Camillo di Christian RoccaDan Rathergate è finito come il suo ex avversario, Richard Nixon

Milano. Dan Rather, il volto televisivo del notiziario della Cbs, è caduto come il suo grande avversario di trent’anni fa, Richard Nixon, travolto dallo scandalo dei documenti falsi sul servizio militare di George W. Bush. Dan Rather, detto "Don" per i suoi metodi da capo bastone, ha annunciato le dimissioni che saranno operative da marzo, un anno prima del venticinquesimo anniversario alla guida del terzo telegiornale d’America (ma con il predecessore Walter Cronkite era il primo). L’8 settembre scorso Rather fece uno scoop clamoroso: mostrò i documenti che avrebbero dovuto provare i favoritismi ricevuti da Bush junior nel 1972. Poche ore dopo, su Internet, quattro weblog dimostrarono la maldestra falsificazione di quei documenti: erano stati scritti con Microsoft Word, un programma di computer inesistente all’epoca. Anche un ragazzino, dimostrarono i blog, si sarebbe accorto della spaziatura tra una lettera e l’altra incompatibile con quella delle vecchie macchine da scrivere, e di quel "th" scritto piccolino in alto a destra che gli americani aggiungono ai numeri ordinali (quarto, quinto, eccetera) e che 32 anni fa era impossibile da digitare con la macchina a nastro. E’ diventato subito il Rathergate, a prescindere se Rather fosse a conoscenza dell’imbroglio o soltanto la colpevole vittima. Per quattro giorni, come Nixon ai tempi del Watergate, Rather ha negato di aver preso un abbaglio, ha accusato di partigianeria i quattro blog e ha spiegato che gli esperti avevano autenticato quei testi. In realtà poi s’è scoperto che tre esperti contattati dalla Cbs avevano, al contrario, messo in guardia sulla scarsa attendibilità di quei documenti anti Bush. Alla fine gli errori e, soprattutto, i tentativi di insabbiarli si pagano, così Rather è entrato nel club dei giornalisti di New York Times, Bbc, Usa Today e Daily Mirror che nel giro di pochi mesi sono stati costretti alle dimissioni per essere stati colti con il dito nella marmellata del pregiudizio di sinistra. "I media certamente non sono più nelle nostre mani", s’è lasciata scappare, in un programma alla Cnn, l’onorevole democratica Loretta Sanchez. "Per noi, al momento, questa è soltanto una mezza vittoria", ha scritto uno dei blog anti Rather. (segue a pagina due)
(segue dalla prima pagina) Le dimissioni di Rather sono arrivate poco prima della fine dell’inchiesta indipendente della Cbs. Poi si saprà il grado di responsabilità del giornalista, della sua produttrice Mary Mapes e l’eventuale coinvolgimento del partito democratico. La persona che ha fornito i documenti, Bill Burkett, è un democratico che ha passato quei falsi alla Cbs in cambio di una mediazione per un incontro con John Lockhart, il consigliere di Kerry. La producer di Rather ha avvertito Lockhart, il quale ha effettivamente telefonato a Burkett.
Il sito "ratherbiased.com" ("piuttosto parziale") teme che la tempistica delle dimissioni possa mettere il bavaglio all’inchiesta. Tom Brokaw, il rivale di Rather che lascerà la Nbc (per anzianità) il primo dicembre, ha difeso il suo concorrente parlando di "jihad politico di Internet". Ma i guerrasantieri qualche argomento ce l’hanno, come dimostra il libro "Bias", "pregiudizio", scritto da uno dei vice di Rather, Bernie Goldberg. Non solo perché Rather è sempre stato cattivissimo con Nixon e i due Bush, e una squisitezza con Bill Clinton e finanche con Saddam Hussein che intervistò per tre ore prima della guerra, ma perché, spiega Goldberg, il pregiudizio liberal di Rather non è un complotto contro la destra: "E’ molto peggio". Lui non pensa che le sue idee siano di sinistra. Pensa siano normali, di centro, giuste. "Questo perché vive nella stessa bolla dei suoi amici, i quali pensano allo stesso modo. Credono che tutto ciò che proviene dal centrodestra sia conservatore. Giusto. E che tutto ciò che proviene dal centrosinistra sia moderato e nella buona tradizione americana. Ed è pazzesco".

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