Camillo di Christian RoccaIl prototipo Obama

New York. Il nome di Deval Patrick dice poco o nulla a chiunque viva fuori da Boston. Dice moltissimo invece a Barack Obama, il probabile candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti. Patrick è giovane, nero ed è stato eletto poco più di un anno fa governatore del Massachusetts, la terra d’approdo dei primi coloni e il regno della dinastia Kennedy. La sua piattaforma politica era idealistica e sognatrice, centrata sul cambiamento, sulla speranza e sul superamento delle divisioni tra destra e sinistra. Nel corso del 2005 il suo slogan elettorale è stato “yes, we can”, poi modificato in “together we can”.
I critici lo accusavano di essere inesperto, vago e di non entrare mai nel dettaglio delle sue proposte politiche. La sua grande forza è stata la mobilitazione di giovani e studenti, attratti dal giovane politico afroamericano che sapeva indicare all’America una nuova frontiera senza differenze razziali e politiche. Patrick è dotato di una grande oratoria e di una formidabile capacità di piacere sia ai bianchi sia ai neri. L’architetto della sua campagna elettorale è stato David Axelrod, uno stratega politico di Chicago specializzato nel far eleggere candidati afroamericani. David Axelrod non è uno stratega qualunque, è il Karl Rove di Barack Obama.
Deval Patrick è il prototipo di Barack Obama, meno dotato di status da rock star, ma se possibile ancora più indeterminato di Obama. Nato nella south side di Chicago, dove Obama è andato a muovere i primi passi politici, Patrick ha poi studiato legge a Harvard, come Obama. I due sono amici per la pelle da oltre un decennio. Patrick e Obama sono così simili, ha detto al Boston Globe il presidente del Partito democratico del Massachusetts, che se chiudi gli occhi quando parla uno rischi di confonderlo con l’altro.
La campagna di Hillary Clinton ha provato a creare scandalo sui due, quando la settimana scorsa si è scoperto che Obama aveva preso in prestito un pezzo di un discorso di Patrick, ma più che l’accusa di plagio è interessante il contenuto del discorso che i due amici hanno deciso di pronunciare. Patrick e Obama si sono difesi dall’accusa di essere dei retori spiegando che anche “I have a dream” di Martin Luther King e i discorsi di Abramo Lincoln e di Franklin Roosevelt e di John Kennedy all’inizio sembravano soltanto parole: “Erano soltanto parole?”.
E’ stato Obama, con l’aiuto di Axelrod, il primo a sperimentare, nel 2004, il modello vincente di questi giorni. Facilitato da un avversario repubblicano poco più che inesistente, Obama ha stravinto il suo seggio in Illinois grazie all’ormai tradizionale messaggio ottimista e super partes. Patrick, l’anno successivo, ha migliorato il modello vincendo in Massachusetts e ora Obama sta costruendo il suo storico successo su questi due precedenti. Obama e Patrick, 46 anni il primo e 51 il secondo, non sono gli unici politici afroamericani di questo tipo. Sulla loro scia, e secondo gli analisti di Washington con un futuro da candidati presidenziali, ci sono anche il trentottenne Cory Booker, sindaco di Newark, e il trentasettenne Adrian Fenty, sindaco di Washington di madre italiana.
Il caso di Deval Patrick è importante per capire, un anno dopo, che fine ha fatto il pacchetto di speranza e di cambiamento che il candidato governatore aveva promesso agli elettori del Massachusetts. Chi ha votato Patrick era consapevole di firmare un assegno in bianco intestato a un politico capace di ispirare la gente e non a un esecutore di un programma di governo specifico e dettagliato. La stessa cosa avviene adesso con Barack Obama, la cui vaghezza propositiva e la mancanza di esperienza impediscono di prevedere se il suo futuro da presidente sarà quello di un nuovo Jimmy Carter, cioè fallimentare, o di un Ronald Reagan di sinistra, capace quindi di riunificare il paese.
Se il modello è Patrick Deval, siamo più in zona Carter. Il governatore del Massachusetts non è riuscito a trasformare in agenda di governo il suo messaggio di speranza. Il liberal Boston Globe ha scritto che il suo primo anno “è stato caratterizzato da grandi errori iniziali, frustrazione politica e vari cambiamenti di staff, mentre la gran parte del suo programma è bloccato. Il profilo di Obama è più alto rispetto a quello di Patrick, per cui come scrive il conservatore Weekly Standard, non è detto che l’Amministrazione Obama debba necessariamente essere “un replay in larga scala del regime Patrick”. Gli elettori del Massachusetts, però, hanno mandato un segnale al resto dell’America: malgrado il sostegno ad Obama da parte dei Kennedy e naturalmente del suo prototipo Deval Patrick, hanno deciso di votare la ben più pragmatica Hillary Clinton.
    Christian Rocca