Arabic PortraitsA misura di famiglia…ma le mamme?

Negli Emirati avere un bambino é ancora un evento del tutto naturale, nel senso di "non straordinario". E' normale vedere donne con quattro o cinque figli ed é tutto a misura di famiglia. La societ...

Negli Emirati avere un bambino é ancora un evento del tutto naturale, nel senso di “non straordinario”. E’ normale vedere donne con quattro o cinque figli ed é tutto a misura di famiglia. La società si basa saldamente sul nucleo familiare, ancora allargato. Secondo l’Islam la famiglia è un’istituzione divina, nata con l’uomo. “O uomini, temete il vostro Signore, che vi creò da un maschio e da una femmina, suscitando dal loro accoppiamento una grande moltitudine di uomini e di donne”, dice il Corano.

Con un bimbo si può fare tutto, perfino andare al cinema con un neonato: si depositano le ruote dell’ovetto all’entrata e te le riconsegnano all’uscita. Per le strade, nei mall, nei ristoranti, sulle spiagge si vedono un’nfinità di bambini e donne incinte. Non solo emiratine. Gli expatriates che vivono qui hanno tutti intorno ai trent’anni, l’età dei figli in Europa (da queste parti, invece, si hanno molto prima). Scuole e asili sono incredibilmente multietnici: ci sono bimbi di tutte le nazionalità. La sanità é ottima, la città é sicura, i servizi all’avanguardia (comprese baby-sitter nei centri commerciali per permettere alle mamme di fare shopping, corsi di ogni genere per bebè, ludoteche super attrezzate).

Eppure Dubai non é entrata nemmeno quest’anno tra le 50 città a misura di bambino di Save the Children. E’ arrivata settantanovesima (al primo posto c’è la Norvegia, seguita da Australia, Islanda, Svezia e Danimarca; l’Italia é al ventunesimo). Già, perché se la vita con un bimbo é facilissima, per le mamme non ci sono tutele. Un dato su tutti: il periodo di maternità é di appena 45 giorni. Alcune aziende interpretano il periodo contando le giornate lavorative, ma altre solamente i giorni di calendario. Non è un problema per le emiratine, che per lo più non lavorano, ma é un dramma per le giovani mamme expatriates che qui si sono fatte anche una carriera. Gli orari flessibili non esistono e associazioni o reti di donne, ad esempio per l’allattamento, cominciano a nascere solo ora. Sostegni non necessari per le donne emiratine, che hanno una rete familiare vastissima, fatta di sorelle, cugine, cognate o altre mogli, e che vivono ancora insieme la quotidianità. Ma, ancora una volta, un serio problema per le expatriates che non hanno la famiglia vicina.

Ha un enorme fascino, ai miei occhi occidentali, questa solidarietà tra donne. Che è reale e spontanea, anche perché il mondo maschile e quello femminile sono rigorosamente separati. Peccato che sia ugualmente separato, anzi separatissimo, il mondo delle donne emiratine e quello delle donne occidentali. Ci sarebbe molto da imparare le une dalle altre: soprattutto per migliorare la difficile convivenza, in ogni parte del mondo o società, tra vita di mamme e vita di donne (anche lavotratrici).

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