Sono iniziati i playoff NBA e come per miracolo ci è tornato in mente Bill Walton, un genio bianco del basket troppo fragile fisicamente. Uno dei primi giocatori “totali e totalmente universali” del basket moderno.
Allevato nella straordinaria scuola di John Wooden a Ucla, Walton diventò in poco tempo il centro più dominante della squadra più dominante del campionato NCAA, senza far rimpiangere chi l’aveva preceduto: un “certo” Lew Alcindor meglio noto alla storia del basket come Kareem Abdul Jabbar. Walton a UCLA vinse tutto il possibile come singolo giocatore e come squadra.
Ovviamente il suo destino fu di essere prima scelta dell’NBA nel 1974 da parte di Portland. Qui iniziarono i suoi problemi fisici che gli permisero di partecipare a solo una parte delle partite del campionato.
Quando però nella stagione 1976-77 il fisico non gli creò particolari problemi Portland arrivò terzo nella regular season e riuscì a vincere il titolo NBA eliminando prima Los Angeles e in finale Philadelfia. Walton dominò le finali diventando il MVP della serie. Nacque la Blazermania. Ma durò poco.
La stagione successiva fu ancora straordinaria per Walton che si meritò il titolo di MVP della stagione regolare, ma si infortunò e potè fare una apparizione veloce nei playoffs, perdendo tutta la stagione successiva. I rapporti con lo staff di Portland diventarono tesi e Walton si trasferì a San Diego nei Clippers. Anche qui la situazione fisica non migliorò di molto e Bill giocò poche partite.
Nel 1985 tentò di ritornare nell’NBA da protagonista trasferendosi ai Boston Celtics dove diventò il migliore sesto uomo dell’NBA e vinse il suo secondo titolo NBA nel 1986. Nel 1987 si è ritirato dal basket attivo.
Per anni ha fatto il telecronista di basket.
Suo figlio Luke Walton gioca nei Los Angeles Lakers.
Bill Walton a UCLA
Bill Walton nell’NBA