Camillo di Christian RoccaIl programma di Kerry/3 – Un'America under God

Le 37 pagine della Piattaforma per l’America, il programma di governo che il candidato Democratico John Kerry presenterà lunedì a Boston, segnano una svolta nella storia del partito. Fino a pochi anni fa questi documenti erano molto più lunghi, ma la novità è soprattutto di contenuto. L’edizione 2004 della Platform è quasi interamente dedicata a temi che solitamente sono cavallo di battaglia dei Repubblicani: Dio, patria e famiglia. Quasi metà del testo, infatti, è dedicato alla politica di difesa e di sicurezza e, con l’eccezione della seconda sezione sull’economia, il resto della Piattaforma di Kerry tratta argomenti che hanno sempre fatto venire i brividi ai liberal: i valori etici e, per certi versi, religiosi dell’America. Fa specie, per esempio, leggere nel Preambolo come i Democratici rivendichino di volersi battere per un’America che sia "under God", timorata di Dio. Oppure notare che in un documento programmatico come questo sentano il dovere di scrivere che "ciascuno di noi è uguale di fronte alla legge, così come lo è agli occhi di Dio".

C’è God e non il Trattato di Kyoto nel capitolo sulle politiche energetiche pulite e ambientaliste: "Dio ha dato all’America straordinari doni naturali"; "Questi sono i nostri programmi per assicurare che i doni naturali di Dio benedicano tutti i figli di Dio per le generazioni a venire".
"I valori saranno il cuore della nostra campagna", ha spiegato Kerry in un recente discorso in cui la parola "valori" è risuonata otto volte in trentasei minuti. Eppure non riesce ad essere riconosciuto come "uomo di forte fede". Secondo un sondaggio di Time solo il 7% la pensa così, ed è un problema in una nazione così profondamente religiosa come l’America. Kerry cerca di recuperare, qua e là fa riferimenti alla religione ma sempre precisando che il suo credo mai influenzerà le decisioni alla Casa Bianca.
Gli strateghi del partito Democratico spingono Kerry a non limitare i discorsi sulla fede agli incontri con le comunità cristiane afroamericane, nei quali effettivamente cita a gran voce i Vangeli in contrapposizione alle politiche di Bush. Man mano che ci si avvicina alle elezioni, Kerry ascolta i suggerimenti dei suoi consiglieri, i quali ci tengono a descriverlo come un uomo religioso, un ex chierichetto, figlio e marito di due devote donne cattoliche. Altri particolari, provenienti sempre dal suo quartier generale, svelano che in viaggio Kerry porta sempre con sé un rosario, un libro di preghiere e un’immagine di San Cristoforo, santo patrono dei viaggiatori. Pare che, come Bush, il senatore del Massachusetts qualche volta preghi in compagnia degli amici. Come Bush, Kerry "rafforzerà il ruolo delle organizzazioni religiose per affrontare i problemi dei senza tetto e della violenza giovanile".

Sì alle coppie gay, no al matrimonio
La terza sezione della Platform si intitola "Famiglie forti e sane" e comincia così: "La famiglia è il centro della vita quotidiana americana". E continua: "Famiglie forti, benedette dall’opportunità, guidate dalla fede e piene di sogni sono il cuore di un’America forte". Kerry propone sgravi fiscali, assistenza medica per i bimbi, espansione della copertura sanitaria e abbattimento dei costi dei farmaci. Se eletto ribalterebbe la costosa riforma del Medicare di Bush (medicine gratis agli anziani) perché crede che aiuti più le lobby farmaceutiche che i pensionati, e poi "il Medicare in questi 39 anni di vita ha funzionato molto bene. Vogliamo rafforzarlo e renderlo più efficiente".
Il tema della sanità è centrale nella visione dell’America di Kerry. Il programma prevede misure per eliminare le disparità di trattamento nei confronti delle minoranze e forti investimenti nella ricerca scientifica e nelle biotecnologie: "L’Amministrazione Bush fa prevalere l’ideologia sulla scienza" ma "gli americani meritano l’accesso alle migliori cure disponibili". Kerry parla delle cellule staminali e della battaglia di Nancy Reagan per convincere Bush a finanziare con soldi federali la ricerca sugli embrioni.
Sull’educazione, altro caposaldo del programma, i Democratici ricordano come Bush "abbia parlato bene", firmando la legge sul recupero dei ragazzi rimasti indietro con gli studi (No child left behind act), ma agito male: "Ha concesso 27 miliardi di dollari in meno rispetto a quanti ne aveva promesso".
Kerry si impegna a difendere i diritti delle coppie gay, ma ribadisce che il matrimonio da 200 anni è definito in un altro modo; è favorevole "al diritto di scelta della donna" e si batterà contro chi vuole indebolirlo, "ma allo stesso tempo" sostiene "fortemente la pianificazione familiare e gli incentivi all’adozione. L’aborto deve restare sicuro, legale e raro". (3. fine)

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club