Camillo di Christian RoccaArchivio blog – Dicembre 2004

Raccolta mensile del blog

Letture per la sinistra

Il manifesto neoliberal del direttore di New Republic.
Nell’inserto del Foglio.

Il Foglio, 31 dicembre


Il pulpito di vetro

Le cifre degli aiuti americani al mondo, i furbastri pregiudizi degli onusiani

30 dicembre


Musulmani d’America contro “24”

Nella prima puntata della nuova serie in onda il 9 gennaio su Fox c’è una famiglia di americani islamici che loda il martirio in nome di Allah e organizza l’assassinio di massa di cittadini americani. Le associazioni islamiche americane protestano, come fecero quelle italoamericane contro i Soprano. In Italia tutti difesero (giustamente) i Soprano, è evidente che in musulmania nessuno difenderà “24”. Ma Camillo è curioso di vedere come si schiereranno questa giornali e blog di animo veltroniano e di formazione ex, post, neocom (con la “m”).

30 dicembre


Centomila persone morte e (pare) nessun animale

30 dicembre


Resterà tutto come prima

Non metterò i permalink, nonostante i cortesissimi sforzi di Vic.

30 dicembre


Fenomenologia di South Park

Mesi fa avevo segnalato lo splendido saggio di Andrea Mancia su Ideazione a proposito degli auotri di South PArk (e Team America). Ora è online sul bel sito di IdeAzione. Prima parte e seconda parte.

27 dicembre


Un bel libro italiano su Bush

L’autore è Alberto Simoni, giornalista di Avvenire

24 dicembre


Quel genio di Safire immagina un sequel per il romanzo di Philip Roth

Camillo l’aveva già immaginato a giugno

23 dicembre


Pochi post, è Natale

22 dicembre, sera


So che ci tenete

Miglior disco dell’anno
Around the sun, dei REM
Migliore canzone dell’anno
Leaving New York dei REM
Migliore canzone dell’anno esclusi i REM
Breathe Some New Life, da Folker di Paul Westerberg
Miglior disco di alt-country
Spooked di Robyn Hitchcock
Miglior disco degli anni Settanta uscito nel 2004
Lonely Planet Boy di Jobriath
Migliore canzone degli U2
Javhé
Miglior disco di Elisa
Lotus
Miglior disco di mio amico
Elevened, di Dusty Wright
Miglior disco italiano non uscito
Alkymia, di Alkymia
Miglior disco che mi hanno regalato
Feist
Verso meno azzeccato dell’anno (o gruppo che non legge Camillo)
“There’s a voice in me that says you will not win” da Final Straw dei REM
Migliore cover di una canzone di John Lennon
Warking Class Hero da Acoustic di John Lennon
Migliore versione non jazz di brano jazz
Love Supreme da She loves you dei The Twilight Singers
Miglior disco che non mi ricordo se è uscito quest’anno o l’anno scorso
La colonna sonora di Young Adam, di David Byrne
Miglior disco jazz
The Out-of-towners, di Keith Jarrett trio
Miglior brano jazz
Il numero 4 dell’album di Keith Jarrett trio
Miglior disco di un Coltrane qualsiasi
Translinear Light di Alice Coltrane
Le due delusioni dell’anno dopo le meraviglie dei dischi precedenti
Universal Audio dei Delgados
Absent Friends dei The Divine Comedy
Disco degli anni Settanta più ascoltato sull’I-pod
The Lamb Lies down on Broadway dei Genesis
Disco degli anni Ottanta più ascoltato sull’I-pod
Live in Paris dei Supertramp
Disco regalato al vicino di banco senza neanche averlo sconfezionato
Love Songs di Phil Collins
Disco che mi sono pentito di aver acquistato
The Delivery Man di Elvis Costello
Disco che non mi sono pentito di non aver comprato
Il Sogno di Elvis Costello
Miglior disco dell’anno dei Lambchop
Aw Cmon
Miglior disco dell’anno di Nick Cave
Lyre of Orpheus
Migliori tre dischi jazz italiani
“Easy Living” di Enrico Rava
“Mi ritorni in mente” di Stefano Bollani, Jesper Bodilsen, Morten Lund
“Pensieri circolari” di Mag Trio

22 dicembre


Turchia sì, no, boh

Breve commento a proposito del brano di Oriana Fallaci pubblicato oggi dal Foglio

21 dicembre


I migliori

Paolo Mieli, Pigi Battista e Gianni Riotta dirigeranno e vicedirigeranno il Corriere della Sera.

