La paura di perdere fa giocare a Kerry la carta della paura
Il Foglio, 30 settembre
Bush e Kerry, in realtà, sono cugini
Vanity Fair, 30 settembre
Il Washington Post lancia un concorso Vota il miglior blog
Correte a votare Iraq the model non solo come miglior blog internazionale, ma anche alle elezioni irachene: Alì e Mohammed, infatti, si candidano alle elezioni irachene con l’Iraqi Pro-Democracy Party.
30 settembre
Le cose che non vi dicono
30 settembre
W le Simone libere
W le Simone già come il Marziano di Flaiano:
“Ah Simo’, ci avete stufato!”
29 settembre
Franceschini in wonderland
Il corrispondente da Londra di Rep. si conferma disinformatore.
Inizia così il suo articolo su Blair: “Le ragioni della guerra erano sbagliate, ma la guerra è stata giusta lo stesso. Suona contraddittorio, ma non per Tony Blair”. Blair ovviamente ha detto il contrario: che le ragioni sono giuste, nonostante gli errori dei servizi segreti (di cui si è assunto la responsabilità). Ecco che cosa ha detto veramente Blair:
“If you take [this]view, you don’t believe the terrorists are in Iraq to liberate it. They’re not protesting about the rights of women – what, the same people who stopped Afghan girls going to school, made women wear the Burka and beat them in the streets of Kabul, who now assassinate women just for daring to register to vote in Afghanistan’s first ever democratic ballot, though four million have done so? They are not provoked by our actions; but by our existence. They are in Iraq for the very reason we should be. They have chosen this battleground because they know success for us in Iraq is not success for America or Britain or even Iraq itself but for the values and way of life that democracy represents. They know that. That’s why they are there. That is why we should be there and whatever disagreements we have had, should unite in our determination to stand by the Iraqi people until the job is done”.
Sul Foglio, ovviamente, c’è l’articolo corretto. Rep. non correggerà, né ritirerà le truppe Franceschini da Londra.
29 settembre
L’appello per la democrazia in Russia
Neocon, falchi liberal e radicali italiani insieme con D’Alema e Amato preoccupati per lo stato della democrazia in Russia.
Nota di 1972: sappiamo dei radicali e degli americani ma D’Alema, 20 anni fa, li firmava gli appelli per la democrazia in Russia?
Il Foglio, 29 settembre
Bushismi/2
Durante l’intervista con Bill O’Reilly, Bush ha chiamato “Factor” il suo intervistatore. “The O’Reilly Factor” è il nome del programma. Factor O’Reilly ha fatto di peggio: crede che Chirac sia di sinistra.
Tutto è avvenuto nel medesimo sconclusionato passaggio dell’intervista in cui parlavano di Chirac:
O’REILLY: You think it was political, you think he’s playing to his left-wing base in France?
BUSH: Well, you’d better get him on your show “Factor,” because I don’t want to put words in his – I’ll tell you this. I’ll tell you this.
29 settembre
Times Square, valigetta, 500 mila morti in un istante
Graham Allison, un clintoniano professore ad Harvard, spiega perché un attacco nucleare è inevitabile, ma prevenibile
Il Foglio, 29 settembre
Ah, se ci fosse Recensire Rep, oggi…
29 settembre
Project for the New American D’Alema
Domani, sul Foglio, l’appello per la democrazia in Russia firmato dal gotha neocon, dai falchi liberal, da Capezzone e Mecacci per i radicali e da D’Alema e Amato.
28 settembre
La Nato in Iraq mette d’accordo Kerry, Bush, l’Onu, i realisti e i neocon
28 settembre
Fatti un Bush migliore
Grazie a Fabio S.
28 settembre
Il caso è chiuso: le accuse irachene a Chalabi sono state
archiviate, erano un tentativo di Allawi di tenere Chalabi lontano
da Baghdad.
27 settembre/sera
The Bad Set
Concerto dei Bad Plus al Village Vanguard. Avendo sprecato tempo in battute anti Bush non hanno suonato Smell like a teen spirit, né la nuova cover: We are the champions
27 settembre/sera
E ora Kerry che farà?
Il Financial Times riporta la notizia secondo cui Francia e Germania, anche in caso di vittoria di Kerry, non invieranno truppe in Iraq.
27 settembre/sera
Programmazione
Drudge
svela che dal 2009 sarà Conan O’ Brien il titolare
del Tonight show di Jay Leno. Per Dan
Rather, invece, si parla di pensione anticipata a primavera.
27 settembre/sera
Belgravia scrive a proposito dell’editoriale di ieri di Maureen Dowd: “Non ho mai letto tante cretinate sul New York Times”.
E
spiega perché MaDo è diventata la marionetta
della campagna Kerry.
27 settembre/sera
Qui un lungo video sulla festa di presentazione del libro di MaDo nella sua casa di Washington
Il fighettismo si taglia col coltello. Ci sono tutti i big del giornalismo Usa. Chris Matthews fa battute su Bush, William Safire mangia noccioline. Lei è tutta un “oh, my gosh”, “ho invitato molte star”, “prendete qualcosa da mangiare”, “sono stata invitata da Letterman”, “prendi pure un Martini, poi ti firmo il libro”. Ci fosse una Soncini a recensire la festa…
27 settembre
Berlusconi in un film di James Toback
Anche il Cav. ha il suo Michael Moore
Vanity Fair, settembre
Joey,l’amico scemo di Friends
Vanity Fair, settembre
Il magazine del New York Times perde la testa per la bella tenutaria di Wonkette e fa finta che i blog siano soltanto di destra
25 settembre
“Prima della guerra, in Iraq non c’era terrorismo”?
Certo, lo si esportava.
L’arte di ripetere una bufala e trasformarla in verità
Il Foglio, 24 settembre
L’idea di Bush, Allawi (e Kerry)
Truppe irachene contro i terroristi, poi il voto
24 settembre
Conosci te stesso (e il tuo nemico)
Il
Foglio di ieri spiegava bene che cosa sta succedendo
(dal sito informazione corretta)
24 settembre
Pare che in Iraq le cose vadano molto male
Lungo
rapporto
del Csis per il Pentagono: molto male la sicurezza, meglio il
resto. Ma c’è da essere ottimisti, dicono.
Qui la sintesi.
24 settembre
Pare che in Afghanistan le cose non vadano male
Peter Bergen sul New York Times
24 settembre
Bushismi
Ieri Bush ha detto tre volte “esercito afghano” invece che esercito. iracheno.
Ieri Bush ha detto “non sono affatto d’accordo” a un giornalista iracheno che avve appena finito di porre la sua domanda. In arabo.
Ieri Bush dopo aver dato la parola a un paio di giornalisti dei network tlevisivi ha detto: “Ehi, ma non c’è nessuno della Cbs?”
Ieri Bush alla domanda perché gli americani non catturano Zarqawi ha risposto: “Si nasconde”
Ieri Bush alla domanda perché si fida degli scenari positivi suggeriti da Allawi ha risposto: “Lui vive lì”
24 settembre
Body count
da The age, giornale australiano (via Andrew Sullivan):
“The anti-war website Iraqbodycount.net estimates that between 11,487 and 13,458 Iraqis have been killed since the start of the war. Added to that are 1049 coalition deaths listed. That is a staggering 14,507 deaths since March 19 last year – a horrendous average of 28.5 people, real human beings, a day for the 509 days.
How could this ever be justified? Wouldn’t Iraq have been better off without this?
It is estimated that Saddam killed between 500,000 and 1 million of his own people in the 13 years since the Gulf War, not including the effects of the sanctions. The lower number averages out to be 105 a day.
Assuming Saddam had stayed in power, as the anti-war movement would have had, and assuming his regime did not fundamentally change, Saddam could have killed between 53,445 and 106,890 innocent people in the same 509 days.
