C'era una voltaSarko e Carla (senza accento)

Riporto qui di seguito il dodicesimo capitolo, quello non pubblicato, del mio libro "Venezia degli amanti. L'epopea dell'amore in 11 celebri storie veneziane" (Tropea). Ne è uscito un sunto nel num...

Riporto qui di seguito il dodicesimo capitolo, quello non pubblicato, del mio libro “Venezia degli amanti. L’epopea dell’amore in 11 celebri storie veneziane” (Tropea). Ne è uscito un sunto nel numero di oggi di “Finanza & Mercati”. Qua trovate l’integrale.

CARLA BARBATO E NICOLAS SARKOZY

«Quando mi sono sfilata il vestito mi ha detto di non togliere i sandali. Avevo un tacco dodici, sandali neri bordati d’oro con laccetto alla caviglia e le unghie laccate rosso ciliegia. Mi ha fatto anche tenere il perizoma. Rosa».
È la seconda notte di fuoco che i due, una giovane italiana e un affascinante francese, si apprestano a trascorrere assieme in una suite dell’hotel Excelsior, al Lido di Venezia. Lui svela il suo lato un po’ fetish: gli piacciono i piedi calzati nei sandali, per tutta la cena le ha fatto i complimenti ammirando la bellezza delle sue estremità, le unghie rosse, i tacchi da vertigine. La possiede così: con i sandali e il perizoma addosso e non sul letto, ma sul divano, appoggiata al bordo del tavolo, sul pavimento. Lei sta sopra: le piace dominare. Lui accetta di buon grado di sottomettersi; forse è un contrappasso: in genere è lui a comandare. Infatti è ministro dell’Interno e, passato qualche mese lo attende un incarico ancora più importante: Presidente della repubblica. Già, questo signore piccolino che si fa la stangona conquistandola con le parole e le coppe di champagne ha un nome piuttosto conosciuto: Nicolas Sarkozy. Lei invece è Carla. Carla, non Carlà: la prima Carla, la prima italiana, la prima modella, la prima cantante a giacere tra le braccia dell’uomo politico francese. Non sarà lei a sposarlo, ma un’altra italiana, con lo stesso nome, e alcuni elementi in comune, anche se Carla Bruni è una modella più celebre di Carla Barbato, una cantante più nota e, in definitiva, un personaggio più conosciuto.
Il periodo è il luglio 2006, la scena è l’hotel Excelsior, quello che per dieci giorni all’anno si ritrova al centro dello show biz quando diventa il cuore della Mostra del cinema, i protagonisti – si è detto – sono una ragazza alta un metro e settantacinque (che con i tacchi supera il metro e ottanta) dagli occhi nocciola, i capelli biondo-mesciati e un fisico da rappresentanza (infatti, dopo esser stata modella, fa la pierre di un chirurgo plastico milanese, Marcello Melandri) e un francese piccolo di statura, ma grande per carisma, affascinante e cortese, galante e charmant, sicuro di sé e delle sue virtù da sciupafemmine.
Carla Barbato, nipote di Andrea, uomo simbolo della televisione italiana, è nata una trentina d’anni prima a Salerno (preferisce non precisare il numero). È la più giovane di tre sorelle; il papà, scomparso, faceva l’imprenditore. Da dieci anni, dopo aver finito il liceo scientifico ed essere passata per Firenze, si è trasferita a Milano. Nella maggio 2007 ha inciso un singolo dal titolo Diva. Ha al suo attivo un flirt con Mohammed al Maktoum, emiro del Dubai, conosciuto a una cena a Milanoi. Vive in un appartamento affacciato su corso Buenos Aires, arredato in stile Settecento, con stucchi sul soffitto, lampadarione di cristallo, poltrone dorate foderate in velluto verde pavone, candelabri e cornici d’argento, e cameriere in livrea rossa che l’assiste.
È la sua attività di pierre del chirurgo plastico a portarla al Lido di Venezia nel luglio 2006, al seguito di uno dei tanti congressi a cui i medici partecipano. Lei deve fare pubblicità al suo capo, quindi si veste di conseguenza: abitino strizzato strizzato, tacco da competizione e merce ben esposta. La sera, al bar dell’Excelsior, all’ora dell’aperitivo, è attentamente osservata da due distinti signori in giacca e cravatta che parlano fitto tra loro in francese. Dopo un po’ uno dei due si fa avanti, l’altro lascia il campo. Le si avvicina, chiede se può bere qualcosa con lei, le dirà che è un politico, che è in quell’albergo con alcuni suoi colleghi, come l’altro signore, quello che se n’è andato. Lei non lo riconosce: più avvezza alla stampa rosa che a quella politica, non ha idea di chi sia. All’epoca Nicolas Sarkozy è il titolare degli Interni nel governo gollista di Dominique de Villepin, ma di avere a che fare addirittura con un ministro Carla lo saprà solo la sera successiva.
