Davanti ad una richiesta del Sindaco Moratti che trovava eccessiva, il ministro Tremonti sbottò a dire: “Letizia, il governo non è tuo marito”, con trasparente riferimento alle fortune economiche della di lei famiglia acquisita. Queste fortune le servono certo nella campagna elettorale di Milano, dove la sua immagine deborda da ogni muro, schermo Tv, o radio. Si vede che la legge che imponeva dei tetti di spesa, concepita da un’Italia più civile per evitare la vittoria di chi ha semplicemente più soldi da spendere, proprio non vige più! Ma siamo davvero entrati a tutti gli effetti, nell’era della vittoria del più ricco? Aspettiamo a vedere cosa succederà il 16 maggio, a Milano e altrove.
A sostegno della berlusconiana Moratti, intanto, Berlusconi ha inviato a tutti i milanesi una lettera nella quale tocca vette di rara inciviltà politica. Parte dicendo: “La nostra scelta è quella di riconfermare Letizia Moratti”; qui forse è superfluo far notare che il presidente del Consiglio dei ministri pro tempore (PDCMPT) non può “riconfermare” il Sindaco di una città, fosse pure Pizzighettone. Il bello però deve ancora venire: dopo aver elencato i presunti successi del Sindaco, fra cui quello di non aver messo “le mani nelle tasche dei milanesi”, il PDCDMPT della Repubblica Italiana attacca “l’altra parte” in questi inauditi termini “Introdurranno (col che fa capire di aver timore di perdere, nota mia!) l’addizionale comunale sull’Ici per le attività commerciale e artigianali e tutte le tariffe e i tributi locali. Vogliono la liberalizzazione delle droghe, le moschee nei quartieri, vogliono Milano città aperta ai clandestini e ai campi Rom”.
Immagino che la compunta maestrina Moratti sarà avvampata di rabbia; chissà quanta fatica le sarà costata mordersi la lingua per restare zitta e mostrarsi superiore a questa prosa barbara, a questa volgarità da club ultrà milanista, lei interista (sempre per matrimonio).
Cosa ha fatto, però, il Comune di Milano per “non mettere le mani nelle tasche dei milanesi”, per citare il PDCDMPT? Il Sole 24 Ore di ieri, in un bel pezzo leggibile anche online, dà conto della messe di dividendi che le ultime amministrazioni comunali hanno estorto alle società partecipate. In sostanza, per non mettere le mani nelle tasche dei milanesi, il Comune ha messo le mani nelle casse delle società dei milanesi, spremendole come limoni. Queste, per fronteggiare tali esborsi, devono fare i salti mortali.
Volete un esempio di queste acrobazie? Lo troviamo nel caso della Sea, la società comunale che gestisce gli aeroporti milanesi. Per evitare di mettere le mani etc etc., il Comune vuol vendere parte del suo pacchetto azionario. C’è però il rischio che, in questi termini, il ricavato della vendita del pacchetto non possa andare a coprire le spese correnti; dovrebbe andare ad investimenti, in una buona amministrazione, vero? Non è il nostro caso, evidentemente. Questo, però non è ostacolo davanti al quale tremino i consulenti dell’amministrazione comunale che ha prima negato, poi nascosto, poi alfine ammesso, lo scandalo derivati denunciato a lungo e inutilmente da Davide Corritore. Serve un piccolo gioco di prestigio, roba da fiera paesana. Pronti!
A) La Sea paga un maxi dividendo straordinario, così rimpinguando le casse del Comune e rinviando un aumento delle tasse comunali.
B) La Sea chiede al mercato finanziario un aumento di capitale per azzerare il debito contratto per pagare il maxi dividendo.
C) Il mercato subentra quindi al Comune, da quale di fatto rileva una quota di minoranza.
Il trucco è semplice; il dividendo è un provento corrente e fronteggia spese correnti. Basta allora travestire una vendita da dividendo, e il gioco è fatto. E l’anno prossimo? Domani è un altro giorno, l’ anno prossimo chi vivrà, cioè chi vincerà, vedrà. Sono uomini, e donne, del fare, loro operano, ma in base al noto motto del PDCMPT: che anche i milanesi abbiano l’età mentale degli undicenni.
Se le tasche dei cittadini, svuotate di nascosto da questi giochi di prestigio, sono invece piene di questa politica, lo sapremo il 16 maggio.