In other words, the war probably cost between 38,938 and 92,383 fewer lives than the so-called peace would have cost”.
24 settembre
Victor Davis Hanson
Oggi sul Wall Street Journal spiega anche lui che c’è un Bush buono e di sinistra là fuori, solo che nessuno lo vuole vedere.
23 settembre
Arnold riduce il danno
Avviso
a quelli con la puzza sotto il naso:
“Gov. Arnold Schwarzenegger on Monday signed into law what some advocates describe as one of the state’s most important public health policies in two decades – a five-year experiment to reduce the spread of AIDS and other diseases among intravenous drug users by making needles and syringes available without a prescription”
23 settembre
Gruppo islamico: “Uccise le due ragazze italiane”
23 settembre
L’Unitàglia-e-cuci tarocca Kerry per farlo sembrare pacifista
Il Foglio, 23 settembre
“I got an erection”
Mauro Suttora, sul New York Observer, alle prese con
una “gorgeous black woman”.
(andate giù col cursore: è il secondo articolo)
23 settembre
William Saletan, su Slate, come Camillo:”Bush the Liberal”
Attacco
dell’articolo:
“I admit it. I have a soft spot for President Bush.
I love it when he goes to the United Nations-as he did two years ago and again today-and tells those lazy cynics to get off their duffs. They spend their days congratulating each other, passing toothless resolutions, and giving lip service to tired pet issues. Bush is just what they need. He pokes them in the ribs. He points out that scofflaws are treating them like a joke. He tells them to enforce their threats, or he’ll do it for them. He preaches freedom and democracy. He vows to serve others, no matter who else joins in the cause. He refuses to back down, no matter what the price.
Unfortunately for Bush, it’s the liberal in me who loves these things. And it’s the conservative-in me and other Americans-who’s turning away”. Fine dell’articolo:
“So much selflessness, so much bravery, so much cost-not for our benefit, but for all those “peaceful nations” that won’t lift a finger to enforce the resolutions of their own United Nations. As a liberal, I admire it. As a conservative, I wonder how it looks to the guy in Ohio who can’t pay his bills”.
Qui Camillo.
22 settembre
Non ci crederete, ma ha ricambiato idea
Lunedì nel tanto citato discorso alla NYU, Kerry aveva detto:
“We have traded a dictator for a chaos that has left America less secure”.
Ieri, in una conferenza stampa ripresa oggi dal Washington Post, ha detto il contrario:
“What I have always said is that the world is better off without Saddam Hussein”.
23 settembre
C’è un Bush buono, in fondo
(e per questo non bisogna raccontarlo)
22 settembre
Bias
Il pregiudizio di sinistra sull’America nella stampa
italiana
22 settembre
Oh, baby it’s a wild world
Il
volo Londra-Washington con a bordo Cat Stevens è
stato dirottato dalle autorità e fatto atterrare in Maine
perché a bordo c’era Yusuf Islam, cioè Cat Stevens.
22 settembre
Che il suo Dio l’abbia in gloria
Bellissimo discorso di George Bush all’Onu: democrazia, libertà, lotta all’Aids, alla cultura della morte dei terroristi, genocidio in Darfur, citazione di Aung San Suu Kyi, cancellazione del debito dei paesi poveri, Fondo Onu per la democrazia. Un vero leader di sinistra.
Anche sull’unico punto su cui dissento, la clonazione umana, al solito Bush l’ha detta chiara, brutale e molto efficace: “Invito tutti i governi ad affermare un principio etico basilare: nessuna vita umana dovrebbe mai essere creata o distrutta a beneficio di un’altra”.
Luca Sofri dice sempre che le parole di Bush sono spesso belle e condivisibili, ma le sue azioni no. Anche George Packer, sinistro intelligente del New Yorker la pensa come Luke quando nota: “the distance between Bush’s soaring, often inspiring language and the insufficiency of his actions. When he speaks, as he did at the Republican Convention, about the power of freedom to change the world, he is sounding deep notes in the American political psyche. His opponent comes nowhere close to making such music”.
Ma, almeno, ha le parole buone, no? Eppure tranne Sofri e Packer non c’è nessuno ad ammettere che pagherebbe di tasca propria pur di avere finalmente un leader di sinistra che parli come Bush (comunque c’è: Tony Blair).
22 settembre
Endorsement
Qui si sta con Ilaria D’Amico.
22 settembre
Esportarte l’America esce in America
O no?
22 settembre
Ideazione
Il numero in edicola è molto bello e non solo perché c’è un forum sulle elezioni Usa con persone che conosco, ma soprattutto per un fantastico saggio di Andrea Mancia su South Park.
22 settembre
It’s-all-about-pajamas journalism
Ex capo della Cbs, prima che il network ammettesse il falso,
ha definito così i blogger: Bloggers have no checks and
balances. [It’s] a guy sitting in his living room in his pajamas.”
22 settembre
Proportional for the People
I REM, neomastelliani, a Repubblica: “L’America è
un paese enorme, tanto da risultare a volte ingovernabile. Il
bipolarismo dei due partiti non basta”.
21 settembre
Il piano (si spera l’ultimo) di John Kerry per vincere in Iraq
Il Foglio, 21 settembre
Un anno fa, a Meet The Press
MR. RUSSERT: Do you believe that we should withdraw American troops from Iraq? SEN. KERRY: No. MR. RUSSERT: Do you believe we should put more American troops in Iraq? SEN. KERRY: No. MR. RUSSERT: Do you believe that we should reduce funding that we are now providing for the operation in Iraq? SEN. KERRY: No. I think we should increase it. MR. RUSSERT: Increase funding. SEN. KERRY: Yes. MR. RUSSERT: By how much? SEN. KERRY: By whatever number of billions of dollars it takes to win. It is critical that the United States of America be successful in Iraq, Tim.
21 settembre
Drudge Report
Tra i radical chic italiani è comune dire il peggio possibile di Drudge Report, ma o non lo leggono o nascondono la verità: Drudge è un blogger di destra che informa prima e meglio di tutti. Quando prende un abbaglio, lo ammette. La storia della Cbs se non l’avesse linkata lui (presa da altri blog) non se la sarebbe filata nessuno. Ieri ha dato con 4 ore e mezzo di anticipo il testo delle scuse che Rather ha chiesto in diretta alla 18:30. Ora dice che i bushiani non vogliono nessuno della Cbs a moderare il dibattito con Kerry. Drudge è bravo.
21 settembre
Uno dei blog che ha scoperto il Rathergate dice: e se la fonte di Dan Rather fosse l’ex senatore, veterano, mutilato in Vietnam e grande amico di Kerry: Max Cleland?
20 settembre
Li adoro
Alla
Gazzetta dllo Sport di oggi: “Toldo: “E’
un’Inter da manuale”.
20 settembre
Rather, infine, ammette che quei documenti anti Bush non erano veri e che non avrebbe dovuto mostrarli
20 settembre
Le pay tv di Mediaset
Un
lettore, C.R., scrive: “La NIAF, riguardo alle “several
pay-television channels” di Mediaset si riferisce a “Duel
Tv”, “Happy Channel”, “Italia Teen”
e “MT Channel”, canali satellitari di proprietà
Mediaset visibili su Sky. (vedi www.mediasetonline.com).
Risolto il (mio) mistero. Grazie.
20 settembre
Blog italiani (in inglese) per Bush
20 settembre
Un leader di sinistra
Prodi
dice no al referendum sulla fecondazione: “Dilanierebbe
il paese”.
20 settembre
Si mette male per Rather
Ora alla Cbs ammettono che i documenti anti Bush erano falsi, che non li hanno verificati per bene e che non hanno tenuto conto del parere degli esperti. Rather tic toc, tic toc.