La conversazione procede, lei sa pochissimo il francese, lui se la cava con l’italiano. Chiacchierano, sorseggiando coppe di champagne. «Abbiamo parlato delle solite cose, mi ha detto che gli piacciono le donne del sud. Era molto gentile, cortese, un vero gentiluomo. La prima impressione è stata quella di un uomo carismatico, dal carattere forte». Vista dal di fuori la coppia probabilmente deve apparire mal assortita: lei, senza tacchi, è alta una decina di centimetri più di lui; la conversazione è un po’ balbettata, condotta in lingue estranee; ma, si sa, sono solo dettagli, il succo è che i due prendono confidenza. «Non mi ha colpito per la sua bellezza, si fa notare per il modo di fare, non per il fisico», osserva lei. Chiacchierano per un paio d’ore, poi Carla deve andare alla cena dei chirurghi. È seduta a tavola quando il cellulare vibra. «Ci siamo scambiati i numeri di telefono, io sono andata a questa cena, ma dopo qualche ora mi è arrivato un sms. C’era scritto che gli ero riuscita molto simpatica, che era rimasto folgorato dalle mie gambe e che gli avrebbe fatto molto piacere se dopo cena ci fossimo rivisti per fare due chiacchiere».
Quale piega avrebbe potuto prendere la serata risulta subito chiaro: lui va per le spicce e senza tergiversare la invita direttamente in camera. Lei accetta. È ormai passata la mezzanotte quando Carla entra nella stanza di Nicolas: una suite d’angolo con terrazza, affacciata sul mare. Lui è ancora in giacca e cravatta, dice di essere rientrato da poco. Lei è in abitino longuette nero, e intimo di pizzo nero che però sparisce in fretta. Bevono dell’altro champagne, chiacchierano ancora un po’. «Poi ci siamo baciati e da lì è scoccata la passione». Va come deve andare, ovviamente, anche se Carla Barbato precisa che la decisione non è scontata. «Magari un uomo può piacere, ma poi nel momento in cui ci vai a letto non provi niente. Invece con lui il trasporto c’è stato». Un trasporto notevole, a quanto pare.
«È un uomo passionale, che ci sa fare, io mi sono fatta travolgere molto da questa situazione». Non solo, il francese è anche ben dotato, decisamente sopra le media, precisa l’italiana. Lei è depilata, come impone la moda, con i peli rasi a formare un piccolo triangolo sul pube. Sono entrambi nudi (la notte successiva lei non lo sarà, come detto prima). «Gli piace guardare, si fermava a osservarmi», la vuole vedere nello specchio mentre si tocca; ha una predilezione per i rapporti orali e i due si danno reciprocamente piacere, all’unisono. «Non mi ha chiesto l’anale», sottolinea la ragazza, «ma se me l’avesse chiesto probabilmente ci sarei stata». Dopo esser stati entrambi travolti dall’orgasmo finiscono sotto la doccia. «Poi ci siamo rimessi nel letto, lui ha cominciato a coccolarmi e accarezzarmi e da lì a poco abbiamo ricominciato. Quella notte lo abbiamo fatto due volte, io sono venuta una serie di volte, sia oralmente, sia con la penetrazione», ricorda la giovane. Sono ormai le sei del mattino quando lascia la camera del francese e torna nella sua.
Carla Barbato dovrebbe rientrare a Milano, ma lui la trattiene. «Non mi ha fatto partire invitandomi a cena», afferma. Lei, ben lieta di proseguire l’avventura, non si fa pregare: ferma la camera per un’altra notte e trascorre una giornata indolente tra la spiaggia dell’Excelsior e i negozi del Lido. Lui è impegnato e si vedono a cena nel ristorante dell’albergo. Mangiano risotto, poi aragoste, il tutto accompagnato dallo champagne («No, non ho provato a fargli assaggiare il vino italiano», precisa lei). Ormai tra i due c’è un po’ di confidenza e lui si lascia andare: rivela chi è in realtà (il ministro degli Interni) e che il suo matrimonio con Cécilia Ciganer-Albéniz è in crisi (la donna era stata paparazzata l’estate precedente a New York con il pubblicitario Richard Attias, suo futuro maritoii), che è spesso fuori casa, che ci sono dei problemi. Bevono e chiacchierano per circa tre ore, la scorta che necessariamente accompagna l’uomo politico deve essere molto discreta perché Carla non pare accorgersi di essere attentamente sorvegliata. «La conversazione è stata molto piacevole, lui mi faceva i complimenti per i miei sandali, per i piedi ben curati. Poi siamo risaliti in camera».
