New York. C’è un sito, thingsyoungerthanmccain.com, curato da un militante pro Barack Obama che segnala tutte le cose più giovani del (quasi, ad agosto) settantaduenne candidato repubblicano John McCain: la penicillina, il Golden Gate, il codice postale, Biancaneve e i sette nani, Israele, il nylon, il nastro adesivo, addirittura Silvio Berlusconi, sia pure soltanto di un mese. Il senso è: McCain è troppo vecchio per la Casa Bianca. Se vincesse le elezioni di novembre, infatti, McCain sarebbe il più anziano presidente americano eletto a un primo mandato (il giorno della sua rielezione Reagan era più vecchio di due anni: 74). Il suo probabile avversario, il quarantaseienne Barack Obama, sarebbe invece uno dei più giovani.
Ma l’età è una questione da maneggiare con cura alle elezioni americane. Nel 1984, il democratico Walter Mondale ci restò secco quando cominciò a sollevare dubbi sui 74 anni di Reagan: “Non farò dell’età un punto di questa campagna – gli rispose l’anziano presidente in un leggendario dibattito tv – Quindi non sfrutterò per motivi politici la giovinezza e l’inesperienza del mio oppositore”. E poi, ha notato Jonathan Last sul Weekly Standard, mercoledì sera c’è stata la sorpresa della finale di American Idol, definita in modo scherzoso, ma mica tanto, “un raggio di speranza per la campagna McCain”. American Idol è la trasmissione televisiva più di successo degli Stati Uniti, una specie di X Factor che ogni anno cerca, seleziona e premia il più bravo giovane cantante d’America. La Fox, grazie ad American Idol, è diventata per la prima volta nella sua storia il più popolare network degli Stati Uniti. La finale ha avuto 32 milioni di telespettatori. La gara era tra due David, il ventiseienne Cook e il diciassettenne Archuleta. Ventisei anni per American Idol è già terza età. Il concorrente più vecchio, David Cook, è un rockettaro semi-professionista, ha già una band, esperienza e capacità musicali evidenti. Il suo avversario diciassettenne non ha niente di tutto ciò: studente liceale, curriculum vuoto, al massimo qualche karaoke. Ma la star è lui: bello, aggraziato, voce potente da divo di Broadway. In finale ha cantato “Imagine” di John Lennon. La Archuleta-mania, ha scritto Last giocando sul paradossale paragone con la campagna di Obama, sembrava inarrestabile, la giuria diceva soltanto cose straordinarie del ragazzino ed era il favorito della stampa e degli scommettitori. Il giorno precedente la finale, l’inventore del gioco, Simon Cowell, uno noto per essere cattivissimo, ha detto che Archuleta aveva dato il colpo da ko a Cook. Nella città di Archuleta un intero stadio attendeva la consacrazione, mentre a casa dello stagionato ventiseienne c’erano solo poche centinaia di persone. La vittoria della giovane stella era certa, ma quando si sono contati i voti, oltre 97 milioni, si è scoperto che gli americani gli hanno preferito con uno scarto di dodici milioni di preferenze il ben più esperto e preparato Cook.
Il cappellino da baseball
McCain è un invalido di guerra, non può alzare le braccia oltre le spalle (un regalo di cinque anni e mezzo di torture dei vietcong), non si può pettinare e per vestirsi si fa aiutare da un assistente. Sopravvissuto tre volte a un melanoma, l’ultimo dei quali alla pelle, il senatore dell’Arizona ha sulla faccia sinistra una lunga cicatrice perpendicolare al volto, residuo di una rimozione tumorale. Quando sta all’aperto indossa sempre un cappellino da baseball, non per atteggiarsi a supergiovane, ma per evitare che il sole gli faccia tornare il cancro alla pelle.
L’età e la salute di McCain sono diventati un tema di campagna elettorale. Il senatore ci scherza, fa battute sulla sua età e prova a sdrammatizzare mostrandosi con sua madre Roberta, novantaquattrenne, ancora pimpante e spesso al suo seguito in campagna elettorale. I giornali e le televisioni però non smettono di ricordare l’aspettativa di vita di una persona della sua età e nelle sue stesse condizioni (né di mostrare il loro pregiudizio liberal). Obama a un certo punto s’è lasciato sfuggire una semigaffe, accusando McCain di cominciare a perdere colpi (“he’s losing his bearings”). Così McCain ieri ha reso note le sue cartelle cliniche degli ultimi otto anni. Secondo i dati mostrati ai giornalisti soltanto per un paio d’ore, il senatore apparentemente gode di ottima salute, non ha il cancro, ha un cuore molto forte, nessun valore fuori controllo e un’età biologica inferiore a quella anagrafica, anche se resta il pericolo del ritorno del cancro alla pelle. L’età però è quella che è, specie se paragonata alla novità, alla freschezza e alla gioventù di Obama, entrato pochi giorni fa nella lista dei 25 uomini più in forma d’America compilata dalla rivista Men’s Fitness. I sondaggi confermano che gli elettori preferiscono votare un afroamericano o una donna, piuttosto che un settantaduenne. A meno che non sia un American Idol.