Ma ecco una chicca: i documenti, tre ore prima della trasmissione, sono stati mostrati al direttore della comunicazione della Casa Bianca, il quale non ha contestato la loro autenticità: scommettiamo che ora diranno che Karl Rove sapeva e che ha fatto scoppiare tutto sto casino per mettere in secondo piano i favoritismi al presidente? Scommettiamo?
19 settembre
Buon pareggio per l’Inter di Cuper
19 settembre
Corriere o Rep?
Mentre gli ultimi sodaggi, credibili o non credibili non importa, dicono che Bush è in vantaggio di 13 punti (Gallup), 9 punti (New York Times), 11 punti (Time), 6 punti (Newsweek), mentre solo un sondaggio dà Kerry in vantaggio di 1 punto, oggi il Corriere della Sera pubblica un’apertura di pagina con un titolo che non ricordo ma che, più o meno, dice che ora, grazie anche all’unico sondaggio filo Kerry, sembra proprio che Kerry ce la possa fare.
Kerry ce la può ancora fare, ovviamente. Ma la notizia di oggi era un’altra: secondo i sondaggi non ce la può fare.
Rep. – invece – pubblica un bel reportage di Alberto Flores D’Arcais in cui si spiega che Bush sta seducendo anche i posti tipicamente democratici come il Minnesota.
19 settembre
KJ, BM, BF, Ciarliaden e altri
Torna la colonna jazz
18 settembre
Sì pasaran
Gli ineffabili zapateros spagnoli ne hanno fatta un’altra (che troverete raccontata sul Foglio di oggi). El Paìs, giornale tipo Repubblica, ha fatto per due giorni questa pubblicità per la nuova campagna abbonamenti: (cliccate prima di continuare a leggere)
Me l’aveva segnalata il prode 1972 ma mi sembrava una cosa così assurda che non gli ho creduto, per me era chiaramente un falso: nessuno poteva essere così idiota. E, invece, di idioti al Pais ce ne devono essere parecchi. Dopo due giorni il direttore s’è scusato con tutti e ha ritirato la pubblicità.
(Tra l’altro è un falso: la foto di destra non può essere del 12 settembre, la nuvola di fumo dov’è?)
18 settembre
+8
Stavolta secondo il Nyt.
18 settembre
Quali, di grazia?
La
Niaf, l’associazione degli italiani d’America, il 16 ottobre
premierà Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset,
la cui holding- scrivono nel comunicato – “includes: Canale
5; Italia 1; and Rete 4; and several pay-television channels”.
Quali sarebbero questi “parecchi canali televisivi a pagamento”?
17 settembre
La fonte di Rather
Pare sia un funzionario democratico, già noto per aver paragonato Bush a Hitler. E’ evidente, quindi, perché Rather non dica qual è la sua fonte: se fosse davvero questo noto democratico del Texas, sarebbe la prova non di un errore (che ci può stare) di Rather ma la sua acclarata partigianeria. Come definire altrimenti un giornalista che, a pochi giorni dal voto, trasmetta in diretta e contro il parere degli esperti documenti falsi per influenzare il voto in favore del candidato democratico?
17 settembre
Meglio soli, Dan
Ormai Dan Rather non lo difende più nessuno, tranne il più noto anchor man di destra: il fascistone, a detta dei liberal di New York, Bill O’Reilly, della fascistona, a detta dei liberal di New York, Fox News. La sinistra è imbarazzata da questo endorsement. La destra è stupita e si chiede se O’Reilly non si sia montato la testa oppure se non ambisca a un posto nei grandi network, dove se sei l’O’Reilly che conosciamo non riesci a entrare. Motivo? Be’, perché – appunto – devi essere di sinistra.
17 settembre
Ramadan /3 (Panorama pubblica la trascrizione integrale: uccidere i bimbi israeliani per il moderato che piace al Corriere è “spiegabile”).
Il caso Ramadan (e del Corriere che gli ha chiesto un pezzo per rimembrare l’11 settembre) si chiude definitivamente con la trascrizione integrale dell’intervista (registrata su cassetta) del fondamentalista islamico a Panorama. La giornalista (che conosco) aveva scritto che secondo Ramadan uccidere un bimbo israeliano è “un atto moralmente condannabile ma contestualmente comprensibile“. Ramadan ha scritto al Corriere smentendo di averlo mai detto (e il Corriere c’è ricascato). Ecco la trascrizione dell’intervista:
«Io non credo che un bambino di otto anni sia un militare. Questi atti sono in sé condannabili, cioè bisogna condannarli. Ma quello che dico alla comunità internazionale è che sono contestualmente spiegabili, e non giustificabili. Che cosa significa? Vuol dire che la comunità
internazionale ha messo oggi i palestinesi in una tale situazione, li sta consegnando a una politica oppressiva che ciò spiega, senza giustificare, che a un certo punto la gente dica: non abbiamo armi, non abbiamo niente e dunque non si può fare che questo. È contestualmente spiegabile, ma moralmente condannabile».
17 settembre
The fog of love
Robert McNamara, il Rumsfeld di John Kennedy che da segretario alla Difesa guidò l’America nella guerra del Vietnam, si sposa il 16 settembre nella Basilica di San Francesco ad Assisi. McNamara, oggi 88enne, prenderà in sposa Diana Masieri Byfield, una settantenne di origini italiane. Nata ad Aviano, Masieri si è trasferita in America 40 anni fa. I due sposi trascorreranno la luna di miele in Sardegna. McNamara non è mai stato un politico di professione, Kennedy lo strappò alla presidenza della Ford. L’anno scorso ha vinto l’Oscar con il suo film-intervista sulla guerra in Vietnam, The Fog of War, la nebbia della guerra. (chr.ro.)
Vanity Fair
Veltroni è “stupito, sconcertato e amareggiato”
Però ha ragione Albertini.
17 settembre
Recensire Dan Rather
Un sito sul pregiudizio di sinistra di Dan Rather
PS
Ora che i grandi giornali italiani si sono accorti del caso, qualcuno dica loro (specie al titolista del pezzo del mio amico Zucconi) che l’accusa di falso non parte dai repubblicani. Era la posizione di Rather quattro giorni fa, poi lui stesso ha ammesso che non è vero.
PS II
Qui un mio articolo di due anni fa sulla denuncia di Bernard Goldberg, ex giornalista di punta di Rather.
17 settembre
Blogger spiega cheper aprire i lucchetti Kryptonite è sufficiente una penna a sfera
Duecentocinquamila
persone si sono già scaricati il video.
PS
Camillo, pochi minuti dopo la pubblicazione di questa notizia
ha ricevuto la seguente mail:
“Non so se ringraziarti o attentare alla tua vita per quel
post sui lucchetti Kriptonite. Ho appena scoperto d’aver buttato
un centinaio di euro nel cesso. Ma porca di quella, due giorni
fa li ho acquistati, due schifosissimi giorni fa… Ciao, sigh.
Luca
Mcc“.
PS2
Avevo scritto lucchetti di criptonite, quasi fossero prodotti
da Superman. Kryptonite è ovviamente la marca dei lucchetti,
ispirata alla forza che i frammenti del pianeta di Superman davano
al supereroe. Non ho mai letto un fumetto dei supereroi in vita
mia, né un manuale di scienze evidentemente.
Grazie a shock and awe.
17 settembre
Sergio Romano e Pino Corrias: Totò, Peppino e la guerra preventiva alla Cina
Vanity Fair ha pubblicato ieri un’intervista, probabilmente effettuata in una tavernetta, di Corrias all’ambasciatore Romano. Con un minuetto del tipo “prego ambasciatore”, “dica lei caro Corrias”, i due hanno chiacchierato amabilmente intorno a ipotesi che si sono inventati di sana pianta. Cioè, secondo loro, i neoconservatori e la Casa Bianca avrebbero già bella e pronta una simpaticissima guerra preventiva contro la Cina. A breve sui nostri schermi. Prosit.