Ora non ci sono più tergiversazioni, impacci, ammesso che mai ce ne siano stati. Hanno bevuto, sono allegri, sanno esattamente cosa sta per succedere. È lei a prendere l’iniziativa. «Gli sono saltata addosso io, appena chiusa la porta. Gli ho slacciato subito i pantaloni». La giovane inizia un rapporto orale mentre lui è ancora vestito. Lei comincia a spogliarsi. «Quando mi stavo spogliando, mi ha detto di tenere i sandali e anche il perizoma. Poi l’ho denudato del tutto». Questa volta, come detto, niente letto. «È stata una bella lotta», ammette Carla Barbato, «io sono molto dominatrice, lui mi ha lasciata dominare, mi ha fatto prendere l’iniziativa. È avvenuto tutto molto naturalmente. Io preferisco star sopra e a lui piaceva che scegliessi io le posizioni e dominassi la situazione». La situazione di dominio in ogni caso non trascende: niente graffi, sculaccioni, pizzicotti. Lui invece le dà un indimenticabile piacere orale penetrandola contemporaneamente con le dita. «Mentre io gli facevo un rapporto orale mi toccavo e a lui piaceva molto guardare nello specchio mentre mi masturbavo. Lui è venuto un paio di volte, io più volte, oralmente, soprattutto». Quella notte lei dorme nella camera di lui e lo saluta al mattino presto, rientra nella sua stanza e si prepara per tornare a Milano, nel pomeriggio.
Qui finisce la parte veneziana della torrida passione tra Carla e Nicolas. La storia tra i due prosegue ancora per un po’. «Ci siamo sentiti, messaggiati telefonicamente per un circa un mese, io poi in settembre sono andata a Parigi». Lui la invita, lei accetta. Lui durante il giorno la lascia sola, è molto impegnato; vanno a cena e trascorrono assieme la notte in un albergo (la Barbato dice di non ricordare quale fosse), il giorno successivo ha da fare e lei torna in Italia. «La cosa è finita dopo un po’ di tempo. Ci siamo sentiti ancora un paio di mesi, ma con la lontananza non poteva durare, non avremmo potuto andare avanti, anche se lui mi piaceva molto. Quando l’hanno eletto presidente gli ho mandato un sms di congratulazioni, ma non ho mai ricevuto risposta». Poi Carla non ha mai più richiamato quel numero che ancora ha, anche se è molto probabile non sia più collegato al cellulare di Monsieur le President. Di quella vicenda a Carla resta solo un bel ricordo; niente regali (“È stato molto carino, cene sì, ma regali no”iii), né fotografie (“Non sono una donna che ama farsi le foto se sono in giro con qualcuno, non ci ho neanche pensato”iv).
Una storia così la si racconta alle amiche e se tra le amiche con le quali ci si lascia andare in confidenze c’è una giornalista è ovvio che questa cerchi di fare il suo mestiere. «La mia amica Francesca Lovatelli Caetani la storia l’ha sempre saputa, ma io non volevo che la scrivesse, anche se non era vero che Carla Bruni era la sua prima italiana, la sua prima italiana sono stata io! Ma lei ha insistito, diceva che avrebbe fatto una cosa carina e alla fine ho ceduto». Diciamo che il lancio del suo singolo e la pubblicità che ne sarebbe derivata raccontando la sua vicenda l’ha probabilmente aiutata farla decidere per il sì, anche se lei ha negato: “No, per pubblicità sinceramente no. È una storia vera e la potevo raccontare all’epoca, quando era il momento giusto, e invece non l’ho detta”v. Il primo articolo è uscito nel quotidiano Cronaca Qui del 5 agosto 2008. “A Venezia abbiamo trascorso dei momenti di vera passione e lo considero un perfetto amatore, molto dolce, sentimentale, ci sa fare, adora i preliminari, è galante, ma sa essere anche focoso. Da uno a dieci gli do il massimo. […] Mi è piaciuta la sua generosità sessuale, la sua capacità di appagare le sua partner a letto. Di me ha apprezzato le gambe, lo facevano proprio impazzire”vi. Poi è seguita un’intervista nel settimanale Diva e Donna del 19 agosto. «Da lì è partito tutto». È estate, sotto l’ombrellone il gossip è particolarmente gradita e la storia della prima italiana del presidente transalpino dilaga sulla stampa, ne parlano anche i quotidiani “seri”. Dalla Francia silenzio assoluto. I giornali ci inzuppano il pane anche lì (ovviamente, visto che la storia conferma la nomea di un Sarkozy con predilezione per le bionde platino), ma nessuno si fa vivo con Carla Barbato. Improvviso e misterioso, invece, cala il silenzio. Da un certo punto in poi non esce più niente. Rilascia interviste a giornali che mai le pubblicano, varie trasmissioni televisive le danno appuntamenti per dirette che poi disdicono. «Non so perché, ma potrebbe esser stato bloccato». Già, nel frattempo il presidente si è sposato, la sua nuova moglie non corrisponde all’immagine di “destra bling-bling” che i francesi hanno affibbiato a Sarkozy e al suo giro (“bling-bling” sarebbe il rumore del registratore di cassa, per dire che questa destra ama esibire il denaro, in contrapposizione alla destra austera impersonata dal predecessore Jacques Chirac), quindi anche l’eccessiva pubblicità alle pur notevoli virtù amatorie del primo cittadino di Francia non va più bene.

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club