Jovanotti ha un problema: scrive belle canzoni, ma fa album modesti. In ogni suo disco ci sono almeno un paio di pezzi fantastici, che divertono, dicono qualcosa e hanno il giusto ritornello-tormentone. Ora è uscito "Safari", il nuovo disco. C’è "Fango" (io lo so che non sono solo anche quando sono solo) che è bellissima, anche grazie a Ben Harper. Oltre a "Fango" ci sono un paio di altre belle canzoni, "A te" e "Come musica", che avranno anche testi che confinano con i baci perugina ("cheesy", dice la mia amica Natascha), ma che non si smetterebbe mai di ascoltare proprio per la loro straordinaria banalità. Il resto è abbastanza inutile, non tanto perché le canzoni siano brutte, ma perché non hanno personalità. In realtà a non avere personalità è l’intero disco di Jovanotti, forse è lo stesso Jovanotti. Che senso ha fare una canzone, peraltro carina, come "Punto", in stile Bossa Nova? D’accordo c’è Sergio Mendes, ma – appunto – che cosa c’entra Sergio Mendes con Ben Harper? Se Safari fosse il primo disco di un cantautore alla ricerca di una sua cifra stilistica, tutto ciò avrebbe un senso, ma Jovanotti ormai è un veterano. Ed è uno che sa scrivere belle canzoni, uno dei pochi in Italia a saperlo fare. "Fango" è bella non solo perché la canzone vale, ma anche per l’intervento di Ben Harper. Ascoltate, invece, "A te". Sembra De Gregori, ma è arrangiata come una canzoncina di serie B, in modo sciatto. Paragonate il banalissimo assolo di chitarra finale con i raffinati arpeggi di Ben Harper in "Fango". "Come Musica", invece, l’ascolti e a ogni giro di ritornello e di sottofondo orchestrale dici "questa vincerebbe San Remo a mani basse". San Remo, però. Insomma Jovanotti intimista scrive belle canzoni ma ha bisogno di un produttore, se non Brian Eno, Joe Henry o Daniel Lanois, uno che gli si avvicini. Fossi in lui prenderei le sue più belle canzoni, queste di Safari più "Mi fido di te", "Piove", "Un raggio di sole", "Per te" e le altre, mi troverei un grande produttore/arrangiatore, mi trasferirei in America e farei un album coerente, magari non innovativo, ma perlomeno raffinato e al passo coi tempi. Sarebbe non solo il suo più bel disco, ma anche un bel disco in assoluto
20 Gennaio 2008