17 settembre
Poi non dite che non vi abbiamo avvertito
Ieri, 16 settembre 2004, il Wall Street Journal ha pubblicato due lunghi articoli per annunciare che prossimamente uscirà anche di sabato, con un numero speciale per il weekend. I due articoli hanno raccontato le novità, le nuove rubriche e dato tutti i dettagli sugli abbonamenti, sulle edicole eccetera. C’era anche un pezzo con firma autografa dell’editrice, Karen Elliott, che si rivolgeva direttamente ai lettori annunciando con orgoglio il nuovo progetto. Solo che l’edizione del sabato uscirà il 10 settembre del 2005, tra un anno.
17 settembre
+13
Secondo l’ultimissimo sondaggio Gallup, Bush è in vantaggio su Kerry 55 a 42.
17 settembre
L’ultima di Kerry
Ha
di nuovo accusato Bush di aver perseguito una politica
che ha portato gli americani a pagare il 90 per cento dei costi
della guerra, mentre – ha aggiunto – “nella prima guerra
del Golfo furono gli alleati a pagare il 95 per cento dei costi”.
Cioè Kerry vorrebbe far pagare la guerra al terrorismo
all’Arabia Saudita.
17 settembre
Giornale liberal dice: la (ultima) posizione di Kerry sull’Iraq è illiberale
L’editoriale di New Republic dice quello che è stato scritto qui più volte: dire come fa ora Kerry che l’America ha speso troppo in Iraq è una tattica suicida, oltre che di destra. Bush ha fatto molti errori in Iraq, certo non quello di aver speso troppo.
17 settembre
JFK non è JFK
Un appassionato dirigente Democratico del Minnesota ieri ha presentato John Kerry sul palco con un “Ladies and gentlemen ecco a voi John Kennedy”.
17 settembre
Dan Rather non si è ancora dimesso
Ma l’audience e la credibilità calano.
17 settembre
America vista da Baghdad/2
“America is not an enemy of Arabs and Muslims, on the contrary, on many occasions she backed Muslims when other Muslims did nothing like in Bosnia, Afghanistan and Iraq. America helped us get rid of the worst dictatorship in history and despite the unstable security situation now in Iraq we breath freely and say whatever we want to say without fear from Saddam and his dogs
I was-and still-working as a teacher and Saddam was paying me 2 dollars a month, can you imagine that? while he paid thousands and thousands to his followers. Things now are much better for me and I feel grateful for America and the coalition for what they did to save us”
Amjad Al Ubaidy -Baghdad/Iraq.
Dal forum in arabo della BBC, tradotto in inglese da Iraq the model
17 settembre
Zaccaria nel mio collegio
Elezioni suppletive a Milano per sostituire Bossi, dimissionario. L’Ulivo, unito, candida nel mio collegio di Milano Roberto Zaccaria (il presidente Rai più partigiano degli ultimi dieci anni).
Io non lo voto. Vedremo chi candidano gli altri. Dubito che possa scegliere uno votabile. Anche quest’anno, e sarebbe la quarta volta su quattro dall’introduzione dell’uninominale, mi sa che annullerò la scheda.
16 settembre
La rivoluzione è arrivata
I blog smontano lo scoop anti Bush di Dan Rather.
PS
Il presidente della Cbs comincia a cedere:
‘We established to our satisfaction that the memos were accurate or we would not have put them on television. There was a great deal of coroborating [sic] evidence from people in a position to know. Having said that, given all the questions about them, we believe we should redouble our efforts to answer those questions, so that’s what we are doing’…
Il Foglio, 16 settembre
Premio Nobel vorrebbe “distruggere” l’Arabia Saudita e l’Iran
VS Naipaul, premio Nobel per letteratura:
“The thing he sees in the current terrorism is the exulting in other people’s death. ‘We are told the people who killed the children in Russia were smiling. The liberal voices were ready to explain the reasons for their actions. But this has no good side. It is as bad as it appears.’
What does he think the proper response of the West should be?
‘Well, clearly Iraq is not the place to have gone. But religious war is so threatening to the rest of us that it cannot be avoided. It will have to be fought… there are certain countries which foment it, and they probably should be destroyed, actually.’
Saudi Arabia?
‘I would like to think so, yes.’
Iran?
‘I think Iran has to be dealt with, too.”
16 settembre
La Federazione internazionale di mangiate competitive (e i tornei di quest’anno)
16 settembre
America vista da Baghdad/1
“America offers freedom for free. It’s true that I’ve
never been there and I don’t have friends living there either
but I keep America in my mind and sole. Hatred was brought to
us by the extremists; the enemies of mankind.
freedom and liberation. America untied us from Saddam’s chains
and also liberated Yugoslavia from her dictator and liberated
Germany before that. History is full of events that support my
feelings”
Hazim Al Shammari-Bafgdad/Iraq.
Dal forum in arabo della BBC, tradotto in inglese da Iraq
the model
16 settembre
Caro Kerry, forse è meglio che parli di Vietnam
Stupendo articolo, lungo e pensato, di un intellettuale liberal serio e rigoroso: Ron Rosenbaum sulla stagione del Vietnam e la sinistra.
16 settembre
Mafai, finalmente qualcuno ragiona anche nella sinistra italiana
“Mi chiedo come è possibile che quella drammatica esperienza non ci abbia vaccinato una volta per tutte contro ogni possibile forma di comprensione nei confronti del terrorismo”. “Non so darmi una risposta. A meno che la ragione non stia nel permanere in una parte almeno della sinistra laica e cattolica di quello che chiamiamo ‘antiamericanismo’ “
16 settembre
Strage a Baghdad, triangolo sunnita fuori controllo. Paradossi e debolezze della dottrina americana: riesce a destituire due regimi ma non entra a Falluja
Il Foglio, 15 settembre
Il clintoniano Dennis Ross spiega che Arafat vuole la guerra e che gli ebrei americani potrebbero votare per Bush
Il Foglio, 15 settembre
Il libro di Ketty Kelley è chiaramente spazzatura
Il New York Times lo stronca con cattiveria (ed imbarazzo) dicendo che sembrano solo chiacchiere, che non cita nomi né fonti (una fonte citata ha smentito), per il resto nel libro ci sono solo cose note da tempo. Le cose non note sono che Bush tirava di coca a Camp David (ma la fonte ha smentito); che Bush stava con una prostituta (voci riportate, ma senza prove e la prostituta non ha parlato); che la first lady fumava canne e le vendeva pure (nessuna fonte, solo un nome di uno che conosce molte ragazze della classe universitaria di Laura Bush). Ieri sera, Chris Matthews, conduttore apertamente Democartico del più bel talk show politico americano (Hardball) ha fatto alla Kelley un interrogatorio imbarazzante (per lei) sulle fonti, su come lavora, sul perché ha riportato voci eccetera. L’esito è stato imbarazzante (per lei)
15 settembre
Talkin’ about (blog) revolution
Il
giornale del reverendo Moon dice che è arrivata la
rivoluzione: quattro blog smontano Dan Rather
15 settembre
Ramadan & Il Corriere, ancora
Parole definitive di Giorgio Israel sul Foglio di oggi:
“Il Corriere della Sera ha praticato questo dialogo con una scelta sorprendente: intervistare il noto quanto discusso intellettuale musulmano Tariq Ramadan. Poi il giornale si è spinto ad affidare a Ramadan addirittura uno degli articoli di commemorazione dell’11 settembre. Non è stata una bella commemorazione, perché il giornale si è trovato nell’imbarazzante situazione di dover avvertire i lettori che, in un’intervista a “Panorama”, Ramadan, con riferimento alla situazione in Palestina, Iraq e Cecenia, aveva affermato che “uccidere un bimbo israeliano perché da grande farà il soldato” è “un atto moralmente condannabile ma contestualmente comprensibile”.
