Punto e a CapoDa Milano a Palermo fermiamo il Nucleare: i pazzi non siamo noi.

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Foto Greenpeace Italia

Partita di Coppa Italia, Olimpico di Roma, e… ‘Da Milano a Palermo fermiamo il nucleare’!

Recitava così il grande striscione che, ieri, ha fatto il suo ingresso allo stadio, grazie all’azione compiuta da cinque attivisti di Greenpeace, che lo hanno calato dalla copertura della Tevere, con l’obiettivo di portare all’attenzione degli 80 mila e dell’Italia intera, i Referendum del 12 e 13 Giugno.

E, l’azione, è assolutamente riuscita, dato che gli uomini della Questura, accortisi dello striscione ne hanno subito ordinato la rimozione agli addetti dello stadio, che, però, non sono riusciti ad intervenire, lasciando che il messaggio contro il nucleare potesse essere inquadrato anche dalle televisioni, che seguivano l’incontro.

Intanto, dal Giappone arriva oggi la notizia, che sara’ difficile stabilizzare la centrale di Fukushima entro la fine dell’anno, come precedentemente ipotizzato e ad ammetterlo è la stessa Tepco, il gestore dell’impianto.

Ricordiamo che, come sostiene l’associazione ambientalista Greenpeace, l’ecosistema marino nelle acque intorno alla centrale e’ in serio pericolo a causa delle sostanze radioattive fuoriuscite dall’impianto, con alghe, pesci e frutti di mare che registrano livelli di contaminazione anche 50 volte superiori ai limiti di legge.

E, l’effetto Fukushima si abbatte sulla Germania, che ha deciso di dare l’addio all’energia atomica: entro il 2022, infatti, saranno spenti tutti i reattori.

Ad annunciarlo, è stato il Ministro dell’Ambiente, Norbert Rottgen (Cdu), dopo una riunione tra i leader della coalizione e la cancelliera Angela Merkel .

Ma, anche il governo della Svizzera, ha comunicato, nei giorni scorsi, che non verranno più costruite nuove centrali e quelle esistenti verranno smantellate progressivamente al termine del loro ciclo di vita, l’ultima nel 2034.

Insomma, qualcuno non lontano da qui, sta dando una lezione di buon senso al Governo italiano, che a poco meno di due settimane dal voto, sta utilizzando, invece, lo stratagemma del Decreto Omnibus per tentare di far saltare la consultazione referendaria, o almeno di depotenziarla.

Noi, però, aspettiamo fiduciosi la pronuncia della Corte di Cassazione.

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