Luca Sofri e i pensieri sui blog italiani
Luca riflette sulla poca autorevolezza dei blogger italiani rispetto ai giganti del mezzo Usa, i quali sono capaci di fare opinione e di battere i giornali tradizionali nel dare le notizie. E ha ragione. Però, per esempio e per quanto a Luca e a me non piaccia, a Dagospia capita spesso di essere citato dai giornali "importanti" e di dare notizie (frivole o meno) prima del corriere o di repubblica o dei tg. E’ capitato anche all’orrido Macchianera, per esempio. Ma capisco che non sia questo il punto.
E’ vero, i blogger italiani non fanno opinione, ma riconosco che non è facile in un paese conservatore vero (altro che l’America) e tradizionalista e rotto a ogni novità e dove non conta quanto sei bravo o preparato o intelligente ma a quanti cocktail nelle terrazze romane hai partecipato. In ogni caso, pur non facendo opinione in quanto blogger, i blog italiani spesso sono utili ai giornalisti tradizionali. Io, per esempio, su 1972 e Leibniz, per dirne uno di "destra" e uno che mi pare di no, trovo segnalati articoli che poi mi capita di usare per i miei oppure che poi faccio tradurre e pubblicare sul giornale cartaceo.
Ma c’è un’altra cosa, questa volta contro i blogger americani. Le elezioni americane hanno dimostrato tutti i limiti dei blogger come strumento serio di informazione. Durante la campagna sono stati utili, hanno scoperto un paio di bidoni spacciati per veri dalla grande stampa (vedi il caso Cbs e Dan Rather) e hanno offerto buone idee e opinioni. Il giorno delle elezioni, quando il gioco s’è fatto duro e i duri avrebbero dovuto dimostrare la durezza, però si sono afflosciati, hanno fatto flop. E i media tradizionali hanno vinto (attenzione: i media americani, ché quelli italiani non sono ancora emersi dalla figuraccia). E’ successo che i network tv avevano commissionato degli exit poll a una società demoscopica, ma questi exit poll, una volta commissionati, erano talmente inaffidabili che nessuna delle stesse tv che li aveva commissionati ha avuto il coraggio di mostrarli ai telespettatori. E, a loro merito, va dato atto che erano exit poll favorevoli al candidato che preferivano. Così gli americani sintonizzati alla tv non ne hanno saputo niente. I blogger invece ci sono cascati (Kerry nel primo dei due veniva dato vincente in Stati del Sud dove ha perso di 20 punti e vincente in Pennsylvania con un margine del 40%) e hanno generato l’aspettativa della vittoria di Kerry che ha contagiato anche l’Italia. Wonkette, il sito di una ragazzina viziata che in America passa per un genio, ha pubblicato questi exit poll inaffidabili. Le erano stati passati da quello che lei ha definito "un uccellino" del partito democratico. Drudge ha ripreso Wonkette e la voce ha fatto il giro del mondo. Gli stessi blogger di destra, come The Corner, uno dei migliori, forse il migliore, sono andati nel panico, erano disperati. Gli autori di The Corner si volevano suicidare (tranne quelli, saggi, che invitavano alla calma come Michael Ledeen e Mark Steyn) per l’annunciata vittoria di Kerry. Tra i media tradizionali non c’è cascato nessuno (a parte gli italiani). I media tradizionali (a parte gli italiani) sono più affidabili dei blogger, i quali farebbero bene ad abbassare le piume. Io l’ho appena fatto.
16 Novembre 2004