Ora Ramadan smentisce di aver pronunciato queste frasi e, in attesa che la vicenda si chiarisca, non si può che prenderne atto. Ma atteniamoci alla sua smentita, la quale già dice che egli non ha smentito praticamente nulla. Dice Ramadan nella smentita: “Che il contesto (oppressione, torture, povertà, perdita assoluta di speranza, eccetera) possa spiegare come delle donne e degli uomini vogliano ammazzarsi non ci consente di giustificare tali azioni”. Ma già Ramadan nella dichiarazione a “Panorama” (smentita) aveva parlato di atti “moralmente condannabili”. Ora, invece di “contestualmente comprensibile” parla di “spiegazione” a partire dal contesto. Insomma, la “smentita” consisterebbe nel passare dal “comprendere” allo “spiegare”
Sottigliezze verbali? Ma tutto, in questi testi, si gioca su un’abile alchimia di sottigliezze verbali. Esaminiamo meglio la smentita.
Ramadan parla soltanto di donne e uomini che vogliono “ammazzarsi”. Il piccolo dettaglio è che si tratta di donne, uomini e bambini che vanno ad ammazzare altre persone (civili) ammazzandosi. Chi non fosse altrimenti informato potrebbe credere che si tratti di gente che si butta dalla finestra per disperazione e non di persone che vanno a farsi esplodere in un autobus pieno di bambini o in un caffè.
Si noti poi l’ineffabile “eccetera” che compare nella descrizione del contesto. Nel contesto viene messo tutto ciò che sarebbe responsabilità degli israeliani: oppressioni, torture, povertà, perdita assoluta di speranza. Per il resto guerra santa, razzismo antisemita, finanziamenti da parte delle centrali del terrore, campagne organizzate per istillare nei bimbi il culto della morte-martirio, condizioni causate dalla corruzione della dirigenza palestinese, eccetera non c’è posto, salvo domani poter dire che era implicito nell'”eccetera”. Frattanto, il messaggio che passa è a dir poco tendenzioso. Difatti, se il contesto della “spiegazione” è già ristretto a certi aspetti e tutti infamanti per un particolare soggetto, allora esso è già in realtà un contesto della giustificazione. Nonostante qualcuno abbia iscritto Ramadan tra i cento intellettuali più prestigiosi del 2003 segno della modestia dei tempi egli non può sperare di farci fessi. Ma la furbizia è una dote che occorre riconoscergli. Egli sa bene che uno dei punti deboli dell’occidente contemporaneo è “la stoltezza di chi giustifica le nefandezze in nome di qualche causa” e “rimuove l’orrore” o “per non sentire la puzza” o “per difendere le proprie penose teorie” (Severgnini). Certo, oggi le nefandezze hanno raggiunto un livello inaudito. Soprattutto, non stanno colpendo soltanto i soliti ebrei e americani, ma anche altri. Sembra lontano il momento in cui un giornalista dell’Unità poteva dire in televisione che, se il povero Quattrocchi era un eroe, allora lo erano anche i kamikaze palestinesi. Dopo Quattrocchi sono venuti Baldoni, i reporters francesi, e le nostre due connazionali pacifiste, e forse (forse) si comincia a capire che il male non guarda in faccia a nessuno, che l’attacco riguarda tutti, che nessuno è al riparo. Allora, in questo clima più difficile, è meglio non parlare di giustificazione: si può provare con il “comprendere” o lo “spiegare”. Tanto, l’opportuna restrizione del contesto della spiegazione produce lo stesso identico risultato: far passare il messaggio che se gli shahid palestinesi “si” ammazzano è per responsabilità oggettiva degli israeliani”.
Il Foglio, 15 settembre
Report
Vorrei
conoscere quelli che dicono che è una bella
trasmissione.
Antisemitismo spinto, falsità, ignoranza e pregiudizio
filo arabo.
Ma anche involontariamente comico quando intervista una palestinese
a Gaza che dice: “Ci chiamano terroristi , ma loro che uccidono
sistematicamente i nostri alberi di ulivo, loro come li dovremmo
chiamare?”.
Il Foglio, 15 settembre
Mi dicono
Che Raitre ha celebrato l’11 settembre con il film negazionista
sulla strage e il cui nome non faccio.
Complimenti.
15 settembre
La via documentaristica alla destituzione di Bush
14 settembre
Tre documentari, oltre a quello di Moore, un film, due dischi (Rem e Steve Earle) e un libro.
Il Foglio, 14 settembre
Islam moderato? Non sapete di che cosa state parlando
Fenomenale
articolo di Carlo Panella che spiega, con testo a
fronte, come la cosa più moderata mai prodotta dal mondo
islamico, la dichiarazione su diritti umani dell’Islam, sia una
carta fondamentalista e che non rispetta affatto i diritti umani.
Sul Foglio, Inserto I
I’d Rather be blogging
La storia della presunta falsificazione dei documenti sul servizio militare di Bush, presentati da Dan Rather la settimana scorsa nel suo telegiornale sulla Cbs, è stata scoperta da quattro blog: allahpundit, powerline, Indc, Little Green football.
14 settembre
Consigli
Nei
ristoranti newyorchesi lasciate la mancia, sennò
finite in galera, vi fanno un processo e rischiate un anno
di reclusione.
14 settembre
Ramadan, ancora
Oggi
l’estremista islamico Tariq Ramadan, i cui articoli antisemiti sono stati rifiutati da Le Monde e da Liberation, spiega sul Corriere la frase detta a Panorama sull’uccisione di bimbi ebrei. Per lui le stragi di bimbi non sono giustificate, cosa che Panorama non gli ha attribuito, ma “spiegate” dal contesto in cui si trovano i kamikaze, cioè in reazione alla politica israeliana. Esattamente quello che aveva detto a Panorama: Uccidere i bimbi israeliani “in sé è un atto moralmente condannabile. Ma è contestualmente comprensibile”.
A Ramadan va dato atto che ribadisce che quei crimini non sono giustificabili. Bene. Sai che sforzo… una posizione coraggiosissima: ha detto che non è giustificabile uccidere un bambino israeliano. Continuando di questo passo prima o poi il Corriere gli chiederà di scrivere sull’inserto dedicato all’11 settembre…
Questa è la classica posizione dei fondamentalisti islamici: siamo contro il terrorismo, non lo giustifichiamo, per carità, ma una spiegazione alle stragi, anche di bambini, c’è. Quale? Israele e l’America. Ovviamente Ramadan non riesce a spiegarsi perché Israele e Usa cerchino di combattere il terrorismo. Quello è inspiegabile, incomprensibile, ingiustificabile, illegale, direi: infedele.
PS.
La rivista Caffè Europa, sedicente liberal di sinistra ma a me nota solo perché una volta nel commentare un mio articolo che non gli era piaciuto scrisse che probabilmente ero frocio (no, non lo sono), mi ha inviato una intervista a Ramadan in versione buonista, nel quale l’antisemita (parole di Bernard Henry Levi) Ramadan viene definito “il più conservatore tra i riformisti” (Io suggerirei “il più riformista tra in fondamentalisti”). La medesima Caffè Europa mi ha chiesto: “Che cosa pensi di questa intervista?”. Essendo cortese non ho risposto.
13 settembre
Barbara-quisquilia-Spinelli
Ieri mattina sulla prima pagina della Stampa:
“Il governo di Parigi è stato molto criticato, per la maniera in cui ha contattato e poi schierato le personalità musulmane contrarie alla presa d’ostaggi. È stato detto che non doveva accettare l’adesione di terroristi come Hamas o Hezbollah, che rivendicano gli attentati in Israele (…). Ma queste sono quisquilie (…)”.
