Camillo di Christian RoccaL'Oriana d'America. Ann Coulter spiega come insultare i liberal e dire cose indicibili dei Kennedy

New York. Ann Coulter è tornata più cattiva che mai con un libro che, appena uscito in America, è già un bestseller. Si intitola "How to talk to a liberal (If you must)", "Come parlare con un liberal di sinistra (se proprio devi)". Il titolo dice tutto. Ann Coulter odia i liberal, cioè l’élite intellettuale, politica, editoriale e giornalistica d’America. Secondo lei sono quasi tutti traditori, antiamericani, filo islamici, come furono filo sovietici negli anni della Guerra fredda. Le piace provocare, prenderli in giro, attaccare e non mollare mai la presa. "La grande maggioranza dei liberal non sta intenzionalmente sabotando la nazione ­ scrive ­ In realtà credo che al 20 per cento dei liberal non freghi niente della nazione. Questo 20 per cento odia l’America, ma la maggioranza cerca soltanto di vendere libri, trovare uno show televisivo, essere definito ‘coraggioso’ dal New York Times, fare il figo o trovare il numero di telefono di una donna a un ricevimento pomeridiano di un centro Kabbalah".

Loro la odiano, ci sono siti internet dove la fanno a pezzi e siccome è alta, magra, bionda e bella immaginatevi il tono da caserma. AC è malvista anche a destra. E’ diventata famosa con un libro che anticipò le tesi dell’impeachment a Bill Clinton, poi si è trasformata nell’Oriana Fallaci d’America il 12 settembre del 2001, quando, all’indomani dell’attacco agli Stati Uniti, scrisse una frase che le costò il licenziamento dal giornale di destra, la National Review, per cui scriveva. La frase era un suggerimento al presidente George W. Bush e diceva così: "Dobbiamo invadere i loro paesi, uccidere i loro leader e convertire i loro popoli alla cristianità". Pentita? Assolutamente no. "Ancora oggi la mia posizione è esattamente questa e, tra l’altro, una settimana dopo i punti numero uno e due di quella frase sono diventati la politica ufficiale degli Stati Uniti".
Nonostante il successo del primo libro, Ann non ha un giornale su cui scrivere, se non il piccolo Human Events. "Ma non ho che da accusare me stessa se non riesco in qualcosa. Mio padre non era razzista, mia madre non è mai stata arrestata e mio fratello non si è mai travestito. Provengo da una minoranza svantaggiata: sono il prodotto di una famiglia amorevole e unita".
Dopo l’11 settembre Ann ha scritto altri due libri, "Slander" e "Treason" (quest’ultimo uscito in Italia per Rizzoli con il titolo "Tradimento"). Il successo è stato clamoroso in America e il tema è sempre lo stesso: l’odio dei liberal nei confronti dell’America e la loro predisposizione a tradire il proprio paese. Tesi forti, audaci, condite da una riabilitazione del senatore Joseph McCarthy e della sua caccia alle streghe comuniste.
Il nuovo libro comincia così: "Storicamente il modo migliore per convertire un liberal di sinistra è che lasci la casa dei genitori, trovi un lavoro e cominci a pagare le tasse". E’ una raccolta di tutti i suoi articoli pubblicati e no, censurati e no. "Mi piacciono i miei articoli. A differenza dei liberal, che vorrebbero far scomparire i loro articoli in difesa di Ho Chi Minh, io vorrei che i miei venissero letti da un pubblico più ampio". E’ il mondo secondo Ann Coulter, con un decalogo su come impostare una discussione con un interlocutore di sinistra: mai arrendersi; mai stare sulla difensiva; insultare il nemico; mai scusarsi; mai fare un complimento; mai mostrarsi cortesi; non cedere ai tentativi di corruzione eccetera.
In realtà con loro non si può parlare, argomenta Ann, "tu pensi di parlare della guerra in Iraq ma improvvisamente ti ritrovi in una disquisizione su Nixon, il petrolio, i neoconservatori, il Vietnam". I liberal "rifiutano di argomentare" e vanno matti per "l’urlo e la demagogia", come "nelle piazze arabe", e li senti spesso, "in trance come dei dervisci", ripetere cose del tipo "Bush ha mentito, e i bambini sono morti" oppure "Razzista, fascista" o, ancora, "Cacciate Rumsfeld" e "Halliburton".

Nixon o "Il silenzio degli innocenti"?
Nel tritacarne Coulter finiscono spesso i Kennedy, nonostante John John jr. sia stato l’unico direttore a offrirle una rubrica sul suo "George". Del clan Kennedy scrive, testuale: "Una famiglia di consumatori di eroina, di stupratori, di assassini di donne condannati e non condannati, di imbroglioni, di contrabbandieri e di ubriaconi dissoluti". AC detesta Ted Kennedy e attacca Kerry Kennedy, la star più recente della sinistra italiana. Quando Bush dedicò l’edificio del dipartimento di Giustizia a Bob Kennedy, sua figlia Kerry dal palco della cerimonia si rivolse alla sua piccola Kara che stava in prima fila: "Sappi che se qualcuno cerca di dirti che questo è il tipo di sistema giudiziario che tuo nonno voleva, non devi crederci". Commenta Coulter: "Purtroppo non ha aggiunto: ‘In realtà, Kara, la Giustizia del nonno era molto più simile al sistema giudiziario che tuo zio Teddy ha affrontato dopo aver fatto annegare quella ragazza’ ".
AC scrive che la sinistra americana "somiglia alle piazze arabe anche nell’ossessione per le teorie del complotto, metà delle quali riguardano gli ebrei". Secondo Coulter, "i liberal rifiutano di argomentare" e in una discussione punto per punto rispondono sempre con cose che non c’entrano niente con quello che l’interlocutore ha appena detto. In mancanza di argomenti, "si divertono a creare mondi immaginari in film e serie televisive dove i liberal finalmente vincono. Dai film impariamo sempre che NON C’E’ MAI UN MOTIVO per combattere una guerra, a meno che la Terra non sia invasa da alieni dall’iperspazio con enormi e paurose astronavi e con raggi mortali". Nei film, scrive AC, quelli di sinistra sono sempre "moralmente e intellettualmente superiori. Sono anche belli, divertenti, compassionevoli e hanno sempre ragione (). I repubblicani, solitamente, sono interpretati da tipacci di serie B. Pensate al fatto che Anthony Hopkins ha interpretato sia Nixon sia Hannibal Lecter".