La notte prima degli esami, per Antonello Venditti, era una “notte di pizze fredde e di calzoni… una notte di lacrime e preghiere”, in cui il protagonista cercava di convincere l’esitante Claudia a “dargliela” spiegandole che “non ti posso fare male, se l’amore è amore”.
La notte prima degli esami, per il preside del College di Charleston, South Carolina, George Benson, era una notte di “poker, biliardino e birra” (il preside Benson, interpellato da Associated Press, non spiega se in quelle ore pre-esami fosse compresa anche l’attività di convincimento delle Claudie locali).
Le notti prima degli esami, per gli studenti americani, stanno invece diventando perfette e organizzatissime sessioni di socializzazione e ricreazione. Le università, trasformate in centri da far invidia alle beauty farm di Mességué, offrono un ampio spettro di servizi, per alleviare gli studenti dallo stress e dalle paure pre-esami.
Il College di Charleston, per esempio, un’università di arti liberali fondata nel 1770, offre tavole imbandite di cupcakes e altre prelibatezze all’uscita della biblioteca. E poi corsi di joga, massaggi, consulenze con lo psicologo e lezioni di Zumba dance, un travolgente ballo aerobico che pare avere molto successo tra i giovani americani. Lo stesso preside, che ai suoi tempi beveva birra e giocava a poker, si è mosso la domenica mattina, per preparare una colazione a base di pancakes per i suoi ragazzi. Che hanno trovato, ad attenderli, dei cuccioli di cane trasportati dal locale canile, pronti a essere accarezzati e coccolati (la psicologa spiega che il contatto con i cuccioli dà serenità ai ragazzi).
Alla University of Miami a Coral Gables la preside ha voluto sorprendere i suoi studenti. Un bel giorno, in vista degli esami, i ragazzi hanno trovato comode amache sistemate tra le palme del campus. “E’ molto tropicale, molto Miami, molto South Florida”, ha esclamato estasiato Pietro Bortoletto, che si sta laureando in neurobiologia. A Harvard, dove sono più austeri, si sono invece fermati a servizi di massaggi alla schiena. Molto più in là si sono spinti alla University of North Carolina at Chapel Hill, dove hanno approntato video games, corsi di antiquariato e cheesecake gratis per tutti.
Le attività extra-curriculari sono invece state purtroppo obbligate alla University of Alabama at Tuscaloosa, dove il tornado ha costretto gli studenti a lasciare i college e partecipare alle operazioni di salvataggio di centinaia di persone restate intrappolate tra i detriti delle loro case.
Ma Tuscaloosa è un’eccezione. Nel resto del Paese le università hanno potuto offrire i loro servizi a migliaia di giovani in procinto di sostenere gli esami finali del semestre. Le iniziative sono state particolarmente apprezzate. Molti dirigenti scolastici affermano anzi che gli studenti scelgono un’università anche sulla base dell’offerta di benefici complementari quali queste sedute anti-stress.
E’ una delle conseguenze inevitabili di una concezione delle università non come puri luoghi accademici, di ricerca, ma come istituti di socializzazione, di ricreazione, che accompagnano la vita degli studenti in ogni momento della crescita e che offrono servizi in modo non differente da un hotel, un mall o un villaggio vacanze. Una concezione diffusa nei paesi anglosassoni, e che sta conquistando proseliti anche in altre parti del mondo. I tempi autarchici delle pizze, del biliardino, del poker tra amici appaiono irrimediabilmente perduti (e, probabilmente, un po’ più liberi). Resta da capire cosa ne è stato di Claudia.