New York. Nel paese che secondo le caricature dei giornali italiani sarebbe in mano al fondamentalismo religioso capita che il Pentagono (dicasi: il Pentagono, quello di Donald Rumsfeld, di Paul Wolfowitz e della guerra preventiva) abbia deciso di ordinare ufficialmente alle basi militari americane in giro per il mondo di non avere più rapporti diretti con le attività dei Boy Scout. Sì, dei Boy Scout, il pericoloso gruppo che secondo George Bernard Shaw è composto da "bambini vestiti da cretini, guidati da un cretino vestito da bambino". Motivo di tale decisione? L’associazione ricreativa giovanile richiede ai ragazzi di fare un giuramento d’onore nientepopodimenoche a Dio: "Prometto sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio paese", recita il minaccioso testo del giuramento degli Scout.
Alla sinistra liberal questa cosa non va, i Boy Scout discriminano i bambini atei vestiti da cretini e lo Stato non può e non deve sponsorizzare le attività di un gruppo che viola così palesemente i più elementari diritti di libertà religiosa. Insomma i Boy Scout si meritano di entrare nella lista dell’asse del male. Se pensate a uno scherzo, sbagliate. E’ una cosa seria, almeno per l’Aclu, l’American Civil Liberties Union, l’associazione che un tempo lottava davvero per i diritti civili e contro le discriminazioni. L’Aclu è un influente gruppo di pressione, molto schierato a sinistra, che tra le altre cose è in guerra con i Boy Scout dagli anni Novanta. Anzi, è ossessionato dai Boy Scout e crede davvero che le regole interne dei lupetti minaccino le libertà civili degli americani.
In un primo momento, l’Aclu ha condotto una battaglia legale che è finita alla Corte suprema. Allora voleva imporre agli Scout di accettare come capi e istruttori anche persone apertamente gay. Ma la Corte suprema ha rigettato l’istanza. Su quella scia, nel 2000, i deputati del partito democratico si accodarono e cercarono di revocare l’Accordo, risalente al 1916, tra gli Scout e il Congresso. Ma anche in quel caso il tentativo fallì. L’Aclu ha cambiato tattica, ma non obiettivo. Così ha preso di mira gli aiuti governativi agli Scout che vanno dall’uso di spazi pubblici fino al sostegno federale e municipale alle attività di doposcuola. Sono scattate cause legali in Virginia, in Illinois e in tutto il paese. L’accusa è sempre la stessa: gli Scout giurano su Dio. E non si può fare con i soldi dello Stato.
La denuncia al Pentagono è partita nel 1999, ma ora, per evitare ulteriori guai, il Dipartimento della Difesa ha trovato un accordo giudiziario con l’Aclu che è stato presentato lunedì al giudice Blanche Manning. In attesa del verdetto del tribunale, i termini dell’accordo prevedono che il Pentagono vieti ogni diretto coinvolgimento nelle attività degli Scout. Ma restano aperte altre questioni. I militari hanno negato di aver mai violato la regola interna che impedisce di sostenere associazioni non federali. L’Aclu invece sostiene che il Pentagono spenda ogni anno 2 milioni di dollari per preparare Fort A. P. Hill, in Virginia, luogo del raduno quadriennale degli Scout, oltre a 200 mila dollari l’anno in basi all’estero e per sistemare i campi estivi. Su questo non c’è accordo. Il Dipartimento della Difesa ha precisato che i militari potranno continuare a fare attività di scout nel tempo libero e che i raduni potranno essere ospitati nelle aree militari aperte anche ad altri eventi della società civile.
Il reverendo Barry Lynn, direttore dell’Unione americana per la separazione tra la Chiesa e lo Stato, ha detto che la decisione è stata "molto saggia", perché "è importante che il governo federale, compreso l’esercito, non sponsorizzi nessuna organizzazione che discrimina sulla base della religione". Lynn, che è un prete, dice che gli Scout discriminano perché prescrivono ai loro membri di "credere in Dio". L’avvocato Adam Schwartz, dell’Aclu, ha detto che "se la promessa di libertà religiosa contenuta nella Costituzione fosse una realtà, lo Stato non dovrebbe far prestare un giuramento religioso discriminatorio". L’editorialista del New York Post, Collin Levey, sostiene l’esatto contrario: "I Padri fondatori volevano tenere gli americani al riparo dalla persecuzione religiosa, ma l’Aclu ha capovolto quell’impeto in una scusa per compiere la sua persecuzione in nome dell’anti religione".
19 Novembre 2004