Denver (Colorado). Spente le luci dell’Invesco Field, dove giovedì notte Barack Obama ha rinnovato la “promessa americana” con la consueta capacità oratoria e uno spettacolo degno di un’Olimpiade, l’avversario repubblicano John McCain ha presentato il suo candidato vicepresidente, la governatrice dell’Alaska Sarah Palin, spiazzando chi credeva che avrebbe scelto, come ha fatto Obama con John Biden, un politico tradizionale e convenzionale. McCain, invece, ha confermato la sua fama di “maverick”, di spirito indipendente che si trova a suo agio quando fa di testa sua, dimostrando che per i democratici sarà difficile dipingerlo come un clone dell’establishment repubblicano di Washington.
La sua prescelta è Sarah Palin, detta “Sarah barracuda”, tostissima e affascinante 44enne governatrice dell’Alaska, nata in Idaho, protestante, madre di cinque figli, il più grande dei quali, Track, l’11 settembre dell’anno scorso s’è arruolato nell’esercito e l’11 settembre prossimo partirà per l’Iraq. Il più piccolo, Trig, è nato ad aprile con la sindrome di Down. Palin si definisce con orgoglio una “hockey mom”, una mamma che accompagna i figli a giocare a hockey, la categoria politico-antropologica che è una versione popolare, provinciale e middle America delle più sofisticate “soccer mom” delle grandi città, le cui figlie adolescenti giocano a calcio, sport tipicamente europeo.
Religiosa, antiabortista militante, contraria al matrimonio gay, ma favorevole ai diritti civili per le coppie omosessuali, la Palin è nota in Alaska per le sue battaglie riformatrici ed etiche sui conflitti di interessi tra la politica e le grandi compagnie petrolifere. Nel 2006 ha sconfitto alle primarie repubblicane il potente governatore uscente e, alle elezioni generali, un ex governatore democratico. Nei suoi primi due anni da governatrice, Palin ha ribaltato il sistema di potere repubblicano, cioè del suo stesso partito, ed è riuscita a coinvolgere nella sua Amministrazione democratici e indipendenti.
La prima cosa che ha fatto, una volta eletta, è stata vendere il jet a disposizione del governatore. Subito dopo ha rifiutato il megafinanziamento federale per un ponte verso un’isoletta semidisabitata, il famigerato “bridge to nowhere” che due anni fa è diventato il simbolo più evidente dello spreco dei soldi pubblici. Cacciatrice, pescatrice sul ghiaccio, maratoneta, proprietaria e pilota di idrovolante, la Palin è sposata da venti anni con un esquimese che di professione fa il pescatore commerciale e nel tempo libero è campione del mondo di corse automobilistiche sulla neve, una cosa che piacerà molto ai “Nascar dad”, ovvero ai residenti della sterminata provincia americana che amano il mondo dei motori e il popolare campionato Nascar. Come Barack Obama ai tempi delle superiori alle Hawaii, la vice di McCain è stata la star della sua squadra di basket, dove si è guadagnata il titolo di “barracuda” per aver condotto il suo team alla vittoria nazionale, malgrado una frattura alla caviglia e segnando il punto decisivo. Palin, che somiglia a una severa Angelina Jolie, nel 1984 ha partecipato a Miss Alaska, dove si è classificata seconda e ha vinto una borsa di studio con cui si è pagata gli studi fino all’università.
C’è un’inchiesta, ma lo staff è tranquillo
La scelta di Palin è coraggiosa, ma anche rischiosa. La governatrice dell’Alaska non ha esperienza nazionale e nessuna competenza di politica estera, tanto che un editorialista conservatore come Charles Krauthammer avrebbe preferito “una scelta più sicura”. Palin però rafforzerà l’immagine riformatrice di McCain e potrà parlare a tutte quelle donne indipendenti deluse dalla sconfitta di Hillary e dalla successiva decisione di Obama di non sceglierla come vicepresidente.
“E’ nel panico”, hanno commentato i boss di Obama, sottolineando che McCain ha messo “a un battito di cuore dalla presidenza” una ragazza inesperta. I prossimi mesi chiariranno se la scelta è stata un azzardo. Palin tra l’altro è sotto inchiesta dell’Assemblea dell’Alaska con l’accusa di aver provato a licenziare illecitamente un ex cognato, ma il team che ha condotto il dettagliato processo di valutazione e selezione del vice di McCain è sereno.
Il paradosso è che dei due candidati alla Casa Bianca, più i due vice, Palin è l’unica ad avere esperienza amministrativa, avendo fatto il sindaco, guidato uno stato e comandato la Guardia Nazionale. In ogni caso, ha detto l’editorialista Kate O’Beirne, la Palin sarà certamente pronta a rispondere alla famosa telefonata delle 3 del mattino che annuncia al presidente un pericolo imminente per la sicurezza nazionale: a quell’ora “sarà già alzata, con il suo bambino”.