20 dicembre


Scaricarsi gli spot tv americani degli anni Ottanta

19 dicembre


Stampa anglosassone

Ms Loredana “Lucciso”, con la u, “italian it girl”, è diventata un “monster”. Sull’Independent che ha ripreso Panorama.

18 dicembre


Bush è pronto a privatizzare le pensioni copiando un’idea di Clinton

18 dicembre


Un neoliberal a Roma

Intervista a Martin Peretz, editore e direttore di The New Republic sul futuro (non roseo) dei Democratici.

17 dicembre


Nella splendida cornice di Largo Fochetti si sciopera

Qui era stato anticipato il motivo (con un errore: il bar di Vissani era un’ipotesi, forse una battuta. Insomma: non ci sarà).

17 dicembre


Due neocon a Roma

Intervista a David Brooks del New York Times e a Joshua Muravchik dell’American Enterprise sui secondi quattro anni di Bush

Il Foglio, 16 dicembre


Kristol, Sullivan e Trent Lott

Tre diversi, diversissimi, tipi di conservatori contro Donald Rumsfeld. Sullivan sul suo sito, Kristol sul Washington Post (e da due anni sul Weekly Standard – e sul Foglio), Trent Lott in un discorso.

16 dicembre


Spazio dediche

Saluti alla cugina di Michele, e ai suoi amici

16 dicembre


Niente sarà più come prima

Ho deciso: metto i permalink. Se solo qualcuno mi spiega come si fa.

14 dicembre


Legalizzatela

Christopher Hitchens spiega come la cosiddetta guerra alla droga danneggi la guerra al terrorismo. Con soluzione.

14 dicembre


Hollywood party

“Nonostante abbia fatto parte per 15 anni della elite liberal di Hollywood, non sono mai stato invitato a un’orgia”. Steven Levitan spiega che i liberal di Los Angeles spesso sono gente normale.

14 dicembre


La notizia perfetta

14 dicembre


L’Apocalisse di Oriana

Il nuovo libro di Fallaci letto in anteprima

Il Foglio, 14 dicembre


Oltre il Burraco

Dopo l’inarrivabile apertura sul Burraco di due settimane fa ecco, uno dietro l’altro, i titoli degli articoli dell’inserto weekend (sabato) del Corriere della Sera:
“I turbamenti dell’amico Help Desk”
“Tornare a vivere nei caffè”
“Pulsioni e soddisfazioni dei proprietari di schermi piatti”
“I provocatori della spesa”
“Cosa portiamo davvero nei sacchetti griffati”
“Manuale per girare felici tra i canali”
“Ristoratori, ridateci la bruschetta”
“Fingersi di nascondersi annodando la sciarpa”
“Tutti i rischi amorosi di un sms”
“Come si porta un marito/fidanzato a una festa di Natale in famiglia convincendolo che si divertirà”
“Come indurre le amiche che fanno sempre regalini, e vanno ricambiate, a smettere per il prossimo Natale?”
“A me piace anche ilvino che sa ti tappo”
“Lo zaino giusto nel posto sbagliato”

13 dicembre


Mostruosità

Qualcuno sa dirmi in quale codice si trova l’articolo sul reato, chiamiamolo così, di “concorso esterno in associazione mafiosa”? Qualcuno mi sa spiegare, in italiano, che diavolo voglia dire “concorso esterno in associazione”? Se il reato è l’associazione (e non un delitto) uno o è associato o non è associato. Come fa a essere “non associato” eppure “concorrente”, per giunta “dall’esterno”, in un’associazione di cui non fa parte? Un mistero, una mostruosità inventata dalla giurisprudenza emergenziale palermitana in questi decenni. Qual è il reato? Qualcuno ha rubato qualcosa a qualcun altro? Chi è la vittima? (Nel processo Dell’Utri, non ci crederete, ma la vittima è Berlusconi)
Ma, a parte questo, a parte i dettagli del processo che prima era Berlusconi-Dell’Utri e poi Dell’Utri contro Berlusconi, c’è un altro punto ancora. E’ la stessa “associazione a delinquere di stampo mafioso”, il famoso articolo 416 bis, prima ancora del “concorso esterno”, a essere una mostruosità emergenziale, direi di stampo razzista. Funziona così: se Calderoli o Enrico Letta o Enrico Beruschi o chiunque sia nato da Roma in su si associa a delinquere prende tot anni di reclusione (art. 416), se mi associo io, che sono di Alcamo, o Dell’Utri o chiunque sia nato in Sicilia prende quello stesso tot di anni più un di più (art. 416 bis) in quanto il nostro accento è siciliano.
PS
Su queste cose e altro, molto meglio di me, l’elefantino di oggi.