Quali sono, allora, le cose importanti? Eccole:
“Quel che sta accadendo è la nascita di una diaspora indipendente dagli Stati arabi, che chiede a voce alta la liberazione senza condizione degli ostaggi e che denuncia l’inumanità del crimine terrorista (…). Non è molto diverso dalla diaspora ebraica, che dopo la distruzione del tempio nel 70 d.C. tenne in vita e custodì la religione d’un popolo per quasi duemila anni”.
No, non è molto diverso. Perché? Perché secondo la Spinelli questa diaspora musulmana è contro il terrorismo. Tutta questa diaspora è contro il terrorismo? No, non tutta ma dice la Spinelli che “non importa molto”. Come “non importa molto”? Sì per Barbara-quisquilia-Spinelli “non importa molto” che ci siano anche degli estremisti. Ecco:
“Non importa molto che alcuni esponenti di questo fronte siano equivoci. Anche se le differenze sono occultate, ci sono nel fronte musulmani moderati e radicali come Tarik Ramadan, che hanno militato in favore del velo e perfino delle bombe umane”.
Non importa molto. In effetti Ramadan è proprio uguale uguale a un ebreo della diaspora.
13 settembre
Su Ramadan
Prima di essere chiamato dal Corriere per scrivere un articolo sui tre anni dell’11 settembre, Tariq Ramadan – un tizio che giudica “contestualmente comprensibile” uccidere un bimbo israeliano – era impegnato nelle seguenti altre attività:
“Ha tessuto le lodi del brutale operato islamista del politico sudanese Hassan Al-Turabi, che a sua volta lo definì come “il futuro dell’Islam”.
* Nel 1996, a Ramadan venne vietato di entrare in Francia, in quanto sospettato di essere collegato all’islamista algerino che aveva di recente avviato una campagna terroristica a Parigi.
* Ahmed Brahim, un algerino accusato di lavorare per conto di al-Qaeda, a detta di un giudice spagnolo, (Baltasar Garzón) nel 1999 aveva “abituali contatti” con Ramadan.
* Djamel Beghal, a capo di un gruppo accusato di aver preparato un attentato all’ambasciata americana di Parigi, confessò nel corso del processo cui venne sottoposto nel 2001 di aver studiato con Ramadan.
* Come quasi tutti gli islamisti, Ramadan nega l’esistenza di “qualunque prova” che dietro l’11 settembre ci sia Bin Laden.
* Egli parla pubblicamente delle atrocità perpetrate dagli islamisti l’11 settembre, a Bali e a Madrid, come degli “interventi”, minimizzandoli al punto di manifestare quasi il suo appoggio.
* Le agenzie di intelligence sospettano che Ramadan (insieme a suo fratello Hani) organizzò un incontro all’Hotel Penta di Ginevra tra Ayman al-Zawahiri, il numero due di al-Qaeda, e Omar Abdel Rahman, lo sceicco cieco, attualmente detenuto in una prigione del Minnesota.
* L’indirizzo di Ramadan compare in un registro della Al Taqwa Bank, un’organizzazione accusata dal Dipartimento di Stato di appoggiare il terrorismo islamista.
(da un articolo di Daniel Pipes.
13 settembre
Il cervello di Kerry
Bob Shrum, lo stratega di Kerry noto per aver perso tutte le campagne presidenziali (7) è stato intervistato dal New Yorker di stamattina e ritratto dal Washington Post due giorni fa. Anche Maureen Dowd ha scritto di Shrummy. Qui il ritratto pubblicato sul Foglio un mese e mezzo fa. Intanto Kerry dice a Time:
TIME: Are you surprised at the bounce Bush got out of his convention?
KERRY: I don’t know what you’re talking about in terms of the Bush bounce.
13 settembre
Il problema Corriere della Sera
Oggi il Corriere si è accorto dell’assurdità di aver chiesto a Tariq Ramadan un articolo per ricordare l’11 settembre. Ramadan, nipote del fondatore della Fratellanza islamica ed estremista conclamato a cui gli Usa rifiutano il visto di ingresso (su suggerimento dei servizi francesi), a Panorama aveva detto che uccidere un bimbo israeliano è “in sé è un atto moralmente condannabile. Ma è contestualmente comprensibile”.
Il Corriere ha cercato di metterci una pezza, dissociandosi con un corsivo da questa affermazione. Il pezzo di Ramadan è rimasto in pagina. Una figuraccia colossale.
In realtà l’intero inserto era mal fatto e, naturalmente, antiamericano: finanche nel giorno dell’11 settembre. Max Gallo (Francia) ha scritto che c’è una guerra santa combattuta da Bin Laden in nome dell’Islam e da Bush in nome di Dio.
E, in più, il bilancio di questi tre anni è stato affidato in prima pagina a Sergio Romano, sul quale qui si stende un velo perché come si può giudicare uno che si stupisce che sia stato ucciso un pacifista come Baldoni, visto che fin qui la logica dei terroristi contro gli americani era “comprensibile”?
Che succede al Corriere della Sera?
12 settembre
Calcio a Manhattan
La globalizzazione e tutte le palle che ci diciamo non consentono ancora a uno che sta a New York di vedere una partita di calcio del campionato italiano. Oggi gioca l’Inter ma Rai international non la trasmette e che io sappia nessun pub ce l’ha in programma. Uno dice, vabbè, è l’Inter. Ok. Poi c’è il Milan, la Rai dà la partita in differita di due ore. Assurdo. Oppure la si può vedere in direttai n qualche pub col satellite della Nasa. Gli abbonamenti via cavo, a meno che uno non stia nel Bronx o nel New Jersey, non hanno nel pacchetto le tv che trasmettono le partite del campionato italiano. Domattina, su Rai International, fanno una partita in diretta. Uno pensa che giocando Milan e Inter oggi, domani facciano vedere la Juve, no? No: la Roma, magari per far piacere a qualche funzionario Rai romanista che sta qui a New York. Per la Champions League c’è da pregare. La Rai non ha i diritti. Espn ne trasmette una sola per ogni turno, Espn spagnola ne trasmette di più ma a New York si può prendere solo col satellite e mettere una parabola in un appartamento di NY è punibile con la pena di morte. Per intenderci due anni fa fecero soltanto l’andata di Real Juve e di Milan Inter. Per il ritono, niente. Ci sono i pub, pochi e tutti downtown. Infine c’è Rosso Alice, o come diavolo si chiama. Lo avete letto tutti, no? Il calcio sbarca su Internet. Fantastico, mi vedo le partite con il mio Mac a due euro e mezzo. Solo che, non ci crederete, ma se sei all’estero rosso Alcie ti dice che non puoi vederle. Cioè le puoi vedere solo in Italia, dove non serve perché ogni cristiano tifoso dispone di abbonamenti, schede eccetera. Proprio dei geni, questi di Rosso-qualche-cosa.
11 settembre
A che punto è la guerra
Editoriale del Foglio
11 settembre
Tre anni dopo il vero neocon è George W. Bush
11 settembre
Che cos’è l’America
Uozzamerica? Non è un luogo né un continente. È la normalità, l’insostituibile libertà di essere normali. L’America è ovunque. È la nostra vita: un lavoro che a volte soddisfa e a volte no; una famiglia e una casa; alzarsi la mattina, fare colazione e andare in ufficio. Questa è l’America. Poi si gioca, si scherza, si mangia, si litiga, ci si diverte. A volte si piange. Non sono solo rose e fiori in America. Ma ci sono gli amici, c’è il cinema, c’è l’amore, c’è la partita in tv. E fanculo quelli che ci stanno sulle palle. L’America prevede anche quelli. L’America è stata conquistata molto tempo fa. Poi gli americani l’hanno esportata. Con le navi, con i paracadute, con la musica, con i film. Con i logo. Spesso anche con la Cia. Noi ce la godiamo da un bel po’, questa America. Non parlo delle stelle e strisce, ma dell’insostituibile libertà di essere normali. Sono ancora in molti a non avere l’America. Ma c’è tanta gente in coda, perché prima o poi tutti giungono in America, tutti vogliono assaggiare l’America. È sempre stato così. Eppure ad alcuni non piace, molti ci sono dentro fino al collo ma pensano di poterne fare a meno. Sarà. A me pare che anche loro vivano l’America.
