Camillo di Christian RoccaDopo il super tuesday

New York. Il super-duper martedì elettorale americano, che avrebbe dovuto decidere i candidati repubblicani e democratici per la sfida presidenziale del 4 novembre, in realtà ha deciso poco o nulla, se non il successo della passione sulla ragione, della poesia sulla prosa, della fede sui programmi. L’antico adagio clintoniano che individuava la chiave delle vittorie elettorali nell’economia, “it’s the economy, stupid”, è stato sostituito da “it’s the poetry, stupid”, ciò che conta è la poesia, il patriottismo eroico di John McCain, l’ispirazione religiosa di Mike Huckabee, lo “yes we can” di Barack Obama.
La macchina di Hillary resta solidissima e mostra come il cuore del Partito democratico, California, New York, New Jersey, il kennediano Massachusetts, sia ancora con lei e con la sua immagine da secchiona della politica. Eppure, malgrado ciò, la razionalità di Hillary non è riuscita a distaccare il gospel religiosamente laico e programmaticamente vago di Obama. Il senatore di Chicago ha conquistato più stati (14) di Hillary (8), sebbene nessuno dei grandi tranne il suo Illinois e la nera Georgia. Inoltre, grazie al sistema proporzionale e distrettuale, Obama ha portato a casa anche più o meno lo stesso numero di delegati di Hillary. Obama ha vinto nel sud, nel west, nel midwest e nell’America conservatrice, cioè in territori repubblicani, a dimostrazione che l’appeal unitario e ottimista della sua candidatura oltrepassa i confini di partito, tanto che ieri l’ex portavoce di Bush, Ari Fleischer, ha detto che prega ogni sera di avere Hillary come avversario.
Tra i repubblicani John McCain ha vinto tutti gli stati più importanti, California, New York, New Jersey, Missouri e la maggior parte dei delegati, grazie al sistema che nel Grand Old Party li assegna in blocco al vincitore. Mitt Romney ha vinto soltanto in casa, in Massachusetts, e in una manciata di stati piccoli, remoti e non contestati. Mike Huckabee è stata la vera sorpresa (“Vi avevano detto che era una corsa a due e sapete cosa? avevano ragione, io sono uno dei due”). L’ex predicatore battista ha conquistato il sud della Bible Belt, la cintura della Bibbia, a prima vista aiutando McCain a contenere Romney, ma a leggere bene i numeri della Gallup è vero il contrario. La seconda scelta degli elettori di Huckabee sarebbe stata McCain. Di nuovo: l’elettore interessato ai “valori” vota convinto il leader cristiano, ma l’alternativa non è un freddo e oscillante businessman che li corteggia appellandosi all’efficienza, come Mitt Romney. L’alternativa è l’eroe coraggioso, cocciuto e passionale, McCain, che alla domanda “per quanti anni ancora ci farà restare in Iraq, cinque, dieci, venti?” risponde “faccia pure cento”.
McCain ha più del doppio dei delegati dei suoi avversari e ha percorso metà della strada che gli manca per raggiungere la nomination. E’ anche l’unico repubblicano in grado di recuperare i voti latinos, specie se dall’altra parte ci sarà Obama. Il suo problema però è che non riesce a convincere i conservatori tradizionali del sud, la pancia del partito, limitandosi a fare bene in territori urbani che solitamente votano liberal.
McCain è l’Obama dei repubblicani, piace anche dall’altra parte ed è l’unico capace di far sognare i suoi, perlomeno quando promette all’America un futuro di grandeur nazionale. La Right Nation sa che McCain non cambierà le sue posizioni, ma pretende un impegno sulla riduzione delle tasse e a favore di giudici federali che si limitino ad applicare le leggi, invece che a crearle. McCain domani farà un altro tentativo per convincere la base repubblicana al Cpac di Washington, la più importante conferenza di militanti e dirigenti conservatori d’America. Una parte del partito continua a guardarlo con sospetto, ma non esprime un candidato alternativo. Romney non convince. Huckabee non sa andare oltre il voto evangelico, anche se in tempi recenti non era mai successo che un leader dichiaratamente cristiano diventasse un serio concorrente alla presidenza. O alla vicepresidenza. Se, come si dice, McCain annunciasse Huckabee come suo vice.

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