Camillo di Christian RoccaVia da New York – Proteste e vomiti contro l'invasione dei repubblicani

I repubblicani non sono i benvenuti a New York, recita lo slogan di uno dei cento gruppi che si prepara a protestare contro lo sbarco dei 13.373 delegati di George W. Bush nel cuore liberal del paese. Il Grand Old Party (Gop) ha convocato la sua convention per la prima volta nella storia a New York, al Madison Square Garden, dal 30 agosto al 2 settembre, cioè tra 11 giorni, per candidare ufficialmente il presidente Bush alle elezioni del 2 novembre. In quell’esatto momento, in diversi punti della città si udiranno i militanti di "Shout Heard Around the World" urlare a squarciagola "NO". I newyorchesi meno attenti penseranno di avere incontrato un gruppo di smidollati, invece quel "NO" sarà ovviamente un no a Bush, alla sua politica e agli orrendi repubblicani che avranno invaso la città. Il disgusto degli antagonisti americani per la profanazione di Manhattan è talmente alto che martedì sera, davanti alla chiesa di St. Marks, sulla Bowery, i meno forti di stomaco si sono dati appuntamento per vomitare tutti insieme contro Bush, yes vomitare, in una live performance organizzata da due volenterose artiste alternative, già note per aver utilizzato nel gelo dello scorso inverno un numero di corpi nudi necessario a formare a Central Park la scritta umana "No Bush". Vomitorium 2004, questo il titolo dello show, si ispira ai lussuruosi costumi degli antichi romani, i quali si ingozzavano fino a rimettere per poi ricominciare a mangiare. Secondo le autrici quei banchetti erano il segno della decadenza dell’Impero romano, e oggi con Bush saremmo nella stessa situazione. Lo spettacolo era gratuito, cibo compreso. A pagamento, invece, l’apposito sacchetto con il logo Vomitorium 2004 ove poter comodamente rimettere.

Sono centinaia le proteste e le manifestazioni in calendario nella settimana della convention. La più importante si terrà alle 12 di mattina di domenica 29 agosto. Organizzata dal gruppo "Uniti per la pace e la giustizia", il corteo con centinaia di migliaia di partecipanti avrebbe dovuto concludersi a Central Park, ma le autorità locali hanno negato il permesso. "Rovinerebbero il prato", ha detto il sindaco Mike Bloomberg, il quale dalle finestre della sua casa sull’Upper East Side, alle 8 di sera del 22 agosto, vedrà un gruppo di hippies offrire tè ai passanti in segno di protesta per aver negato il permesso di piantare tende per 20 mila persone a Tompkins square.
"In gioco non c’è l’erba, c’è il nostro futuro", è il titolo della manifestazione di domani a Central Park, questa volta autorizzata, per protestare contro la mancata autorizzazione a usare Central Park per la marcia del 29. Più pratici i militanti del Partito Libertario: per il 29 hanno convocato una manifestazione non autorizzata con una motivazione mica male: "Se chiedi allo Stato il permesso di manifestare, ti meriti che ti dicano di no".

No a Central Park, rovinate il prato
La soluzione suggerita da Bloomberg per non rovinare il prato del Parco prevede la partenza del corteo tra la 14esima e la 23esima strada, un passaggio davanti la sede della convention, una svolta sulla 34esima strada e la conclusione sulla West Side Highway, la superstrada che costeggia il fiume Hudson. Gli organizzatori non hanno ancora deciso se accettare, ma hanno già fatto ricorso contro il Comune.
Il giorno precedente, sabato 28, gli anarchici insieme con "Not in our name" organizzano manifestazioni spontanee in vari punti della città, mentre in mattinata, a Central Park, si terrà la gara di "maglietta bagnata anti Bush". Alle 17.30 il gruppo Ring Out protesterà a Ground Zero facendo suonare 2.749 campanelli. Sabato pomeriggio, vestiti di bianco rosso e blu, i sedicenti "patrioti" del Greene Dragon partiranno da Staten Island con il ferry boat per sbarcare e liberare Manhattan dai repubblicani. L’indomani "meditazione per la pace" con i buddisti al Bryant Park. In città ci saranno anche gli oppositori dell’aborto, pronti a due sere di preghiera vicino a Ground Zero. Per ascoltare brani della Costituzione si dovrà andare lunedì 30 a Central Park. Mobilitati, pare, anche gli yellow cab, i taxi gialli di New York. Un gruppo che si autodefinisce Cabbies Against Bush (Cab) terrà le luci accese anche di giorno per illuminare le tenebre di Bush. Uno speciale coupon scaricabile da Internet promette corse gratuite all’aeroporto per i repubblicani che volessero andare a combattere in Iraq. L’altro ieri si sono dati appuntamento i "gay contro Bush", mentre ieri un corteo ha protestato davanti alle sedi dei "profittatori della guerra" General Motors, Bechtel, Carlyle, Chevron, Lockeed. Manifestazioni pacifiche, ma c’è chi teme che le proteste dei prossimi giorni possano essere violente e provocare una reazione della polizia. Il primo a temerle è John Kerry.