(da Esportare l’America)
11 settembre
Il Corriere ricorda l’11 settembre con un intervento di un tizio che considera l’uccisione di un bimbo israeliano “contestualmente comprensibile”
Strana
scelta del Corriere. Domani inserto sull’11 settembre con intervento di Tariq Ramadan che, oggi a una domanda di Silvia Grilli (una che conosco) se sia “giusto uccidere un bimbo israeliano di otto anni perché da grande farà il soldato” ha risposto:
“In sè è un atto moralmente condannabile. Ma è contestualmente
comprensibile, perché la comunità internazionale ha consegnato i
palestinesi agli oppressori”.
11 settembre
Bellissimo ritratto dell’Achille Occhetto d’America
L’insostenibile libertà di Al Gore raccontata da David
Remnick
(Meno male che in Florida ha perso)
11 settembre
Only if
Ieri sono stato fermato da un ragazzo del Partito Democratico che raccoglieva firme credo per registrarsi al voto. Mi ha chiesto se volevo firmare e gli ho detto: “Only if you tell me where John Kerry stands on Iraq”. Il ragazzo ha cominciato a balbettare:
“…well… you know…”. L’ho salutato cortesemente.
11 settembre
L’ultima di Kerry sull’Iraq: ora è contro gli sprechi (fino all’anno scorso voleva spendere di più, anche se aveva negato il suo voto al finanziamento della missione e poi flip e poi flop)
Ma è proprio sicuro che gli americani vogliano risparmiare
sulla lotta al terrorismo?
Il Foglio, 10 settembre
John Forbes Zelig
Kerry va dai battisti neri di New Orleans e che fa? Cita la Bibbia,
no?
10 settembre
Toh, Repubblica scopre che sono nazisti islamici
Guido Rampoldi, oggi su Repubblica, ammette per la prima volta che “per trovare altrettanta ebbrezza dell’infamia bisogna cercare negli album del Terzo Reich. Non solo perché il nazismo è l’esperienza storica a noi più familiare per intendere questo terrorismo nuovo che torna a uccidere per grandi categorie (i cristiani, gli ebrei, i musulmani ‘apostati’). Le SS che si facevano fotografare sorridenti davanti alle pile di cadaveri ucraini o russi probabilmente obbedivano alla stessa cupidigia d’onnipotenza per la quale oggi il nostro orrore dovrebbe diventare la gioia degli assassini di Baldoni“.
Poi, ovviamente, si contraddice e nega che siano nazisti islamici (sennò non sarebbe Repubblica, no?):
“Nel frattempo per una volta tacciano i tromboni che in queste occasioni sono sempre pronti a intonare la sinfonia dello “scontro tra civiltà”: cristiani contro musulmani, è esattamente questo lo schema del nemico”.
Ma non c’è solo la contraddizione tra quanto scritto prima e quanto scritto dopo. C’è una contraddizione interna nella stessa ultima frase di Rampoldi: i tromboni che avvertono che in atto c’è uno scontro di civiltà devono tacere. Ok. Ma perché devono tacere? Perché “è esattamente questo lo schema del nemico”. Cioè il nemico – che trombone non è, anzi è nazista islamico – ha uno schema chiaro: scontro di civiltà. Noi, però non lo possiamo dire, sennò Ramp. ci dà di tromboni. Il solito republicones.
Comunque, non è uno scontro di civiltà islamici contro cristiani: è il credo wahabita (non tutto l’Islam) in particolare che, esplicitamente, obbliga ogni musulmano al jihad contro i non credenti.
9 settembre
Il tenente Colombo
Furio Colombo investiga da par suo sul rapimento di Baldoni e delle due ragazze italiane e crede che non siano stati i nazisti islamici, ma chissà la Cia e i lacché iracheni degli americani (non li nomina, ma è evidente che intende loro). Uno gli potrebbe fare la solita pernacchia, senonché stavolta nel suo articolo c’è un passaggio che spiega chiaramente come il successore di Gramsci e Veltroni non abbia capito nulla di che cosa sta succedendo:
“Il mondo intero sapeva che Baldoni era un uomo di pace. Il mondo intero – ma anche i vicoli più poveri di Baghdad – testimonia adesso per le due Simone. Volete che gli uomini di un commando molto efficiente e bene organizzato che le ha bloccate, selezionate, identificate e fatte sparire con una operazione perfetta, in pochi minuti, in pieno giorno, non lo sapessero?”.
Se uno è buono e antiamericano, scrive il tenente Colombo, perché i “resistenti” antiamericani lo avrebbero rapito? Invece che darsi una risposta alla Rampoldi (sono nazisti islamici, mica tromboni), Colombo spiega:
“La tesi della ferocia bestiale e indiscriminata che agita le viscere del musulmano quando vede un cristiano e non fa più distinzioni su nulla (sembra una versione grottesca e fuori posto, dati gli eventi, ma sto citando giornali ed editoriali italiani di queste ore) è troppo primitiva”.
E’ talmente primitiva da essere il sesto pilastro della fede wahabita, quella del dovere di ogni musulmano di fare il jihad, la guerra ai non credenti. Ma per il tenente Colombo è troppo complicato, meglio dire: “Perché non pensare che in un Paese fuori controllo si formino bande con proprie bandiere, proprie ossessioni, magari legami o committenti diversi, che percorrono una loro strada, per pazzesca che sia? Forse non lo sapremo mai, ma il terrorismo è anche questo, e può darsi che all’improvviso risulti stretta la gabbia mediatica che gli è stata costruita addosso per descriverlo, tutto da una parte”. Il terrorismo non tutto da una parte. Che pena. (Su Gino Strada: silenzio)
9 settembre
Quando Kerry disse che non avrebbe avuto alcuna credibilitàper essere eletto presidente
Il Foglio, 9 settembre
Outfoxed
Come rode ai liberal il successo di Fox News
Il Foglio, 8 settembre
8 settembre, minchia non sa che c’è stato l’8 settembre!
8 settembre
Inadatto al comando
Meno 11 punti e un libro primo in classifica, ora Clinton consiglia
Kerry di lasciar perdere il Vietnam.
Il Foglio, 7 settembre
Il culto della morte
Il neocon David Brooks spiega mirabilmente, anche ai miei amici radicali, che in Ossezia non è stata una tragedia: “It was a carefully planned mass murder operation”. E qualsiasi cosa abbiano fatto i russi in Cecenia, ” the essential nature of this act was in the act itself”, l’atto stesso di uccidere bambini colpendoli alle spalle. Se non si capisce questo…
7 settembre
Sirchia via (e viva la Prestigiacomo)
Dopo 48 ore di dissociazione da Daniele Capezzone, torno a stare
dalla sua parte sulla vergognosa vicenda delle cellule staminali
e sulla figuraccia di Sirchia. (Giovanardi: chi è nazista?
Chi cura o chi lascia morire i malati?)
7 settembre
Giovanardi, anche i cretini lo votano
7 settembre
L’Unità è un giornale comico
Da due giorni con fascioni rossi ed editoriali del direttore denuncia questa vergognosa affermazione di Dick Cheney: “Non pensate che George Bush sia il tipo che chiede il permesso alla Nazioni Unite per intervenire con la forza quando sono in gioco gli interessi e la difesa del popolo americano. George Bush non chiede il permesso a nessuno”.
