Camillo di Christian RoccaRepubblicani 2004 /5

Il 96 per cento dei delegati repubblicani alla convention di New York crede che l’America abbia fatto bene a invadere l’Iraq. Due delegati su tre si autodefiniscono "conservatori", il terzo "moderato". Il 38 per cento sostiene che l’aborto vada messo fuorilegge, soltanto il 3 pensa che il matrimonio tra gay debba essere consentito.

New York non è blindata. C’è un gran numero di poliziotti in giro, circa 10 mila, e basta. Il traffico scorre normalmente, al Madison Square Garden si arriva in taxi e i manifestanti, domenica, si fermavano ai semafori. Se necessario venivano dirottati dai poliziotti a sfilare sul marciapiede.

Repubblicani per la legalizzazione delle droghe. Ieri sul New York Sun è comparsa una pubblicità di un’intera pagina a cura della Drug Policy Alliance che invita a prendere in considerazione "la risposta giusta alla guerra alla droga", giocando sul fatto che la parola "giusta", right, in inglese significa anche "destra". A sostenere, da destra, le tesi della legalizzazione delle droghe leggere e pesanti ci sono il premio Nobel per l’economia Milton Friedman, l’intellettuale William F. Buckley, il leader del movimento per la riduzione fiscale, Grover Norquist, il governatore Arnold Schwarzenegger, e l’ex segretario di Stato di Ronald Reagan, George Shultz.

Il sindaco Mike Bloomberg ha contribuito alla convention repubblicana con un finanziamento personale di 7 milioni di dollari. Il costo totale della macchina organizzativa è di 166 milioni di dollari, 76 dei quali per garantire la sicurezza.

Staten Island è il quartiere più filo Bush di una città ampiamente democratica. Nel 2000, nel distretto 62, il presidente ottenne 29 mila voti, ottomila in più di Al Gore. La zona più democratica di New York è Harlem. Nel distretto 70 Al Gore ottenne 35 mila voti, Bush soltanto mille.

L’Upper West Side di Manhattan è la zona più generosa con i candidati presidenziali. Quest’anno i suoi abitanti hanno contribuito per 5 milioni di dollari a entrambe le campagne. Gli isolati della città che più di altri hanno finanziato George Bush si trovano sulla Quinta avenue. John Kerry raccoglie ovunque ma in particolare sull’Upper West Side. Secondo il New York Times, il condominio che ha finanziato di più è il San Remo, sull’Upper West Side: 27 persone hanno firmato assegni per un totale di 246 mila dollari.

Regole per la convention. Un comunicato avverte che dentro il Madison Square Garden non si possono portare con sé "armi, né coltelli". Vietato introdurre nell’arena, tra le altre cose, giochi di artificio, ombrelli, maschere, cibo, aerosol, spray urticanti, trombette, striscioni, forbicine, scatole e palloncini.

Ai giornalisti accreditati il comitato organizzatore della convention ha fornito una borsa nera con il logo dei repubblicani contenente: 1 scatola di pasta a forma di elefante e di stella del tipo "Macaroni & cheese – limited convention edition"; 1 macchina fotografica usa e getta; 2 schede telefoniche per un totale di 120 minuti di telefonate gratuite; 1 sacchetto con cioccolatini M&M’s a colori bianchi, rossi e blu; 1 guida di New York; 1 guida dei monumenti di New York; 1 pedometro per contare il numero dei passi durante la corsa; 1 confezione di caffè repubblicano; 1 penna a sfera; 1 fumetto dal titolo "Miffy loves New York City"; 2 dvd su Ellis Island prodotti da History Channel; 1 buono da 5 dollari per divertirsi con i giochini elettronici di Espn zone a Times Square; 1 buono per l’iscrizione gratuita di una settimana a uno dei tanti New York Sport Clubs; 1 portachiavi con lucina di cortesia; 1 spilletta con la statua della libertà e il logo della convention; 1 carnet di sconti in negozi e in ristoranti convenzionati; 1 confezione da otto strisce alla menta che "uccidono i germi e lasciano una senzazione pulita in bocca".

Proporzionale. In Colorado il 2 di novembre, cioè lo stesso giorno delle elezioni presidenziali, si vota un referendum per abolire la legge maggioritaria e introdurre la ripartizione proporzionale del collegio elettorale presidenziale. Oggi il candidato che ottiene più voti nello Stato conquista l’intero collegio elettorale e, di conseguenza, tutti i grandi elettori assegnati allo Stato in questione. Il referendum chiede l’applicazione del principio proporzionale, per cui se il candidato vincitore nello Stato ottenesse il 60 per cento dei voti, conquisterebbe non tutti ma soltanto una quota equivalente di grandi elettori. Il rimanente verrebbe assegnato proporzionalmente agli altri candidati. Nel caso del Colorado, Stato a grande maggioranza repubblicana, i grandi elettori sono 9. Il referendum, se approvato, avrà effetto immediato, per cui se Bush prendesse il 60 per cento dei voti non porterebbe a casa tutti e 9 i voti elettorali ma soltanto 5. Gli altri 4 andrebbero a John Kerry. Il tradizionale sistema del collegio elettorale non piace neanche al New York Times, che domenica ha pubblicato un editoriale con il quale ne ha chiesto l’abolizione. Secondo il quotidiano bisognerebbe semplicemente contare i voti espressi dai cittadini ed eleggere presidente il candidato che ha ottenuto più preferenze. Nel 2000 fu Al Gore.

X