Camillo di Christian RoccaRE: NO SUBJECT di Christian Rocca & Luca Sofri

Caro Christian, il mio arrivo a San Francisco è stato traumatico. In tv c’era il debutto del nuovo talkshow di John McEnroe. C’erano molta attesa e perplessità sul fatto che gli avessero dato un programma suo, e le perplessità erano ben riposte: si è presentato con una camicia terrificante, nera con delle grosse croci colorate sparpagliate un po’ ovunque, ed è stato piuttosto impacciato tutta la sera. Gli ha rubato la scena Will Farrell, attore comico molto popolare quaggiù, che ha presentato il suo film appena uscito, "The Anchorman", ambientato nell’America anni Settanta, pieno di pantaloni a campana, baffoni e cose così. La notte ho sognato la camicia di McEnroe.

Caro Luca, già che sei a San Francisco vedi di passare da Sacramento (non è una delle solite sconcezze in bocca a Tex Willer, è la capitale della California). Chiedi in giro di Arnold Schwarzenegger. Un anno fa la sinistra californiana inorridiva al solo pensiero che Terminator fosse diventato il loro governatore, un po’ come noi con Formigoneggher. Ora invece ne sono entusiasti, destra e sinistra, tutti quanti. I suoi ex colleghi di Hollywood, la congrega più di sinistra del pianeta dopo la tribuna centrale dell’Inter, aveva deciso di non rivolgergli più la parola. Con la destra repubblicana, mai. Danny De Vito e Clint Eastwood, invece, sono stati con lui fin dall’inizio, magari Schwarzy ora li fa assessori. Il suo cruccio però è che non potrà mai diventare presidente degli Stati Uniti, perché è nato all’estero, in Austria, dove le caprette ti fanno ciao.

Caro Christian, qua tutti dicono che una modifica costituzionale per Schwarzenegger si troverà. Ma la sua popolarità ha subito dei colpi, perché dopo tante belle parole ha avuto molti problemi a fare approvare il suo bilancio, molto criticato a destra e a manca. A Sacramento non sono ancora andato, ma ho fatto un pellegrinaggio a Santa Rosa, dove ha vissuto gran parte della sua vita Charles Schulz, e c’è pure un museo di Snoopy. Al cinema di Santa Rosa ho visto il film di Michael Moore, che è noioso e bruttino, ma piuttosto efficace: Bush ne esce come un vero deficiente, cosa che non credo sia così lontana dal vero. Io sono abbastanza d’accordo con Pete Townshend, comunque. Ha litigato con Moore per l’utilizzo di una sua canzone nel film, e ha concluso che Moore e Bush hanno modi assai simili. Sono stato anche a Bodega Bay, che è dove Hitchcock ha girato "Gli uccelli": c’è la scuola, ma del bar sul moletto nessuna traccia

Caro Luca, potenza di nosubject: mi ha scritto Mark J. Petracca. Non ti preoccupare, neanch’io avevo idea di chi fosse. MJP dice di avermi scovato su Google. Ha trovato nel nostro scambio di e-mail una mia segnalazione di un suo disco che avrei definito il miglior cd del 2002. Solo che io non ho nessun disco di Mark J. Petracca. Dopo un po’ ho scoperto che Mark J. In arte si fa chiamare Dusty Wright. Bene, gli ho detto io. Solo che io l’unico Dusty o Dust che mi ricordi è quello in the wind che cantavano i Kansas. Insomma alla fine ho capito che il tipo, peraltro di origini abruzzesi, è il leader di uno sconosciuto gruppo che si chiama Giantfingers. In effetti era un disco bellissimo quello, una specie di country però newyorchese, un po’ come i Lambchop oppure gli Sparklehorse, lento, palloccoloso ma con quel fuoco metropolitano che solo i Talking Heads. Insomma, mi hai capito. Bene, Mark J. Petracca in arte Dusty Wind ora ha fatto un disco solistico e stavolta è un country come lo canterebbe David Bowie. Lui ora si definisce "un cowboy metafisico", non so che cosa voglia dire, però mi ha mandato il disco con dedica.

Caro Christian, potenza per potenza, qualche giorno fa mentre attraversavo le strade di San Francisco mi è passato di fronte un tram dell’ATM. Un tram milanese arancione, paro paro, cioè. Mi sono stropicciato gli occhi, poi mi hanno spiegato che la città ha raccolto vecchi tram in giro per il mondo e li usa regolarmente sulle sue linee urbane. Una specie di museo circolante. Adesso ho incrociato i tram dell’ATM già quattro volte, e mi sento molto a casa. In tema di trasporti, ieri ho visto "The terminal", che è appena carino, e nulla più. Ora vado a mettermi la camicia a fiori, che stasera al Café du Nord c’è il concerto di Donovan. Giuro.

Caro Luca, anch’io ti devo lasciare. E’ appena cominciata la convention del partito repubblicano qui a New York. Al Madison Square Garden. C’è Bush, c’è Condoleezza, c’è Rumsfeld, c’è Schwarzy. Mi sento un piccolo giornalista metafisico come Danny DeVito.

X