Il presidente George Bush, il suo stratega Karl Rove e lo speechwriter in capo Michael Gerson hanno trascorso gli ultimi giorni alla Casa Bianca nel deserto, cioè al ranch di Crawford, in Texas, per limare il programma di governo che Bush presenterà agli americani il 2 settembre nell’ultimo giorno della convention repubblicana di New York. A differenza di Kerry che rese nota la sua Platform con due settimane di anticipo rispetto alla convention di Boston, Bush non ha ancora spiegato che cosa vorrà fare in caso di secondo mandato. Se è scontato l’accento sulla lotta al terrorismo, la difesa dell’America e la democrazia in medio oriente, trapelano solo ora le indiscrezioni sull’agenda di politica interna. Bush presenterà un piano di riforma fiscale e una politica di sviluppo legata al concetto di solidarietà (compassion) e di proprietà (ownership). L’idea di Bush è quella di aiutare gli americani a diventare proprietari della propria casa, della propria impresa, del proprio piano sanitario e finanche di un pezzo del sistema pensionistico. Liberismo compassionevole, appunto. I redditi da salari saranno tassati poco e con una flat tax, una tassa uguale per tutti, piuttosto che con l’attuale sistema graduale. L’ex senatore Jack Kemp, da anni sostenitore di questa riforma fiscale che negli anni Ottanta fu lanciata dal padrino dei neoconservatori Irving Kristol, è ottimista ed entusiasta del Bush di questo scorcio di campagna elettorale, proprio perché nei comizi il presidente non fa altro che parlare di "società di proprietari, di democrazia dei risparmatori e di democratizzazione del capitalismo". Secondo le anticipazioni pubblicate dai principali quotidiani americani, nel programma di Bush ci saranno agevolazioni fiscali per gli investimenti, per le famiglie e per chi acquista casa. Sul fronte della previdenza, i lavoratori avranno la possibilità di impiegare parte delle tasse fin qui trattenute in busta paga in "nuovi conti pensionistici individuali", in modo che siano gli stessi percettori del reddito a scegliere come investire il denaro messo da parte. Un procedimento di detassazione è previsto per il risparmio finalizzato a coprire spese sanitarie future. Bush, infine, vorrà trasformare in permanenti i tagli fiscali temporanei già approvati e che scadono tra sette anni. Se a Boston, in casa dei democratici, si è sentita spesso la parola "strengh", forza, al Madison Square Garden i repubblicani parleranno soprattutto di "compassion", di compassione e di solidarietà american way. Secondo l’ex ministro del lavoro di Bill Clinton, Robert Reich, il piano non può funzionare per la semplice ragione che la classe media americana non ha i soldi per diventare proprietaria di alcunché.
Sarà la convention dei centristi, questa di New York. Il programma prevede la presenza in prima serata di tutti i big moderati del partito, da Mike Bloomberg a Rudy Giuliani ad Arnold Schwarzenegger a George Pataki a John McCain, i cosiddetti RINO’s, Republican in Name Only, i repubblicani solo nominalmente. Ci sarà anche il senatore democratico Zell Miller, mentre agli iperconservatori come Bill Frist, Rick Santorum e Sam Brownback è stato riservato soltanto un ruolo defilato. Dopo mesi di inseguimento della base conservatrice, i bushiani in trasferta a New York cercano dunque di mostrare il loro lato meno radicale. Con le tv schierate a seguire sia la convention sia le numerose proteste in giro per la città, la strategia di Karl Rove è quella di far passare come estremista il fronte anti Bush.
John McCain è il più amato dai candidati presidenziali. E’ un eroe di guerra senza contestazioni né macchie, è indipendente, piace a tutti, tanto che John Kerry lo avrebbe voluto come suo vicepresidente. Ai tempi delle primarie repubblicane del 2000, McCain e Bush si sono scontrati aspramente, ecco perché tutti ora si chiedono come mai McCain abbia fatto marcia indietro e abbia deciso di abbracciare il suo ex rivale Bush. Una spiegazione c’è: nel 2000 McCain ha capito che da solo, senza l’appoggio del partito, non riuscirà mai a vincere la nomination per la Casa Bianca. Schierandosi apertamente con Bush, facendo attivamente campagna con il presidente, McCain sarà in pole position per il 2008, comunque vada a finire il 2 novembre di quest’anno.
Anche Bush avrà un figlio di Reagan alla convention, dopo la presenza di Ron Reagan a Boston. Michael Reagan, noto conduttore radiofonico, ha spiegato che "i media continuano a sostenere che la famiglia Reagan sia favorevole alla ricerca sulle cellule staminali pagata con i soldi dei contribuenti, quando la verità è che due membri della famiglia sono stati a lungo avversari di questo processo di manipolazione degli esseri umani: uno sono io e l’altro, lungo tutta la sua vita, è stato mio padre Ronald Reagan".