13 dicembre


Quando eravamo torturati

Un bel racconto, sul NYT, di un giornalista cileno che commenta il rapporto della settimana scorsa sulle torture del regime di Pinochet. E il superamento condiviso di una stagione.

13 dicembre


Se la sinistra fosse questa

Michael Ignatieff, sul New York Times, a proposito della promozione della democrazia, un tempo una battaglia di sinistra.

12 dicembre


Idea per il New York Times

Nomini Maureen Dowd capo del supplemento Weekend del sabato. Vada pure a giocare a Burraco e liberi spazio a chi è in grado di scrivere editoriali veri.

12 dicembre


Gli SMEmorati di Largo Fochetti

Nell’editoriale di oggi Eugenio Scalfari si dimentica che Berlusconi è stato assolto sulla Sme, e che la campagna giudiziaria e giornalistica del suo editore De Benedetti è stata sconfitta. Strano, no?
Scalfari Parla di tre accuse, e invece erano appunto quattro (con la Sme). Una è quella del bonifico di Previti a Squillante, per cui Berlusconi è stato prosciolto.
Un’altra, per la quale Berlusconi è stato assolto, Scalfari la liquida così: “Regalo di gioielli nel corso d´un viaggio di vacanza”. Una sciocchezza, parrebbe. E, invece, il Cav. è stato assolto dall’accusa di aver tenuto a libro-paga i magistrati romani avanzate da Stefania Ariosto. Avete presente, quanti articoli di Repubblica e copertine dell’Espresso sulla Ariosto, no? No, Scalfari s’è scordato della teste Omega.
Poi c’è la terza accusa. Secondo Scalfari: “L´imputato è stato assolto sulla base dell´articolo 530 del codice di procedura penale che consente l´assoluzione se le prove non sono ritenute sufficienti”. Ma s’è scordato che la formulazione completa dello stesso comma di quell’articolo citato dai giudici parla di “mancanza” di prova, oltre che di “contraddittorietà” delle prove. Insomma, al solito, ai republicones manca la parola “manca”. Più in là, sintetizza il prof Scalfari: “Un’assoluzione per insufficienza di prove”.
Ehi, Scalfari: l’insufficienza di prove non c’è più, è stata abrogata nel 1989, cancellata. Quello era il codice fascista di Rocco. Ora l’assoluzione è sempre piena. L’articolo sull’assoluzione, il 530, è unico. E al secondo comma prevede, appunto, l’ipotesi che la prova manchi, sia insufficiente o contraddittoria.
Poi, infine, Scalfari si ravvede. E confessa: “O si tratta di ignoranza delle norme ordinamentali e dei principi del diritto, oppure si tratta di malafede partigiana”.

12 dicembre


Manca la parola “manca”

