L’uomo più cattivo del mondo, si sa, è Dick Cheney, il vice di George W. Bush, il Darth Vader dei due mondi, l’uomo considerato più a destra di Genghis Khan. In questi giorni infuocati di campagna elettorale americana, mentre i candidati democratici si accusano a vicenda di nascondere le proprie dichiarazioni dei redditi, lo studioso Arthur Brooks ha scovato un particolare mica male: Cheney e sua moglie hanno versato in beneficenza oltre sette milioni e ottocentomila dollari. Non è un refuso. Da quando è stato eletto, Cheney ha donato quasi otto milioni di dollari, in gran parte provenienti dalle stock option della Halliburton e dai proventi dei libri scritti da sua moglie Lynne. Soltanto nel 2006, i Cheney hanno donato sei milioni e novecentomila dollari, il 77 per cento dei guadagni suoi e di sua moglie. Una cifra e una quota spaventose, considerando che solitamente la legge prevede un tetto massimo alle donazioni del 50 per cento del proprio reddito. Ma quello è stato l’anno di Katrina e Bush ha tolto i limiti per facilitare la raccolta di fondi privati per New Orleans. Ovviamente sui blog più radicali, le mega donazioni di Cheney facilitate dal nuovo regime fiscale sono state l’ennesima prova della malvagità del personaggio. Eppure, quell’anno, la coppia vicepresidenziale ha versato due milioni e settecentomila dollari al Cardiothoracic Institute of George Washington University Medical Center, dove Cheney è stato più volte operato di cuore. Un milione e trecentomila dollari al Capital Partners for Education, un fondo di Georgetown che aiuta gli adolescenti dell’area a pagarsi l’istruzione nelle scuole private. Infine, due milioni e settecentomila dollari sono stati versati all’Università del Wyoming. Negli anni precedenti e in quello successivo, senza il riscatto delle azioni Halliburton e senza diritti d’autore, i Cheney hanno versato meno del dieci per cento del loro reddito. A giorni, dopo il 15 aprile, saranno noti i dati del 2007. Nello stesso periodo, Barack Obama e sua moglie hanno donato meno dell’1 per cento del loro reddito (tra il 2000 e il 2004), il 5 per cento nel 2005 e il 6 nel 2006. (chr.ro)
3 Aprile 2008