagan potrebbe essere quella di convincere il presidente George W. Bush di concedere alla ricerca scientifica le cellule staminali dei 400 mila embrioni congelati e conservati nelle cliniche di fertilità americane, ma non utilizzati dalle coppie sterili. Nancy Reagan, l’ex first lady, il mese scorso s’è fatta promotrice di una lettera di questo senso, firmata da 206 deputati e indirizzata alla Casa Bianca. A sole 12 firme dalla maggioranza assoluta dei parlamentari, la lettera è un fatto politico notevole, segnalato da autorevoli editorialisti del New York Times e del Washington Post, anche perché ha un carattere bipartitico avendo raccolto non solo l’imprimatur di una Nancy Reagan impegnata da anni contro la malattia del marito che la ricerca sulle cellule staminali potrebbe contribuire a debellare, ma anche perché ha ottenuto 36 adesioni di deputati repubblicani, molti dei quali conservatori e antiabortisti. Venerdì scorso quella stessa lettera è stata fatta circolare al Senato e ha ricevuto la firma della maggioranza dei senatori americani, 56 su 100, 13 dei quali repubblicani, compreso il potente senatore del Missouri Trent Lott.
Il tema della ricerca scientifica sugli embrioni, oggetto anche in Italia di un ampio dibattito e di un referendum promosso dai Radicali contro la recente legge sulla fecondazione assistita, è stato sollevato dal presidente Bush nel 2001, quando decise di non finanziare più con soldi federali la ricerca scientifica pubblica sugli embrioni di nuova produzione, limitandola alle cellule già esistenti e, ovviamente, alla ricerca finanziata dalle istituzioni private. I parlamentari americani firmatari della lettera fanno notare a Bush che delle 78 linee di cellule staminali esistenti che lui stesso pensava potessero essere usate, ne sono state messe a disposizione soltanto 15, un numero non sufficiente a soddisfare il fabbisogno dei ricercatori. La richiesta riguarda anche i 400 mila embrioni congelati e ormai destinati alla distruzione. I firmatari chiedono che il presidente liberi da restrizioni le linee di cellule staminali che aveva già destinato alla ricerca e che dia il permesso ai donatori dei 400 mila embrioni congelati e inutilizzati di destinarli alla ricerca.
Il deputato repubblicano Kay Granger ha detto che "non chiederebbe mai al presidente di violare i suoi principi, ma in questo caso non stiamo parlando di sviluppare nuovi embrioni, ma di poter utilizzare quelli che viceversa andrebbero distrutti". Un altro deputato bushiano della California, Randy Cunningham, esponente del movimento antiabortista, crede come Nancy Reagan che la ricerca sulle cellule staminali possa fare un "miracolo" per individuare i trattamenti medici giusti contro l’Alzheimer e altre malattie simili. Le cellule staminali embrionali, secondo molti esperti, potrebbero dare nuova linfa agli organi umani, compreso il cervello. Altri ricercatori sostengono che allo scopo siano sufficienti le cellule staminali adulte che hanno il vantaggio di poter essere estratte senza distruggere gli embrioni. Ma per un’altra parte della comunità scientifica le cellule adulte hanno un impatto medico inferiore. Michael Gazzaniga, che secondo il New York Times è uno degli scienziati più importanti del mondo, ha detto che "il Congresso potrebbe rendere illegale la clonazione riproduttiva, ma allo stesso tempo consentire che la clonazione biomedica vada avanti".
La Casa Bianca nega di avere una politica inadeguata e oscurantista, tanto da giudicare "benvenuta" la ricerca scientifica in questo campo finanziata dal settore privato. Washington, ha scritto William Safire sul New York Times, non ha né iniziato né fermato il progresso dalla scienza. Un biologo dell’Università di Harvard, finanziato dai privati, ha infatti sviluppato 17 nuove linee di cellule staminali che presto saranno messe a disposizione dei ricercatori. In Corea del Sud sono molto più avanti, un gruppo di ricercatori ha estratto cellule staminali da un embrione umano clonato, mentre a novembre la California voterà su un referendum con cui lo Stato chiede un finanziamento di 3 miliardi di dollari per avviare ricerche biomediche.
La lettera dei parlamentari e di Nancy Reagan ricorda a Bush che con questo atteggiamento attendista l’America sta perdendo la gara sulla ricerca a tutto vantaggio della Corea, di Singapore, dell’Australia e della Gran Bretagna. William Safire, editorialista conservatore del New York Times, ha spiegato con sagacia che si tratta di una questione che Bush dovrà affrontare perché "piaccia o no al governo, la genetica conquista spazio. Se non la si dirige verso fini moralmente accettabili come la cura e il trattamento di malattie, l’estensione della vita attiva e non verso la mostruosa manipolazione né verso la produzione di cloni rischiamo di perdere l’imperfettibilità che fa di noi degli esseri umani".
9 Giugno 2004