Foto di Collettivo Latrones
Forse non lo sapete, ma a Napoli l’iniziativa “liste pulite” del Pdl, è stata affidata, a Nicola Cosentino, sottosegretario all’Economia e coordinatore regionale del Pdl, indagato per Associazione Camorristica e giudicato, di recente, dalla Corte di Cassazione “socialmente pericoloso”.
Più precisamente, i Pm avevano chiesto l’arresto di Cosentino (arresto negato dalla Camera anche grazie ai voti del PD!) perchè “contribuiva, sin dagli anni Novanta, a rafforzare vertici e attività del gruppo camorrista facente capo alle famiglie di Bidognetti e Schiavone“, come si leggeva, chiaramente, nel capo di imputazione per concorso esterno in associazione mafiosa emesso dal gip Raffaele Piccirillo, nei suoi confronti.
A fianco di Nicola Cosentino, nel “faticoso” lavoro di pulizia delle liste, troviamo, inoltre, Vincenzo Nespoli, sindaco di Afragola, vice-coordinatore provinciale del Pdl, accusato, a sua volta, di concorso in riciclaggio e bancarotta fraudolenta e salvato, invece, dal Senato, che ne ha negato l’autorizzazione a procedere, dopo che la Procura di Napoli ne aveva chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari.
Ma c’è, anche, un’altra notizia: Nicola Cosentino starebbe per mettere, addirittura, le mani sulla Commissione ecomafie.
Tra qualche giorno, infatti, come riporta il quotidiano Terranews, potrebbe essere nominato vicepresidente dell’organo parlamentare d’inchiesta un suo uomo di fiducia: Gennaro Coronella, deputato del Pdl e originario di Casal di Principe, che, nella Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, ricopre già l’incarico di capogruppo del Popolo della libertà.
Coronella , proprio come Cosentino, compariva nelle indagini sul Consorzio Ce4, la più importante inchiesta sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi nel ciclo dei rifiuti.
Nel 2009, il pentito Gaetano Vassallo, per anni braccio economico di Schiavone e Bidognetti, disse che “Cosentino, Landolfi, Bocchino e Coronella facevano parte del nostro tessuto camorristico”.
Va specificato, però, che dopo le accuse del collaboratore di giustizia non sono mai partiti procedimenti giudiziari a carico di Coronella, e il parlamentare non è stato mai rinviato a giudizio e nemmeno indagato per i presunti rapporti con i clan camorristici.