A prescindere da quello che si pensa sulla prescrizione del Cav, va notato che Corriere e Repubblica oggi hanno fatto i furbi su un punto: sulla parola “manca”. Si tratta del secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale, che dice: “Il giudice pronuncia sentenza di assoluzione quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova”. Secondo i giustizialisti (in generale, non solo in questo caso) l’articolo è la nuova versione della vecchia insufficienza di prove. Lo dicono per mettere in dubbio le sentenze di assoluzione, sennò non sarebbero giustizialisti. In realtà l’insufficienza di prove non esiste più, è stata abrogata. C’è l’assoluzione e basta. Ed è sempre piena, come in tutti i paesi civili. C’è l’assoluzione normale (al primo comma), più questa del secondo comma del 530, quando la prova è insufficiente o contraddittoria o quando, appunto, manca.
I giustizialisti allora che cosa hanno scritto a proposito dell’assoluzione di Berlusconi sulle accuse dell’Ariosto di aver tenuto i magistrati romani a libro paga? (Attenzione, non sto parlando del bonifico per cui il Cav. è stato prosciolto, ma della parte del Capo A, le accuse della Ariosto appunto, per cui è stato assolto). Hanno fatto questo:
Luigi Ferrarella sul Corriere ha scritto: “Qui Berlusconi è assolto per non aver commesso il fatto, ma con il chiaro richiamo alla prova insufficiente o contraddittoria“. Ferrarella s’è scordato che “il chiaro richiamo” al comma 2 dell’articolo 530 riguarda anche la possibilità che la prova “manchi” del tutto.
Stessa cosa, Giuseppe D’Avanzo su Repubblica: “Non ci sono prove sufficienti e concordanti che la corruzione di Verde ci sia davvero stata”. S’è scordato “manca”. La frase corretta avrebbe dovuto essere: “Non ci sono prove oppure, se ci sono, sono contraddittorie o non sono sufficienti”.

Si vedrà entro 90 giorni, con le motivazioni. Magari avranno ragione il corriere e repubblica. Oppure no. Oggi, certamente, “manca” la prova di quanto hanno scritto.

11 dicembre


Esportare la democrazia nell’Upper West Side

I marines liberano New York dai radical chic, come a Falluja (Fiction, lunga)

Il Foglio, 11 dicembre


I Dems alla ricerca di un leader, di un’idea e di un linguaggio

Dean si candida alla guida del partito. MoveOn rivendica un ruolo. Il professor Lakoff: serve un messaggio chiaro

Il Foglio, 11 dicembre


Omar e Alì da Bush

Un amico americano mi ha raccontato del viaggio a Washington dei due blogger iracheni di Iraq the Model. Sono stati ricevuti per 30 minuti da George Bush e poi hanno fatto un bel po’ di giri in città per raccontare che cosa succede a Baghdad e l’incredibile febbre per le elezioni. Hanno però mancato l’appuntamento con Andrew Sullivam per un caffè.

10 dicembre


Classe (e quel pizzico d’ipocrisia)

Anna Finocchiaro (Ds): “Una sentenza di assoluzione per il presidente del Consiglio rispetto a fatti così gravi è una buona notizia”.

10 dicembre


No classe (no ipocrisia)

Antonio Di Pietro: “Il rotto della cuffia che ha permesso ancora una volta Berlusconi di farla franca con il giochino della prescrizione – ha affermato l’ex pm di Mani Pulite – nulla toglie alla materialità dei fatti e alla sua incontrovertibilità”.

10 dicembre


Questo è stato ministro della Giustizia

Oliviero Di Liberto: “La sentenza di assoluzione per il reato di corruzione, avvenuta per la prescrizione, presuppone la colpevolezza del premier”.

10 dicembre


Good morning Forza Italia

Titolo del Manifesto, se solo fossero spiritosi. Il Cav è stato assolto sul caso Sme (uno dei più ridicoli capi d’imputazione della storia giudiziaria). Sconfitto l’editore di Repubblica.
Prescritto il reato dei soldi a Squillante (vuol dire che i giudici, applicate le attenuanti generiche e controllata la decorrenza dei termini, non sono entrati nel merito). Assolto per un altro bonifico contestato dall’accusa. Assolto per altri reati, cioè dall’accusa (di Stefania Ariosto) di averpagato i giudici di Roma per averli a disposizione.

10 dicembre


La Cina è Google o Enron?

Mercoledì se ne discute al Council on Foreign Relations

10 dicembre


La Gad sciita

Uno scienziato guida l’Alleanza elettorale voluta da Al Sistani per le elezioni di gennaio. Non c’è Allawi, c’è il gruppo di Moqtada (ma né lui né i suoi principali consiglieri) e, soprattutto, c’è Chalabi. Vuoi vedere che quello che in Iraq “non aveva seguito” alla fine vincerà le elezioni?

Il Foglio, 10 dicembre


Meno nozze più moderazione, l’autocritica dei gay Usa

Dopo la sconfitta in 11 referendum su 11, il più grande gruppo di gay e lesbiche ha deciso di mettere da parte la politica e di parlare di sfera personale. E ha scelto un eterosessuale come leader.

