Facebush. Sta per nascere il social network degli ex funzionari dell’Amministrazione Bush, un’associazione virtuale di tutti coloro che hanno lavorato a vario titolo con il 43esimo presidente degli Stati Uniti e vogliono provare ad anticipare quel giudizio favorevole della storia che il loro ex boss è sicuro che prima o poi arriverà a riscattare i suoi otto anni di presidenza. Il sito, ancora provvisorio e incompleto, è www.43alumni.com. In apertura di pagina c’è una fotografia di Bush e Cheney, impegnati a discutere nello Studio Ovale della Casa Bianca, sorridenti, d’amore e d’accordo come ai bei tempi, malgrado le ultime cronache giornalistiche di Time e Washington Post abbiano raccontato la fine dei rapporti idilliaci tra i due (“bullshit, stronzate”, è stato il commento alle indiscrezioni del Washington Post della prima consigliera politica di Cheney, Mary Matalin).
I contenuti sono ancora poveri. Il sito ospita una serie di articoli in difesa dell’eredità politica di Bush e una lunga raccolta di analisi positive sulla presidenza del predecessore di Obama pubblicate sulla stampa americana, ma l’obiettivo dichiarato di “Facebush” è costruire un forum di informazione interna per tutte le attività post Casa Bianca di Bush e dei suoi uomini, a cominciare dalle notizie sull’avanzamento dei lavori della Biblioteca presidenziale alla Southern Methodist University di Dallas fino alle iniziative del Freedom Institute, il centro studi con cui Bush vuole mantenere viva l’idea della necessità di promuovere la democrazia e diffondere la libertà.
A guidare l’impresa del Facebook per bushiani è Tony Fratto, ex vice portavoce della Casa Bianca e oggi a capo della Bush-Cheney Alumni Association, il gruppo di “allievi” delle Amministrazioni Bush-Cheney. “La tecnologia ci consente di rimanere connessi in modo semplice”, ha spiegato Fratto alla rivista web Politico. “Avendo lavorato nell’Amministrazione – si legge sul sito – conosciamo la differenza tra pettegolezzi, realtà, fatti e finzioni. Questa è la nostra opportunità per difenderci, farci valere e dire le cose come stanno”.
All’associazione bushiana si possono iscrivere “tutti gli impiegati, i nominati, gli stagisti, i finanziatori e i volontari di George W. Bush durante i suoi mandati da presidente degli Stati Uniti e da governatore del Texas”. Un servizio di informazione e aggiornamento via email è esteso anche a chi non ha mai lavorato per il presidente, ma l’accesso al social network, cioè l’aspetto principale dell’impresa Web, dovrebbe essere escluso.
Fratto si aspetta migliaia di adesioni, considerando che la pagina Facebook del gruppo ha già 400 membri. Ma Facebook, ha scritto Politico, è territorio ostile per Bush. Uno dei fondatori, Chris Hughes, è stato il coordinatore delle attività online della campagna Obama, ma soprattutto l’ideatore dell’adattamento del principio del social network di Facebook alla politica, grazie a quel fenomenale strumento di organizzazione militante che è stato chiamato my.BarackObama.com. Facebook è territorio ostile, inoltre, perché ospita numerosi gruppi anti Bush e nessuna pagina ufficiale di fan club del 43esimo presidente degli Stati Uniti. Gli ammiratori di Obama e Bill Clinton invece ci sono. E allora via con Facebush.
Christian Rocca
20 Agosto 2009