Il discorso di Dick Cheney è stato interrotto da una contestatrice che è riuscita a superare i severi controlli di sicurezza del Madison Square Garden. Memore della comparsata di Michael Moore, la giovane si è piazzata in favore di telecamere, subito sotto la tribuna stampa.
Cheney non ha parlato di nozze gay, ma sul lato di sinistra del palco presidenziale c’era sua figlia Mary in giacca nera e maglietta blu seduta accanto alla fidanzata Heather Poe.
Un po’ di spazio è stato concesso alla destra religiosa del partito. Dopo il leader del Senato Bill Frist hanno parlato la star di Pittsburgh, il senatore italoamericano Rick Santorum e il senatore del Kansas Sam Brownback. Pur non rinuciando ai temi classici dei socialconservatori, non hanno però usato toni da crociata. Santorum, per capirci, è padre di sei figli, ma sulla scrivania tiene anche una fotografia del settimo bimbo nato morto. Alla convention ha parlato di famiglia, di difesa della vita e ha specificato che il matrimonio è importante perché consente ai figli di crescere con una madre e un padre al loro fianco. Le parole "una madre e un padre" sono state sottolineate con un tono di voce più alto, ma niente di più da un politico che l’anno scorso aveva paragonato gli atti sessuali gay a quelli delle bestie. Su altri temi, quali il lavoro, gli aiuti ai contadini e l’aumento del minimo sindacale, Santorum promuove iniziative bipartisan con i colleghi democratici. Brownback, invece, in una riunione a cui ha partecipato un cronista del Times, ha abbandonato i toni moderati per sostenere che bisogna combattere per Dio.
In gioco c’è anche la candidatura per il 2008. Per capire chi nutre il sogno di succedere a Bush bisogna guardare il programma degli incontri mattutini con le delegazioni degli Stati. Bill Frist, del Tennessee, frequenta sempre la delegazione del New Hampshire, guarda caso lo Stato che inaugura la stagione delle primarie. Rudy Giuliani, invece, ha ammesso di considerare l’ipotesi di una sua candidatura a una riunione con i repubblicani dell’Iowa, l’altro Stato fondamentale per il processo di scelta del candidato presidenziale.
Karl Rove come Howard Dean: "Yaaaaaarrrrrhhhhhh". Mercoledì sera è stato mostrato un video satirico con i principali assistenti di Bush come protagonisti di uno staff della Casa Bianca devoto al presidente Barney, cioè il cane dei Bush. Le immagini mostravano Karen Hughes che gli scriveva i discorsi, mentre il portavoce moderava un suo dibattito con il cane di Kerry. Karl Rove, in versione cazzara, ha imitato il famoso discorso di Dean in Iowa, quello che pare sia costata al governatore del Vermont la candidatura democratica e che terminò con l’urlo belluino: "Yaaaaaarrrrrhhhhhh".
A Boston i repubblicani avevano preso una sala per rispondere in diretta alle cose dette alla convention democratica. Il Grand Old Party aveva schierato Rudy Giuliani. I democratici a New York hanno tentato la stessa cosa, ma non ci sono riusciti, anche per l’improvvisa defezione di Hillary Clinton e del suo collega newyorchese Charles Schumer.
I gruppi pro Israele finanziano entrambi i partiti. Nel 2004 hanno aiutato i democratici con quasi 4 milioni di dollari e i repubblicani per la metà, due milioni di dollari.
Alla convention circola voce che uno degli strateghi di Bush, Matthew Dowd, sia terzo cugino dell’editorialista anti Bush Maureen. Matthew dice che entrambi sono originari della stessa zona. La regina del New York Times smentisce.
Cartelloni distribuiti mercoledì ai delegati: "W The president"; "Let the freedom reign", "Win one for the Gipper", "Opportunity".