Falafel CafèAgl’israeliani piace la linea dura di Netanyahu sui negoziati

La pancia del Paese. La questione è sempre quella: assecondare le pulsioni della base – la pancia, appunto – o guardare oltre? In attesa di un risposta, arrivano i dati del sondaggio. Che premiano...

La pancia del Paese. La questione è sempre quella: assecondare le pulsioni della base – la pancia, appunto – o guardare oltre? In attesa di un risposta, arrivano i dati del sondaggio. Che premiano proprio chi alla pancia pensa e si rivolge.

E allora: scrive una ricerca curata dall’istituto demoscopico “Dialog” e pubblicata sul quotidiano “Haaretz” che la visita americana del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto benissimo ai consensi su di lui. La popolarità del primo ministro, precipitata al 38% negli ultimi mesi, è schizzata in alto in poche ore, toccando quota 51%. Cifra che fa respirare Bibi e demoralizza i rivali, peraltro già assonnati o spariti in questi mesi primaverili, a partire dall’ex capo di governo Tzipi Livni.

Insomma, mostrare qualche apertura verbale e dire molti «no» sul tema del rilancio dei negoziati con i palestinesi ha fatto male alle prospettive di pace in Medio Oriente (e al presidente Usa Obama), ma ha fatto bene a Netanyahu e al suo partito “Likud”.

Dopo aver parlato al Congresso americano, il 47% degli intervistati ha giudicato positivamente l’intervento del premier israeliano, contro un 10% di opinioni nettamente negative. Nello stesso tempo, solo un 20% si è sentito di giudicare ostili a Israele le posizioni di Barack Obama relativamente a questioni importanti come il richiamo ai confini del 1967 quale base di un negoziato con i palestinesi.

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