Qual è, però, sullo stesso punto, la posizione di Kerry? Eccola:
“Che non ci siano dubbi: io non esiterò a usare la forza quando è richiesta. Qualsiasi attacco avrà una risposta rapida e certa. Non darò mai a nessuna nazione né a organizzazioni internazionali un veto sulla nostra sicurezza nazionale“. (29 luglio, convention)
“Con John Kerry comandante in capo non attenderemo mai la luce verde dall’estero quando in gioco ci sarà la nostra sicurezza” (dalla Piattaforma del partito democratico approvata alla convention)
ULTIMORA L’edizione di oggi, 7 settembre, denuncia nel fascione rosso, che “si parla spesso degli errori politici in Iraq. Ma i media sembrano non essersi accorti delle condizioni di vita dei soldati americani. Le paghe sono state tagliate, l’equipaggiamento è sbagliato, mancano i giubbotti antiproiettile a cui provvedono le famiglie, i periodi di ferma sono sempre più lunghi”. Ammesso che sia vero, lo sa il direttore dell’Unità che sia Kerry sia Edwards hanno votato contro gli 87 miliardi di dollari di nuovo finanziamento alle truppe in Iraq?
7 settembre
Islamici i terroristi in Ossezia? No, israeliani
Ali Abdullah, an ultraconservative Bahraini religious scholar, condemned the school attack as “un-Islamic” but insisted Israelis – not Muslims – were behind it and wanted to “tarnish the image of Muslims.”
C’è, invece, chi riconosce: “la dolorosa verità: tutti i terroristi sono islamici”.
6 settembre
Maureen Dowd, come al solito, imbroglia
Scrive che Bush ha citato non correttamente un articolo del Times del 1946 che raccontava di una situazione tragica e senza speranza nella Germania occupata dagli alleati, invece non è così. Basta leggerlo: qui. Tra l’altro, lo ha ammesso lo stesso New York Times, il giorno prima:
Mr. Bush accurately quoted the column, written by Anne O’Hare McCormick, but he failed to mention that Ms. McCormick also praised the conditions in the American sector of Germany, saying it was working better than other sectors because the United States had turned over more of the administration of the area to Germans to “encourage initiative and develop self-government.” It is, of course, a policy similar to what Mr. Bush did in Iraq in June. Bush dunque ha citato correttamente l’articolo. Il fatto che il pezzo del 1946 dica che nella zona americana forse si stava un po’ meglio (non praised, come scrive il NYT – ma l’ho letto soltanto io questo articolo?) è totalmente ininfluente rispetto al senso e alle cose che racconta l’articolo del 1946 (il titolo, per capirci, è: La responsabilità americana in Germania).
Ci è cascato anche Paferrobyday, uno dei miei blog preferiti il quale da un po’ di tempo vede con un solo occhio.
6 settembre
Il Foglio sul New York Times (angolo della vanità parte II)
Il New York Times ha scritto un articolo sulle reazioni europee al discorso di Bush. Così come successe al termine della convention democratica di Boston, per l’Italia viene segnalato l’articolo del Foglio (questo), ma stavolta ci sono anche Il Corriere e Repubblica.
4 settembre
Nazisti islamici
Sono nazisti islamici e massacratori di bambini, ma i giornali liberal, l’inutile – ripeto: inutile – Europa e i politici italiani accusano Bush e Putin invece che i nazisti islamici massacratori di bambini a centinaia. Bambini colpiti con armi da fuoco alle spalle, alle spalle. Bambini uccisi a centinaia con colpi alle spalle dopo essere stati lasciati disidratare nel loro primo giorno di scuola. E invece la colpa è di Putin: i dubbi, i misteri… La prima pagina di Repubblica di oggi è vergognosa, (blame the victims). Pare che l’Unità sia molto peggio, ma l’Unità sappiamo che giornale è: sempre dalla parte di tutti i totalitarismi. Appena ce n’è uno, zac, l’Unità sta da quella parte e quando ce ne sono due in contemporanea, beh, è costretta a sceglierne uno soltanto. E sempre contro gli unici, Usa e Gb, che prima ci hanno salvato dai due fascismi (nazismo e comunismo) e ora affrontano anche per noi il terzo: quello islamico.
E i più liberali, i più liberali eh, dicono che per sconfiggere Bush bisogna denunciare il terrorismo. Che pena. E pure passano per coraggiosi. Pensano a sconfiggere Bush, i coraggiosi, prima che a sconfiggere chi ci uccide, uccide sia noi bestie infedeli sia gli islamici apostati. E poi la schifosa mistificazione sull’Islam moderato che la politica di Chirac è riuscita a mettere insieme. Islam moderato? Hamas? Jihad islamico? Hezbollah? I wahabiti? Gli imam nazisti di Al Jazeera? Gli stessi che prima rivendicano stragi di civili sugli autobus e poi dicono di risparmiare i francesi perché il governo francese è loro fiancheggiatore?
4 settembre
Bush e l’effetto convention
Il Foglio, 4 settembre
Time: Bush 52, Kerry 41
4 settembre
Newsweek: Bush 54, Kerry 43
4 settembre
La quarta guerra mondiale
Prima e seconda puntata
Terza e quarta puntata
Quinta e sesta puntata
Il Foglio, fine agosto, settembre 2004
Ottimismo, futuro, visione
Che cosa Il Foglio si immaginava avrebbe detto Bush e
che in effetti Bush poi ha detto.
3 settembre
Repubblicani 2004 /8
3 settembre
La quarta guerra mondiale
Prima e seconda puntata
Terza e quarta puntata
Il Foglio, fine agosto, settembre 2004
Bush come Mick Jagger
Repubblicani 2004 /7
2 settembre
America distratta
“Parigi ha una storia di tentativi di comprarsi i nemici. E’ fallimentare, oltre che immorale”. Parla Michael Rubin
2 settembre
I francesi
Ma la nostra speranza finisce qui, dove comincia la riflessione politica sulla circostanza più atroce che potessimo immaginare, nonostante qualche sospetto: il nemico terrorista islamico, per una sua parte cospicua e ferocemente insanguinata, guarda alla Francia come a un alleato prezioso nella lotta contro gli ebrei e i cristiani d’occidente, e perfino contro i buddisti nepalesi. E siccome la Francia sta ad occidente del Nepal, siccome è il grande paese dei diritti universali dell’uomo, siccome la sua cultura ci è sorella amata, siccome è nostro alleato e partner in Europa anche nei finanziamenti ad Hamas, siccome è il faro dell’ideologia pacifista e terzomondista, ci domandiamo tristi che cosa sia successo perché un simile denudamento appaia oggi in questa luce fosca. E l’unica residua speranza è che i francesi si sappiano levare al di sopra di una classe dirigente indecente, e ci restituiscano la Francia che abbiamo sempre amato.
Dall’editoriale del Foglio di oggi
1 settembre
Gli appelli dei terroristi arabi ai colleghi terroristi in Iraq: i francesi sono buoni, liberate i 2 giornalisti
Dal Foglio di oggi.
1 settembre
Arnold
Con
Rudy
è stato l’unico oratore degno di nota alla convention.
Buono anche il discorso di John
McCain, ma recitato malissimo e senza verve. Le due ragazze
Bush, molto più hip delle due figlie di Kerry, sembravano
a una serata di Mtv. Laura
Bush ha fatto la brava first lady e per la prima volta ha
aggiunto anche pensieri politici. Bill Frist
è una sòla. Sam
Brownback, nonostante sull’Iran sia un freedom fighter, è
un malato di mente.
1 settembre
Il programma di Bush
Che cosa farà se sarà rieletto
Il Foglio, 1 settembre
Repubblicani 2004 /6
Su Michael Moore (cacciato da una giornalista) e altre curiosità
dalla convention
1 settembre