10 dicembre


I soldati che hanno contestato Rumsfeld erano d’accordo con un giornalista

Scoop di Drudge, che riporta la mail con cui il giornalista del Chattanooga Times Free Press spiega alla sua redazione come ha convinto i due suoi soldati a ripetere al microfono le domandine che gli aveva preparato.
Ps. Stamane i giornali che ieri hanno dedicato grandi articoli alla vicenda ne parleranno? No.
Ps 2
Ne ha parlato solo Il Corriere.
Ps 3
L’editore del giornale sul giornalista: “”He is there to write stories, not make news himself”.

10 dicembre


Teresa a John Kerry: “Hey, idiot”

Cindy Adams racconta che Teresa Heinz Kerry vede così il ruolo della moglie di un candidato: “The job of a political spouse is to say, ‘Hey, idiot . . .’

9 dicembre


Oppure una sòla

“Dieci fregate o la Marina è in crisi”
Titolo della Stampa

9 dicembre


La legge elettorale

Non ho capito quale sia la proposta del Polo. Mi pare di aver capito che vorrebbero abrogare i collegi uninominali per un premio di maggioranza con una percentuale variabile di proporzionale. Sono convinto che non riusciranno ad approvare nessuna legge. Dovessero riuscirci, per quanto mi riguarda, il Cav. s’è mangiato il bonus sulle tasse e sulla politica estera.

9 dicembre


L’israeliana Rula

Yasha Reibman sul Magazine del Corriere svela che la giornalista palestinese Rula Jebreal è israeliana. Ha passaporto israeliano. E’ una di quel milione e mezzo di arabi che possono vivere liberamente, con tutti i diritti civili e politici, nella democrazia israeliana.

9 dicembre


The Mazzone effect

Anche il baseball americano ha un allenatore che si chiama Mazzone, Leo Mazzone, che fa parlare di sé.

9 dicembre


Secondo me

Luca Sofri e daria Bignardi sono due fighi pazzeschi.

9 dicembre


Le parole che non ti ho detto

Ieri il pezzo di Francesco Merlo su Rep. a proposito di Loredana Lecciso cominciava così: “Lorenda Lecciso”. Lorenda Lecciso.

9 dicembre


Meraviglioso, bello-bellissimo

Questi i commenti più critici sui giornali di ieri a proposito del fantastico e supremo Maestro nonché eroe Riccardo Muti.
(l’eccezione è l’Unità).

9 dicembre


Quando c’è c’è, quando non c’è non c’è

Natalia Aspesi, in un divertente articolo di ieri sulla prima della Scala, era indignata per la folta presenza di politici forzisti, compreso il Cav, i quali chiaramente vogliono mettere le mani sulla cultura. L’anno scorso era egualmente indignata per l’assenza dei medesimi forzisti, compreso il Cav, perché chiaramente non capiscono niente di cultura.

9 dicembre


Talk, talk: It’s my life

Bill Clinton candidato a un Grammy.

8 dicembre



Elliot Spitzer si candida a governatore di New York

A pelle spero che perda.

8 dicembre


Vuoi vedere che Chalabi vince le elezioni irachene?

8 dicembre


I clintoniani non chiedono più le dimissioni di Annan

(CORRECTION: the original sub-headline of yesterday’s New Dem Daily mistakenly summarized the piece as calling for Kofi Annan’s resignation. Actually, in calling for the secretary general to “step aside,” we simply meant to convey that he should remove himself from any involvement in the oil-for-food investigation, and let Paul Volcker, a man of unquestioned integrity and ability, conduct it independently and publicly release his findings. We deeply regret this error)

8 dicembre


Sono tutti cinesi/2

Oggi qualcuno, tipo Mario Giordano sul Giornale s’è ricordato dei diritti civili in Cina. Rep. ha scritto che Ciampi in realtà ha ricordato ai cinesi il problema dei diritti. Io non me ne sono accorto, e mi ricordo che cosa disse Reagan ai suoi tempi e che cosa disse Cheney solo qualche mese fa.

8 dicembre


Arriva, arriva anche lì

Studenti iraniani contestano il discorso del presidente Khatami: “Shame on you” (frase che, ricorderete, quello stupido uomo bianco di Michael Moore disse a Bush).