(segue dalla prima pagina) C’è chi sostiene che Bush abbia scelto New York come sede della Convention non solo per sfruttare la memoria dell’11 settembre, cosa che peraltro nel 1944 fece anche Franklyn D. Roosevelt quando convocò i democratici nelle isole Hawaii dell’attacco a Pearl Harbour. Il presidente, il quale peraltro non visiterà il World Trade Center, avrebbe scelto Manhattan perché se a pochi passi da Ground Zero scoppiasse una rivolta violenta come nella Chicago della convention democratica del 1968, riuscirebbe a convincere i moderati e gli indecisi che i violenti e gli istigatori del caos stanno dalla parte del suo avversario.
Il direttore di Greenpeace ha detto alla rivista Salon di essere terrorizzato da quanto potrebbero provocare i disobbedienti, mentre l’ex sessantottino Todd Gitlin spera che gli antagonisti non facciano a Bush il regalo di Natale che Karl Rove si aspetta.
La campagna per evitare gli atti di violenza è partita. A fronte di 48 mila tra delegati e giornalisti, a New York ci saranno ventimila poliziotti e agenti dei servizi, uno ogni 2,4 ospiti. I magistrati sono pronti a processare fino a mille arrestati al giorno. Deviazioni, controlli, camion anti-autobomba, barriere e sbarramenti saranno normali nella settimana della convention, come già lo furono a Boston per il congresso dei democratici. Il New York Times ha criticato gli interrogatori preventivi e le intimidazioni dell’Fbi sui manifestanti. Il sindaco ha offerto un patto: chi si comporta pacificamente avrà uno sconto per entrare nei musei, dormire in hotel e mangiare al ristorante. "Non è divertente protestare a stomaco vuoto", ha detto Bloomberg.
Tra i manifestanti ci sono diversi gruppi che invitano alla calma e a non fare danni. C’è chi ha lanciato la campagna "Metti W alla finestra" che prevede poster, adesivi e spillette contro la W di Bush, da mostrare sui balconi, sulle automobili e sul petto. Altri chiedono ai residenti di tenere accese le luci di casa anche di notte, mentre gli anarchici chiedono ai newyorchesi di non andare a lavorare il 30 di agosto, primo giorno di convention. Il 29, su invito del New York Times e di Bloomberg, le platee di otto teatri di Broadway ospiteranno i delegati repubblicani. Su Internet è partita una campagna per convincere gli attori degli otto musical a darsi malati per quella serata. Alle 8 di mattina del primo settembre una fila di disoccupati unirà Wall Street alla sede della convention. Ci saranno proteste contro Fox News e contro Starbucks, seminari per chi non si può permettere l’assicurazione sanitaria e in favore dei senzatetto. Non mancano né le "donne contro la guerra" né le femministe "contro la guerra di Bush alle donne". Per le strade circoleranno poeti, cantanti, artisti, maghi, profeti e mistici, ma una buona parte dei gruppi anti Bush non è gandhiana, rifiuta di condannare la distruzione di vetrine o di automobili. L’America guarderà in tv e Bush sa che se i manifestanti scatenassero la guerriglia urbana, per lui questo agosto sarebbe come Natale.

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