Camillo di Christian RoccaAbusi e conferme

Milano. Il New York Times ha dato notizia di un rapporto della Croce rossa su presunti "abusi", prontamente negati dal Pentagono, nei confronti di alcuni dei 550 "nemici combattenti" catturati in battaglia in Afghanistan e ora detenuti nel campo di prigionia di Guantanamo. Il Times è riuscito a ottenere un memo riassuntivo del rapporto nel quale si legge che l’esercito avrebbe intenzionalmente usato coercizione psicologica e talvolta fisica "equivalente alla tortura". La notizia intanto smentisce l’idea che gli Stati Uniti agiscano in tutta segretezza e che non facciano entrare le associazioni umanitarie. La Croce rossa, la cui sede di Baghdad è stata fatta saltare in aria dai colleghi dei detenuti di Guantanamo, ha confermato che dal 2002 visita regolarmente la base sull’isola di Cuba e che, altrettanto regolarmente, produce un rapporto dettagliato sulle condizioni dei prigionieri. I rapporti non sono pubblici, ma capita spesso che qualche operatore umanitario passi alla stampa le parti considerate compromettenti. Fin qui i rapporti della Croce rossa non hanno mai rivelato torture fisiche, né pratiche vietate, anzi hanno spesso riconosciuto come le condizioni di vita di chi collabora siano più che buone. Notizie confermate da alcuni dei rilasciati, mentre riguardo le accuse avanzate da 5 cittadini britannici, spiega il New York Times, "è stato facile respingerle perché sono sembrate implausibili". Quest’anno, come in passato, la Croce rossa ha però ribadito che la detenzione a tempo indefinito è pratica inaccettabile, una "tortura psicologica". Lo status giuridico dei detenuti, infatti, non è regolato dalla Convenzione di Ginevra perché i "nemici combattenti" non sono né soldati del vecchio regime afghano né, nel caso di mujaheddin arabi, cittadini estradabili. Quando è stato possibile, come nel caso dei 5 britannici, i prigionieri sono stati consegnati al paese d’origine. Ma nel caso di due russi, l’estradizione è stata criticata da Amnesty International perché il sistema penitenziario di Mosca dà meno garanzie di quello attuato a Guantanamo. La Croce rossa denuncia che il team dei medici fornisce le cartelle sanitarie dei prigionieri a chi conduce gli interrogatori, "una flagrante violazione dell’etica medica" anche se, ammette, le cure sono di "alta qualità". Pur non specificando quanti detenuti siano sottoposti a questo trattamento, il rapporto dice che costituiscono "una forma di tortura" le pratiche di isolamento e di esposizione a temperature estreme e a musica ad alto volume.

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