7 dicembre


La National Review di destra (e succedanea)

7 dicembre



Ann Coulter va matta per i Ramones e i Greateful Dead

C’è un dvd che lo prova

7 dicembre


I clintoniani chiedono le dimissioni di Annan

6 dicembre


Dategli ‘sto food

Secondo voi l’Onu con che soldi sta indagando sulle ruberie Oil for food di Saddam (e delle Nazioni Unite medesime)? Ovvio, no? Con i soldi del food che ancora non è stato consegnato ai bambini iracheni (stima prevista: 30 milioni di dollari).

6 dicembre


Sono tutti cinesi

Sinistra, destra, Repubblica (specie Repubblica), Corriere, Ciampi, Montezemolo tutti appassionati per la Cina e favorevoli a togliere le sanzioni sulle importazioni di armi. Pensate che qualcuno abbia detto qualcosa sul rispetto dei diritti umani, sul Tibet, su Falun Gong, sulla repressione cristiana e musulmana, sulla minaccia a Taiwan, sul pericolo del riarmo e sulla natura tirannica del regime? Pensate male. (Ovviamente solo i radicali hanno protestato, e solo gli americani resistono sulle sanzioni).

6 dicembre


Weblog Awards

Ci sono mille categorie, io ho votato per Andrew Sullivan e Iraq the model. C’è anche la categoria “blog europei non inglesi”, ma non c’è nessun candidato italiano.

5 dicembre


Burraco

Secondo il nuovo, e pessimo, weekend del Corriere della Sera, l’Italia tutta va matta per il Burraco.
L’inserto del Corriere è davvero brutto. Bello, invece, il domenicale di Repubblica. Temi un po’ polverosi, ma bella impaginazione, spirito da settimanale.

5 dicembre


Domanda: ma come fa uno di sinistra a votare un democristianone come Prodi?

Risposta: Chiunque contro Berlusconi.
Attenti in un altro posto questa cosa non ha funzionato.

5 dicembre


Fochetti Square

Le sanzioni all’Iraq (nonostante l’Oil for food) e Kofi Annan.

5 dicembre


Quei cattivoni e unilateralisti neocon

“Americans are generally skeptical of or indifferent to the European Union. They shouldn’t be”
Robert Kagan, Washington Post

5 dicembre


In chiusura dell’Onu

Il Foglio, 4 dicembre


Ecco la democrazia

Non è un sogno, è la realtà. Alì e i suoi amici si sono fatti un partito. Sono andati alla sede del governo e hanno detto vorremmo cambiare il paese, ecco il nostro programma. Tre giorni dopo sono diventati il Partito iracheno per la democrazia. Il 30 gennaio in tutte le urne.

Il Foglio, 3 dicembre


Caso Galloway

Il Daily Telegraph è stato condannato a pagare un bel po’ di quattrini al deputato laburista inglese noto per essere un fan di Saddam e accusato di aver preso denaro dal dittatore che amava. Questa è la notizia, ma vedo che in giro c’è qualcuno convinto che il giornale inglese sia stato condannato perché le prove erano false o perché Galloway non ha preso denaro da Saddam. Non è così, ovviamente. La causa di Galloway non era di questo tipo. L’alta corte londinese non ha deciso su questo. Su questo, come è noto, sta indagando l’Onu, il congresso americano e un procuratore federale di New York (e, magari, ma non lo so, anche qualcuno in Inghilterra). La causa inglese era un’altra. Chi vi fa credere che Galloway sia stato “assolto” dall’accusa di corruzione vi racconta, al solito, una balla. Magari Gourgeos George un giorno sarà assolto, ma ieri la sentenza riguardava altro. Questo: Galloway aveva contestato al Daily Telegraph di aver pubblicato una lista di beneficiari di Saddam scovata a Baghdad, uno scoop mondiale, per ragioni politiche. In sostanza l’accusa al Telegraph era di aver pubblicato il nome di Galloway senza aver prima controllato che Galloway avesse davvero preso del denaro. Galloway dice che non ne ha preso e quindi rivendica giustamente di essere stato diffamato. Il Daily Telegraph invece, altrettanto giustamente, dice che era suo dovere far conoscere quello e gli altri nomi dei beneficiati, e che non c’era modo di verificarne il contenuto.

