A 56 giorni dall’insediamento alla Casa Bianca, Barack Obama ha presentato la sua squadra economica e ha delineato il piano di rilancio dell’economia americana: infrastrutture, strade, ponti, scuole, energia pulita. La notizia è che, finita la retorica della campagna elettorale, l’Amministrazione Obama non adotterà ricette diverse da quelle già attuate dalla tanto vituperata Amministrazione Bush. Nemmeno sulle tasse. Detassa e spendi, è il suo mantra.
Il nuovo segretario al Tesoro, l’ex repubblicano e ora indipendente Tim Geithner, da presidente della Federal Reserve di New York è stato uno dei tre, con l’attuale Segretario Hank Paulson e il presidente della Federal Reserve di Washington Ben Bernanke, che ha ideato e gestito l’operazione di mega salvataggio di Wall Street dei mesi scorsi. L’ideologo del gruppo obamiano, Lawrence Summers, scelto come capo del National Economic Council, è un paladino del libero mercato e negli anni Novanta, con Bob Rubin e il giovane Geithner, è stato l’ispiratore della deregolamentazione bancaria che ha creato ricchezza e permesso gli azzardi finanziari sui mutui. Il nome nuovo, fatto ieri da Obama, è quello di Christina Romer, come presidente del Council of Economic Advisers. La Romer è un’economista nota anche perché sostiene che aumentare le tasse non fa crescere l’economia.
La squadra obamiana è la meno progressista e di sinistra possibile per un presidente democratico e la più lontana dalle accuse di “socialismo” che gli erano state rivolte in campagna elettorale. Conferma, soprattutto, che il presidente eletto è un politico pragmatico, non un ideologo. Obama ha chiesto ai suoi esperti di preparare un piano di rilancio dell’economia, capace di creare due milioni e mezzo di posti di lavoro e ha ribadito che dopo i 700 miliardi di dollari per salvare Wall Street è necessario che il Congresso approvi subito un pacchetto di misure che stimolino l’economia, anche se ha rifiutato di fornire cifre (si parla di altri 500 o 700 miliardi). Obama, inoltre, ha spiegato che per rilanciare l’economia taglierà le tasse al 95 per cento degli americani e, infine, ha lasciato intendere che non abrogherà nemmeno i tagli delle tasse voluti da Bush per i super ricchi.
25 Novembre 2008