Quella lista di nomi perònon è falsa, come è evidente dallo scandalo che sta travolgendo l’Onu. I versamenti però dovranno essere provati. Qualcuno potrebbe non aver preso quei soldi, e magari Galloway è tra questi. Ma nessuno oggi mette in dubbio che ci fosse una lista di politici e imprenditori pagati da Saddam con i soldi dell’Oil for food, cioè dei bimbi affamati. Non lo mette in dubbio nemmeno questa sentenza dell’altro ieri. La sentenza condanna il Telegraph perché non ha dato tempo e spazio a Galloway di preparare una difesa efficace, a prescindere dalla veridicità dell’accusa. Ma era o non era una notizia quella scovata dal Telegraph, visto che lo scoop della corruzione generalizzata del programma oil for food è stato confermato e oggi è diventato il più enorme scandalo corruttivo della storia (21 miliardi di dollari)? Secondo la Corte inglese, tra il diritto a far conoscere la notizia di quella lista e il diritto di tutela del deputato Galloway, deve prevalere quest’ultimo. Una cosa che se succedesse in Italia starebbero tutti a gridare al colpo di Stato berluscones. Il Telegraph spiega tutto qui. Ok, è di parte. Ma anche il trucido Guardian, che è di parte, ma dell’altra, e che è convinto dell’innocenza di Galloway, spiega che è andata così e che questa sentenza è pericolosa per la libertà di stampa. Sullivan, che è inglese ma vive in America, spiega che la libertà di stampa è ben più ampia negli US. Il Foglio ne parla qui.

4 dicembre


Caro Luca,

per me il miglior blog italiano è Leibniz.
Renosubject di fine anno
(questo è quello buono)

GQ dicembre


Perché

Oggi ho aperto un pacco di Fazi editore. C’era un libro. Titolo: “Perché i liberal vinceranno ancora”. Seconda di copertina: “In questo libro Robert B. Reich descrive in modo brillante ed efficace la posta in gioco nelle prossime elezioni americane”.
(titolo e presentazione a parte, il libro è bello)

2 dicembre


Caos all’Onu

Il Foglio, 2 dicembre


Qui ci vuole Guariniello

2 dicembre


Alzare o ridurre?

Nessun giornale oggi ha messo nei titoli o nei sommari o negli occhielli la dichiarazione di Zapatero: “Diminuire le tasse è anche un fatto di sinistra”. I giornali più di sinistra (diciamo così) come Il Manifesto e l’Unità non hanno nemmeno riportato la frase. Rep, che è sempre fenomenale, ha riportato la frase in modo che non ha alcun senso: “Alzare o ridurre le tasse può essere anche di sinistra”.

1 dicembre


‘ndo Kojo Kojo

Il figlio di Annan, fino al febbraio di quest’anno, a libro paga della società che avrebbe dovuto controllare che Saddam non rubasse i soldi ai bambini iracheni e che non corrompesse i politici e i funzionari Onu. S’avanza la connection francese.

1 dicembre


Abusi e conferme

La Croce Rossa conferma gli abusi psicologici sui detenuti di Guantanamo (per la mancanza di status giuridico dei nemici-combattenti, non per altro), conferma che non è vero che gli Usa fanno tutto in segreto e non fanno entrare gli operatori umanitari nella base, conferma che i prigionieri sono soltanto 500, conferma che i detenuti vengono curati molto bene, conferma che ogni tanto ci scappa l’isolamento o un’esposizione eccessiva alla musica ad alto volume e al freddo/caldo che, di fatto, secondo loro “equivale” a una forma di tortura. Il Pentagono conferma che non è vero. Il New York Times conferma che le accuse di sevizie subite dai 5 britannici rilasciati qualche mese fa erano campate in aria. La notizia di questo rapporto della CRI, per quanto maliziosamente presentata dal NYT, conferma che i titoli di oggi dei giornali (e dei soliti blog) saranno del tipo “Eurispes” e conferma tutto quello che si sapeva già: l’unico problema (grave) a Guantanamo è la definizione giuridica dello status e del destino legale dei nemici-combattenti catturati in Afghanistan mentre difendevano il regime nazi-islamico dei talebani. Una figura giuridica che, così, non esisteva ai tempi della Convenzione di Ginevra. (I dettagli nell’articolo)

Il Foglio, 1 dicembre

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